Esegesi e commento al Vangelo di Domenica 23 Settembre 2018 – p. Rinaldo Paganelli

IL PRIMO SIA L’ULTIMO

p. Rinaldo Paganelli

Messaggi difficili

Sottolineiamo subito quello che sentiamo rivolto agli uomini e alle donne di ogni tempo e di ogni luogo, e cioè la perenne e perfetta attualità del v. 32: «Essi però non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni». Cioè sembra certo che dobbiamo confessare il fatto che le parole sulla morte di Cristo Gesù sono assolutamente fuori dalla nostra possibilità di coglierle e di accoglierle. Anche se siamo stati preparati dalla prima lettura di questa domenica, non siamo pronti a fare il cammino di fatica con Cristo Gesù. «Di che cosa stavate discutendo per la strada?» (v. 33). Non è infatti una strada qualsiasi quella che stanno percorrendo i Dodici. E non è «qualsiasi» il loro viaggio. Stanno andando a Gerusalemme per la Pasqua di morte e risurrezione di Cristo Gesù. Gesù ha appena annunciato tutto questo per la seconda volta. Ebbene, proprio in questa situazione, e per questa «strada», essi «avevano discusso tra loro chi fosse più grande» (v. 34).

Chi sta con Gesù accetta la croce

Gesù coglie l’occasione di questo «inevitabile» dibattito tra i discepoli. Dibattito «lungo la via» di tutta la storia umana, per farci entrare in una dimensione diversa nella sequela del Signore. È una dimensione che ha le caratteristiche della spogliazione, della gratuità, della proiezione verso l’altro. Chi sente la chiamata a seguire il Signore, tante volte confonde la grazia con il privilegio, ed entra in una sorta di compiacimento e competizione, tanto da non vedere che il cammino della sequela ha come sigillo la croce, segno dell’abbassamento più grande del Dio incarnato. L’autorità troppo spesso è potere, è dominio di un uomo su un altro uomo. Gesù ha potuto insegnare il servizio, non perché costituito in autorità, ma perché aveva un potere che gli veniva dal di dentro, dal profondo della sua esperienza. L’incarnazione ha voluto porre di nuovo Dio nel cuore dell’uomo e la legge diventa il cuore stesso dell’uomo. L’autorità di Gesù consiste nel servire, nell’aiutare l’uomo a crescere, si esprime nel perdonare. Il luogo in cui si manifesta l’autorità di Gesù è sempre la comunità. Gesù però non ha voluto che chi obbedisce sia in balia di chi comanda, ma viceversa chi comanda sia a servizio dell’ultimo. L’autorità suprema della Chiesa è sempre lo Spirito, che abita nel cuore dei fedeli, e la sua forza sembra esprimersi maggiormente in coloro che non hanno autorità.

Si accetta di costruire con i piccoli

Il Regno di Dio non si costruisce sulla grandezza e sulla potenza, ma sull’attento ascolto della Parola che si fa vita nell’abbraccio di chi è umile, piccolo, povero, di chi non conta, di chi non ha voce e che per la forza di quell’abbraccio, che è carezza di Dio, diviene protagonista e signore della storia di salvezza. Gesù poi, poteva parlare «come uno che ha autorità» perché viveva dall’interno la situazione degli ultimi e faceva con loro il cammino che invitava a percorrere. Ha infatti contestato il peccato vivendo insieme ai peccatori e divenendo egli stesso peccato. Ha distrutto la morte entrando violentemente tra i morti. La redenzione è condivisione da parte di Dio della sofferenza dell’uomo, perché l’uomo possa condividere la gioia stessa di Dio. A un Dio così non è possibile rifiutare l’obbedienza, perché lo sentiamo come il nostro servitore.

Nessun maestro per il cristiano è della terra

In questo modo l’obbedienza diviene reciproca, scaturisce dall’amore, e quindi non è mai a senso unico, sono sempre due persone che obbediscono reciprocamente l’una all’altra. È importante ricordare che il Dio d’Israele è «piegato» verso la storia umana, assolutamente determinato a comunicarsi all’uomo, in cerca dell’uomo. Tutto questo si svela e si compie nel Figlio di Dio, Gesù Cristo. Se siamo realmente servitori non pretenderemo mai di legare a noi le persone. Gesù ha condannato i farisei che rendevano le persone schiave dei loro precetti, facendole divenire peggiori (Mt 23,15). Non possiamo accettare nessun padrone sulla terra, nessun maestro, perché renderebbe la nostra vita insopportabile, piena di «disordine e di ogni sorta di cattive azioni» (Gc 3,16). Dio si rivela pienamente nel Crocifisso, mostra come il suo «trono» sia la croce di Gesù, come il suo potere di salvezza e il suo giudizio sia svelato e attuato nel sacrificio d’amore di Gesù. Il bambino posto in mezzo e abbracciato è quindi contemporaneamente immagine del Cristo, del cristiano e di Dio. Accogliere il bambino nel nome del Cristo non è solo un lodevole atto di carità, ma accoglienza del mistero stesso di Dio.

PER IL CONFRONTO NEL GRUPPO

  • Che rapporto abbiamo con chi ha autorità?
  • Il Regno che conosciamo nel nostro contesto da quali segni è caratterizzato?

IN FAMIGLIA

Tutti siamo chiamati a prestare servizio in famiglia, quando si riesce a vivere questa realtà non c’è nessuno che rimane all’ultimo posto.

Mettiamo in evidenza tutti i gesti di servizio che ci sono in famiglia per scoprire il dono grande che ognuno è per gli altri.

p. Rinaldo Paganelli

Tratto da: Stare nella domenica alla mensa della Parola, Anno B – ElleDiCi | Fonte

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 23 Settembre 2018 anche qui.

Il Figlio dell’uomo viene consegnato…

Mc 9, 30-37
Dal Vangelo secondo Marco

30Partiti di là, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. 31Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». 32Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. 33Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». 34Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. 35Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». 36E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: 37«Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 23 – 29 Settembre 2018
  • Tempo Ordinario XXV
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

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