Gesuiti – Commento al Vangelo del 24 Marzo 2019 – Lc 13, 1-9

Episodi di vita quotidiana, dove è facile pensare che sia Dio l’autore della sofferenza o della morte. Spesso attribuiamo a Lui la responsabilità delle tragedie che ci colpiscono, come se Lui avesse realmente un’intenzionalità masochista verso di noi e decidesse di far accadere delle cose in base a come ci comportiamo. Questo accade tutte le volte in cui non accettiamo ciò che viviamo oppure quando diciamo con aria rassegnata quel: “sia fatta la tua volontà”, che lascia intendere una sottomissione forzata a un fato ostile, oppure rimandiamo al futuro la comprensione di quello che sta accadendo addossandoci il fardello della nostra non comprensione nel presente. Il pensiero che Dio in fondo non voglia il nostro bene e persegua un suo fine a noi sconosciuto è talmente radicato in noi che non appena la realtà non funziona secondo le nostre aspettative, ci sentiamo in diritto di rimanere scandalizzati e indispettiti.

Vivere la vita in questo modo si trasforma presto in una non-vita, perché ci condanniamo a rimanere in balìa di un’ansia atavica che fa sentire soli nell’affrontare la drammaticità della vita. Ci affanniamo nel “carpe diem” o ci impediamo di gustare fino in fondo quello che stiamo vivendo nel timore che improvvisamente ci venga tolto. Da questa immagine distorta di Dio nasce il nostro sguardo degradato sulla realtà e finiamo per percepire la vita come qualcosa da dover strappare giorno per giorno a una forza oscura.

Gesù racconta una parabola per ricentrare la nostra immagine di Dio. Attraverso il racconto ci fa comprendere come lui si pone dentro questa nostra visione distorta di Dio e cerca di scardinarla. Di fronte al tale che possiede la vigna e che quindi può disporre a suo piacimento della vita del fico, il vignaiolo è colui che intercede perché questo fico possa ancora vivere. Si assume la responsabilità di prendersene cura, finché non produrrà frutto. Gesù incarna quel Dio che non chiede conto dei risultati, ma si mette al nostro fianco per aiutarci a diventare generativi secondo le nostre piene potenzialità.

Flavio Emanuele Bottaro SJ

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano comme

Lc 13, 1-9
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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