Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 15 Giugno 2022

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Ricorre questa parola: ricompensa. Da chi ci aspettiamo una ricompensa? C’è la nostra fame di approvazione altrui, il nostro bisogno di essere riconosciuti, visti, e all’estremo, il rischio che ogni gesto sia calcolato in funzione di questo. E quindi la vita rischia di diventare una farsa, non c’è libertà in questa dipendenza dal giudizio altrui. Costantemente osservati, come su un palcoscenico, a intrattenere un pubblico. Chi siamo intenti a intrattenere (e trattenere) nella nostra vita? Ma davvero vale la pena vivere così? Chi siamo invece nel segreto, quando nessuno, solo Dio, ci sta guardando? L’ipocrisia è una simulazione, nel mondo greco “ipocriti” sono gli attori.

E poi c’è la possibilità di scendere tutti dal palco e gettare la maschera.

Elemosina, preghiera e digiuno non sono solo pratiche devozionali, sono modi per incontrare l’altro, Dio e noi stessi, in modo autentico. Nell’elemosina impariamo a dare all’altro ciò di cui ha davvero bisogno, gratuitamente. Nella preghiera, in questo dialogo silenzioso con Dio, scopriamo chi è il Padre e la verità di noi stessi. E infine nel digiuno facciamo esercizio di libertà: il digiuno educa il desiderio, ci spinge a scegliere di cosa nutrirci, a capire cosa è nutrimento, cosa ci mantiene in vita, e cosa no. È una rinuncia che fa spazio all’altro.

Usciamo da questa logica del dovere e del sacrificio, della mortificazione della carne fine a se stessa. La nostra ricompensa è la gioia. È la gioia dello stare insieme, senza dover dimostrare nulla, o compiacere nessuno, così come siamo davvero, davanti all’Amore che solo sa vedere.

Caterina Bruno

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato