Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 13 Settembre 2022

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Oggi ci vengono raccontate due scene di movimento: il movimento di Gesù verso la città e il movimento della processione verso la tomba del figlio della vedova. Entrambi accompagnati da grande folla. Un movimento di vita e di salvezza, quello del Signore, che incontra un movimento di morte e rassegnazione, quello della vedova: già fragile perché priva del marito, perde l’unico figlio. Una situazione senza speranza, in cui la vita con tutte le sue possibilità sembra essersi definitivamente chiusa.

In questo episodio, il miracolo non avviene in base a una richiesta, avviene per iniziativa del Signore stesso, che sente compassione. Questo è molto importante, perché ci parla di un Signore profondamente sensibile al dolore che incontra e che non può rimanere indifferente. Questo incontro riporta la vita lì dove sembrava impossibile.

Questa storia parla anche a noi, parla del Signore nella nostra vita. Prima ancora che noi lo cerchiamo, lui ci sa venire incontro e ci cerca, proprio in quei luoghi delle nostre vite che sembrano sepolcri chiusi e senza uscita. Lui sa aprire strade inaspettate e nuove per noi. Quello che ci chiede è essere disponibili alla relazione con lui e lasciarlo entrare. Questo non significa che accadrà qualcosa di straordinario che fa sparire d’improvviso tutti i nostri problemi: il vero miracolo è lo sguardo nuovo sulla nostra vita, una sguardo di speranza, che ci permette di far sì che le situazioni di morte non siano per noi più catene invincibili, non abbiano più l’ultima parola.

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Si tratta di alzare lo sguardo e vedere la realtà con la prospettiva del Signore: una prospettiva di perdono, misericordia, di nuovo incontro. Questo cambia davvero la vita: il Signore ci invita ad alzarci e riprendere il cammino con una nuova forza.

Daniele Ferron SJ

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato