Fabrizio Francesco Campus – Commento al Vangelo del giorno – 17 Marzo 2020 – Mt 18, 21-35

“Perdonare è liberare un prigioniero e scoprire che quel prigioniero eri tu.”

(Lewis B. Smedes)

Chissà di quanto perdono mancato siamo prigionieri. Chissà quanti torti proprio non riusciamo a mandare giù e ci tengono lì, con mani e piedi incatenati, a rallentarci il passo, a non permetterci di essere liberi come dovremmo e come potremmo. Sì, perché il perdono mancato riguarda sempre innanzitutto noi. L’altro potrà non avere più contatti con noi o essere sempre soggetto a uno sguardo di diffidenza da parte nostra e al dispiacere di non potersi riconciliare con noi, ma i prigionieri saremo sempre e solo noi.

Mi rendo conto che questo sia uno di quei casi più facili a dirsi che a farsi. Il perdono a volte costa, ma se non fosse così, credo che non sarebbe perdono vero. Forse questo isolamento sarà l’occasione di rivalutare tutto, di ricalcolare il percorso, di discernere ciò che vale da ciò che non vale. Perché poi, nel caso del perdono come in qualsiasi altra decisione importante, si tratta di chiedersi: “Ma ne vale la pena?”. Vale la pena coltivare quel rancore, continuare a fare finta che quel fratello o quella sorella non esista? Vale la pena, ogni volta che si presenta l’occasione, dissotterrare quello sgarbo subito in passato? Nessuno nega il nostro dolore, tantomeno Dio. Ma proprio Lui ci ricorda il motivo per il quale dovremmo perdonare: perché siamo per primi dei “perdonati”. Il primo servo della parabola pensava realmente di poter condonare il proprio debito… ma come avrebbe potuto?

In nessun modo, per questo il padrone l’ha lasciato andare. Per Dio valiamo infinitamente di più dei nostri peccati, dei nostri debiti, per questo usa Misericordia con noi. Perché non chiederGli la grazia di saper amare così? “Ma io non sono capace di amare così”… Ma Dio ci salvi dalla presunzione di essere capaci, sa soli, di amare così! Un’altra frase che spesso si sente pronunciare è: “Dio mi perdonerà, ma io non posso mandare giù questo/quel torto”. Ebbene, credo che questo sia l’unico caso in cui Dio non possa perdonarci.

Non per ripicca ma perché, se per primi non allarghiamo il cuore con il perdono, non possiamo fare spazio al Suo Perdono. E senza l’Amore di Dio, questa vita diventa un inferno. Sia un tempo, questo, per mettere da parte tutto ciò che ci appesantisce il cuore. Anzi, il momento di metterlo nelle mani del Signore, affinché lo trasfiguri, lo cambi in luce.

Buona giornata, amici.

Fonte

Fabrizio Francesco CampusCommento a cura di Fabrizio Francesco Campus

Il 5 Aprile 2015 ho ricevuto il Battesimo, diventando a tutti gli effetti cristiano cattolico, ma soprattutto figlio di un Dio che non ha mai smesso di cercarmi. La mia vita non è cambiata, ma è cambiato il mio sguardo su di essa. Non sono migliore, ma ora so di essere infinitamente amato e sono in cammino per imparare ad amarmi e ad amare così.


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