“Pietro, seguimi!”
La โseconda conclusioneโ del vangelo secondo Giovanni รจ straordinaria perchรฉ non รจ tentata di raccontare fatti straordinari o sovrumani riguardanti Gesรน risorto, ma vuole dirci solo la sua presenza discreta, elusiva, fedele e paziente in mezzo alla sua comunitร . In essa emergono le due figure di Pietro e del discepolo amato. A Pietro spetta seguire Gesรน, non mettere la mano sul discepolo amato dal Signore, che resta misteriosamente presente nella chiesa. Chi รจ visionario e vede con gli occhi di Cristo riconoscerร il Signore, mentre Pietro resta uno che non ha saputo riconoscere il Risorto se non su indicazione del discepolo amato, che rimane.
Quando un autore finisce un libro e scrive la conclusione, manifestando lo scopo per cui ha scritto, il libro puรฒ essere pubblicato. Se poi a questa conclusione si sente il bisogno di aggiungere un altro capitolo di narrazioni, in continuitร con quelle precedenti, allora ci devono essere ragioni decisive, importanti. Questo, come รจ noto, รจ ciรฒ che รจ avvenuto anche per il quarto vangelo, terminato con il capitolo 20 (letto domenica scorsa) e poi allungato di un nuovo capitolo, il testo liturgico odierno. Perchรฉ una ripresa breve ma ricca di episodi? Difficile per noi rispondere con certezza, ma possiamo almeno fare unโipotesi. Lโautore o i redattori ritennero necessario mettere in relazione โil discepolo che Gesรน amavaโ (cf. Gv 13,23; 19,26; 20,2; 21,7.20.23) con Simone, il discepolo al quale fin dal primo incontro Gesรน aveva dato il nome di Pietro, roccia salda tra tutti gli altri (cf. Gv 1,42). In ogni caso, questa appendice รจ straordinaria perchรฉ non รจ tentata di raccontare fatti straordinari o sovrumani riguardanti Gesรน risorto, ma vuole dirci solo la sua presenza discreta, elusiva, fedele e paziente in mezzo alla sua comunitร .
Questa manifestazione del Risorto avviene sulle rive del mare di Galilea, lร dove secondo i sinottici era avvenuta la chiamata delle prime due coppie di fratelli: Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni, pescatori uniti in una piccola impresa (cf. Mc 1,16-20 e par.). Dopo la morte e resurrezione di Gesรน i discepoli sono tornati in Galilea, alla loro vita ordinaria fatta di lavoro, vita comune, vita di fede e di attesa. Ed ecco, in uno di quei giorni ordinari Pietro prende lโiniziativa, dicendo agli altri: โIo vado a pescareโ. Gli altri sei ribattono: โVeniamo anche noi con teโ. Questo racconto vuole dirci molto di piรน di ciรฒ che รจ avvenuto a quei pescatori. Qui, infatti, cโรจ solo un pugno di discepoli โ neanche undici, tanti quanti erano rimasti, e neppure le donne! โ che rappresenta la comunitร di Gesรน; cโรจ Pietro che prende lโiniziativa di una pesca che non รจ pesca di pesci; cโรจ la disponibilitร degli altri sei a seguirlo nella sua iniziativa.
โMa quella notte non presero nullaโ: una pesca infruttuosa, un lavoro e una fatica senza risultati. Questo risultato fallimentare indica qualcosa? Credo di sรฌ: ovvero, Pietro puรฒ pretendere lโiniziativa, ma senza la parola, il comando, lโindicazione del Signore, la pesca resterร sterile, la missione senza frutti. Al levare del giorno, perรฒ, ecco sulla spiaggia un uomo di cui i discepoli ignorano lโidentitร . Dโaltronde mancano le condizioni per riconoscerlo: รจ ancora chiaroscuro ed egli non รจ vicino, nรฉ ha detto nulla perchรฉ i discepoli abbiano potuto riconoscerne la voce. ร lui a rompere il silenzio, raggiungendoli con una domanda: โPiccoli figli, avete qualcosa da mangiare?โ. Domanda sentita tante volte, per bocca di un mendicante sulla strada o sulla porta di casa. Sรฌ, domanda di un mendicante che chiede qualcosa da mangiare per sostenersi. I discepoli devono averla sentita spesso sulle strade della Palestina, la sentono ora nellโalba e la sentiranno sempre in tutte le vicende della storia. La loro risposta รจ un secco: โNoโ. Non cโรจ stata pesca, non cโรจ cibo.
Ma quellโuomo continua: โGettate la rete dalla parte destra della barca e trovereteโ. Cosรฌ fanno, un poโ meravigliati, quei discepoli pescatori, e la rete si riempie di una tale quantitร di pesci che รจ faticoso trascinarla a riva. Dunque una pesca abbondante, straordinaria, che desta stupore in tutti. Nello stupore, perรฒ, cโรจ chi discerne qualcosa di piรน e dโaltro: รจ il discepolo che Gesรน amava, il quale aveva vissuto unโintimitร unica con Gesรน, fino a posare il capo sul suo petto nellโultima cena (cf. Gv 13,25). Lโamore passivo di cui aveva fatto esperienza lo rendeva dioratico, uomo dallโocchio penetrante, uomo capace di vedere con il cuore e non solo con gli occhi. Ecco perchรฉ, indicando con il dito Gesรน, puรฒ gridare: โร il Signore!โ (ho Kรฝriรณs estin). Attenzione: lo dice a Pietro, indicando quellโuomo sulla spiaggia e rivelandogli ciรฒ che egli non era stato in grado di vedere. Pietro non esita un istante e nel suo entusiasmo pieno di desiderio di essere con il Risorto si tuffa subito in acqua per raggiungerlo a nuoto.
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Inutile tacerlo: nel quarto vangelo tra il discepolo amato e Pietro cโรจ una vera e propria โsanta concorrenzaโ, non una concorrenza di gelosia, perchรฉ i due discepoli sono diversi e il loro rispettivo rapporto con Gesรน รจ diverso. Nellโultima cena Pietro sta dopo il discepolo amato presso Gesรน e a lui, che รจ abbracciato a Gesรน, sul suo petto, deve chiedere di informarsi su chi รจ il traditore (cf. Gv 13,24-25). E il discepolo amato, ricevuta da Gesรน la risposta, non dice nulla a Pietro (cf. Gv 13,26). Poi nellโalba della resurrezione, informati da Maria di Magdala, Pietro e il discepolo amato corrono insieme al sepolcro, ma questi arriva primo (cf. Gv 20,3-4). Lascia entrare Pietro nel sepolcro (cf. Gv 20,5-7), ma รจ lui che โvide e credetteโ (Gv 20,8), mentre Pietro รจ annoverato tra quelli che โnon avevano ancora compreso la Scrittura, che cioรจ egli doveva risorgere dai mortiโ (Gv 20,9). Il discepolo amato precede Pietro nel discernimento, nella conoscenza, nella fede, e tuttavia riconosce sempre che nellโordo della vita comunitaria Pietro รจ il primo per volontร di Gesรน!
Quando poi i discepoli hanno trascinato a riva la rete piena di pesci, vedono un fuoco acceso con del pesce sopra e del pane, mentre Gesรน chiede loro di portare un poโ del pesce che hanno preso. In ogni caso, Gesรน ha preparato per loro un pasto: anche da risorto resta colui che serve a tavola, che prepara il cibo e lo distribuisce. Pietro intanto si dร da fare per scaricare il pesce e tutto avviene senza che la rete si rompa, perchรฉ egli sa maneggiarla impedendo che avvengano strappi. ร il suo lavoro di unitร , di comunione: spetta a lui conservare intatta, senza strappi la tunica di Gesรน tessuta dallโalto in basso (cf. Gv 19,23-24); spetta a lui fare sรฌ che la missione non provochi lacerazioni nella comunitร dei credenti. Ed ecco il banchetto: โVenite a mangiare!โ, dice Gesรน, e nessuno replica, perchรฉ basta guardarlo, basta sentire la sua presenza, basta vedere il suo stile nello spezzare il pane e porgere il cibo per riconoscerlo. Non si dimentichi inoltre che, quando questo capitolo viene scritto, ormai Gesรน รจ indicato con il termine ichthรบs, โpesceโ, anagramma di cinque parole:
Iesoรปs Christรฒs Theoรป Hyiรฒs Sotรฉr,
Gesรน Cristo di Dio Figlio Salvatore.
Ed eccoci infine al racconto che รจ la vera motivazione dellโaggiunta di questo capitolo 21. Finito di mangiare, Gesรน inizia un dialogo con Simon Pietro:
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โSimone, figlio di Giovanni, mi ami (verboย agapรกo) tu piรน di queste cose?โ.
Gli rispose: โSรฌ, Signore, tu lo sai che ti voglio bene (verboย philรฉo)โ.
Gli disse: โSii il pastore dei miei agnelliniโ.
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: โSimone, figlio di Giovanni, mi ami (verbo agapรกo)?โ.
