Una visita inattesa. Una voce familiare interrompe le mie faccende domestiche, รจ Maria. La pienezza che porto risponde con un sussulto di vita nelle mie profonditร , in quello che in me cโรจ di piรน nascosto. Arriva trafelata, il suo sguardo si interroga, mi interroga. Mi guarda il ventre gonfio. Le sorrido portandomi una mano al grembo. Ero la sterile. E ora รจ pienezza di gioia. Non credevo che fosse possibile.
Elisabetta, il mio nome, significa promessa, e in questa mia piccola sorella, mia cugina, riesco a riconoscere che รจ arrivato il momento in cui posso finalmente smettere di aspettare e arrendermi a viverla questa gioia: Lui รจ con noi, รจ tra noi.
Benedetta. Tu benedetta, e in te benedetta anche io. Benedetti tutti, perchรฉ la Parola a cui darai carne, รจ Parola di libertร per tutti. Nel tuo canto di gioia cโรจ posto anche per me, lodi un Dio che mi fa spazio, che mi accoglie e mi dร alla luce, che ha ascoltato le mie lacrime, che ci raccoglie tutti sotto il suo manto di misericordia, un Dio che non sa fare altro che donarsi, che si รจ sempre preso cura di noi, e che continuerร a farlo.
La mia storia si intreccia con la tua, Maria, e con una storia piรน grande che รจ quella dellโumanitร intera. Stando lโuna davanti allโaltra, passato e futuro, possiamo rileggere queste nostre storie di povertร come segno dโamore. Tu che sei madre, resta con me fino a quando sarรฒ pronta anche io a dare alla luce, accompagnami alla vita.
Maria, madre della vita, persino dai cieli fai risuonare questo canto libero. Oggi ti contempliamo assunta in cielo, anima e corpo, unita. Perchรฉ nellโamore non puรฒ esserci separazione. Ci mostri che la morte รจ sconfitta per sempre, e ci aspetti, tutti, sulla soglia della casa che รจ il cielo.

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato



