Gesuiti – Commento al Vangelo del 3 Febbraio 2019

Quanta grazia sprecata! Questo può accadere quando si inizia a dare per scontata la propria storia, quello che abbiamo, quello che siamo.
Anche il gesto più semplice è gravido di meraviglia. Ci sembrano normali le piccolezze della quotidianità, eppure è nella quotidianità dell’umano che si rivela il divino.

In alcune occasioni ci sembra inaccettabile che in quello che ci è dato di vivere ci sia già tutto ciò che è necessario alla nostra felicità, non possiamo proprio ammettere che per pigrizia o paura o per qualsiasi sguardo abbassato, rischiamo di rinunciare quotidianamente a scegliere di essere felici, di camminare nella pienezza.

Così rischiamo di respingere il bene più grande che parla al nostro cuore, la bellezza della vita che semplicemente ci illumina.
La vita ci attraversa. Sta a noi decidere se stare al suo passo o restare bloccati lasciando che vada via.

Mounira Abdelhamid Serra

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato secondo il metodo della spiritualità ignaziana, disponibile anche tramite la loro newsletter quotidiana.[/box]

Lc 4, 21-30
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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