HomeVangelo del Giornofra Stefano M. Bordignon - Commento al Vangelo del 9 Febbraio 2024

fra Stefano M. Bordignon – Commento al Vangelo del 9 Febbraio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mc 7, 31-37

Ad un certo punto viene portato un tale che era sordomuto e Gesù toccò la sua lingua e le orecchie, emise un sospiro, gli disse: effatà che significa apriti, e questi guarì. Vorrei dedicare un pensiero solo a questo sospiro che fece Gesù. Anche se sarebbe interessante riflettere sul suo tocco, perché anche toccare una persona è estremamente importante come via di guarigione.

Noi stiamo perdendo questa dimensione del contatto umano, e siamo sempre più freddi e distaccati. Ma anche il respiro è importante, questa è una dimensione della preghiera che molti ignorano. Se dici a qualcuno di fare alcuni respiri profondi prima di pregare ti prende per un buddista o chissà chi.

Ma vedete, anche Gesù ha fatto questo respiro profondo prima di compiere la guarigione, e il Vangelo ce lo dice, perché è un dettaglio importante. Nel libro della Gnesi, si dice che il respiro dell’uomo è un dono di Dio, è il dono della vita che noi abbiamo ricevuto da Dio, quello che ci ha trasformati da esseri inanimati ad esseri viventi. E allora non abbiate paura di fare qualche bel respiro. (respira)

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Il respiro è la prima forma di preghiera, è la preghiera più universale, è una azione che ci mette in armonia con il mondo, e se noi lo facciamo con consapevolezza come invocazione della presenza Dio diventa ancora più efficace. Molti disturbi spirituali si legano alla incapacità di avere un respiro sereno e regolare.

E se ci pensate anche quando una persona perde il controllo di sé, la prima cosa da fare è invitarla fare alcuni respiri profondi. E allora, cerchiamo anche noi di cogliere questa dimensione sacra del nostro respiro, e vedrete che vi farà bene. Fai un bel respiro come invocazione della presenza di Dio dentro di te, e poi espira lasciando andare tutto ciò che crea turbamento.

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