Lโimmagine che usa Gesรน fa pensare a sepolcri senza nome e senza nessuno a ricordarli, su cui si cammina addirittura. Se dovessimo raccontare di noi, cosa scriveremmo? Abbiamo passato tutta la vita a evitare che il bicchiere che sta sul bordo del tavolo cadesse oppure ci siamo lasciati scombussolare dalla vita, dalle relazioni, dallโamore?
Scoprire che non serve assolutamente a niente farsi primi, che essere migliore di un altro, diventare migliore, diventare il migliore non ti renderร felice puรฒ essere destabilizzante, ma forse รจ la via per iniziare a vivere davvero. Il bisogno di stare tra i primi nasconde una grande fragilitร , nel fondo: un non riconoscersi amati per quello che siamo. Cosโabbiamo in comune con questi uomini che scelgono di ritirarsi in qualche modo dal mondo per vivere in purezza la loro fede?
La morte abita il cuore dei farisei mentre fuori รจ tutto perfetto e lโunico modo per non lasciar trapelare questo odore di morte รจ sigillarsi come si sigilla un sepolcro, chiudersi alla novitร del Vangelo. Ecco il rischio della sterilitร , ecco il peso insopportabile di un ideale di perfezione a cui nessuno umanamente puรฒ aspirare, una perfezione sterile che puรฒ contraddistinguere solo chi non vive perchรฉ, attento allโimmagine di sรฉ che trasmette, dimentica chi รจ veramente. E invece ci รจ stato chiesto solo di imparare ad amare, il resto dovrebbe essere una conseguenza naturale dellโamore.
Questo questo โguaiโ, allora, piรน che una minaccia รจ unโesclamazione di amarezza, un modo per dire โsveglia!โ, perchรฉ si vive solo nella relazione, accettando di essere imperfetti e fragili e mancantiโฆ possiamo finalmente lasciarci cadere questo peso dalle spalle e goderci il cammino con Te.
Caterina Bruno
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato
