Fabrizio Morello – Commento al Vangelo del giorno, 27 Marzo 2023

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La settimana si apre con il famoso testo della donna adultera.

Il grande insegnamento di questa pagina è: non condannare per non essere condannato.

Gli scribi e i farisei, ritenendosi giusti, conducono questa donna dinanzi a Gesu’ che stava insegnando nel tempio, la mettono “ in mezzo “, cioè alla berlina, alla vista di tutti i presenti, e dicono al Maestro di averla sorpresa in flagrante adulterio.

La loro legge diceva che essa andava lapidata.

E, “ per mettere alla prova “ Gesu’, gli chiedono: “ Tu che ne dici? “

E’ ovvio che trattavasi di una domanda trabocchetto in quanto qualsiasi cosa avesse risposto Gesu’ avrebbero avuto di che accusarlo.

Se avesse detto che era giusto lapidarla l’avrebbero accusato di rinnegare i suoi insegnamenti, se avesse detto di non lapidarla l’avrebbero accusato di trasgredire la legge di Mosè.

Ma Cristo, come sempre, li sorprende, ed offre una possibilità di conversione sia a loro che alla donna.

“ Chi di voi è senza peccato getti per primo la pietra contro di lei “.

Gesu’ li mette alla prova, li fa interrogare sul loro “ presumersi gusti “.

Se veramente ti senti perfetto, se veramente ti senti non peccatore, scaglia pure la pietra.

E’ la stessa cosa che dice anche a noi quando giudichiamo qualcuno, quando lo condanniamo.

Pensiamo di stare facendo cosa “ buona e giusta “ e invece Gesu’ ci dice: guarda prima al tuo peccato, alla trave conficcata nel tuo occhio e poi….. condanna e getta le pietre.

Dinanzi a questo esame di coscienza a cui Gesu’ li chiama, dice la scrittura che gli scribi e i farisei   “ se ne andarono uno per uno, cominciando dai piu’ anziani “.

Gesu’ li ha convertiti, è riuscito a far comprendere loro il grave errore in cui erano caduti.

Questa frase ha convertito anche me?

Me lo chiederò in questa giornata.

Prima di terminare è necessario soffermarsi anche sul seguito della storia.

“ Donna, nessuno ti ha condannata? “. 

“ Nessuno Signore “.

“ Neanch’io ti condanno, và e da ora in poi non peccare piu’ “.

Non sappiamo se la donna abbia piu’ peccato, certamente si essendo un essere umano, ma la compassione di Gesu’, il suo sguardo senza condanna, certamente l’avranno fatta sentire amata, perdonata e, quindi, è molto probabile che si sia convertita in quanto chi si vede trattato con amore è spinto, inevitabilmente, a mettersi sulla “ strada dell’amore “.

Se, pertanto, ci rivediamo anche in questa donna e pensiamo, ovviamente metaforicamente, di                    “ meritarci la lapidazione “, siamo fuori strada: Gesu’ ci perdona nella sua infinita bontà, qualsiasi sia stata la nostra colpa.

Ci dona quello sguardo d’amore e di accoglienza che ci consente di tornare a vivere.

Buona giornata e buona riflessione a tutti.