Gli rispose: โSรฌ, Signore, tu lo sai che ti voglio bene (verboย philรฉo)โ.
Gli disse: โSii il pastore dei miei agnelliniโ.
Gli disse per la terza volta: โSimone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene (verboย philรฉo)?โ.
Pietro si rattristรฒ che per la terza volta gli domandasse: โMi vuoi bene (verboย philรฉo)?โ,
e gli disse: โSignore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene (verboย philรฉo)โ.
Gli rispose Gesรน: โSii il pastore dei miei agnelliniโ.
Si noti con attenzione il gioco dei verbi greci. La terza volta Gesรน non chiede piรน a Pietro: โMi ami?โ (verbo agapรกo), ma, come aveva risposto Pietro per due volte, gli chiede: โMi vuoi bene?โ (verbo philรฉo). A Gesรน basta lโamore umano di Pietro, la sua capacitร di volere bene: verrร il giorno โ glielo dice subito dopo โ in cui Pietro saprร vivere lโamore, lโagรกpe fino alla fine (eis tรฉlos: Gv 13,1), fino al dono della vita nel martirio, ma non oraโฆ Pietro, dal canto suo, appare grande perchรฉ umile, perchรฉ non pretende di dire: โIo ti amoโ, con quellโagรกpe che scende solo da Dio. Cโรจ qui tutta la grandezza di Pietro, che rinuncia a essere protagonista di quellโamore che solo Dio puรฒ donare. Il Pietro che era stato presuntuoso (โDarรฒ la mia vita per te!โ: Gv 13,37), il Pietro che era sempre cosรฌ sicuro ed entusiasta da voler fare piรน di quanto Gesรน gli chiedeva (โSignore, lavami non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!โ: Gv 13,9), ora รจ il Pietro anziano, maturo spiritualmente, umile perchรฉ รจ stato umiliato, senza pretese, perchรฉ ha compreso di essere una roccia fragile, che al primo spirare del vento affondavaโฆ Per lui la vita รจ stata tutta una lezione, ma proprio per questo puรฒ essere il pastore di agnelli e di pecore sperdute.
Gesรน allora puรฒ dirgli tutto. Non gli ricorda il peccato del rinnegamento e della paura, ma gli svela ciรฒ che lo attende: โSรฌ, Pietro sei stato giovane, pieno di vita e di entusiasmo, e in quel tempo decidevi quello che volevi e andavi dove volevi. Ma, divenuto vecchio, non sarai piรน completamente padrone di te stesso. Sarai obbligato a farti aiutare, tenderai le mani e chiederai che altri ti vestano, perchรฉ tu non ce la farai da solo, e sarai portato dove non vorrai andareโ. ร certamente una profezia del martirio che lo attende, della forma di morte che gli toccherร quando sarรฒ crocifisso e verserร il sangue a gloria di Dio; ma anche di una forma di โmorteโ quotidiana, nel ministero che gli compete, quando dovrร tante volte assecondare decisioni che lui non vorrebbe. Nella debolezza dellโanzianitร sarร possibile, anzi necessario, anche questo โmartirio biancoโโฆ Dunque, che cosa spetta a Pietro? Seguire Gesรน. Lโultima parola di Gesรน a Pietro รจ come la prima: โSeguimi!โ (cf. Gv 1,42-43). Anche nella diminutio, nella passivitร , nel fallimento, nel cedere ad altri le proprie facoltร si puรฒ seguire il Signore. Non รจ proprio quello che ha vissuto anche Gesรน, reso oggetto, cosa, manipolato, in balia di altri che hanno fatto di lui ciรฒ che hanno voluto, come era avvenuto per Giovanni il Battista (cf. Mc 9,13; Mt 17,12)? Questa รจ la sequela di Gesรน cui nessuno di noi puรฒ sfuggire.
Ma resta ancora accanto a Pietro il discepolo amato da Gesรน. Anche Pietro avrร imparato ad amarlo? Qui, improvvisamente Pietro si interessa a lui, chiedendo a Gesรน: โSignore, che sarร di lui?โ (Gv 21,21). Ma Gesรน risponde: โSe voglio che egli dimori finchรฉ io venga, a te che importa? Tu seguimi!โ (Gv 21,22). Risposta dura ma chiara: il discepolo amato รจ colui che dimora, del quale Pietro deve accettare unโaltra fine, un altro ministero, unโaltra testimonianza. Sarร tra gli agnelli di cui Pietro รจ pastore, ma questโultimo deve e riconoscerlo e basta.
Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi.