Enzo Bianchi – Commento al Vangelo del 10 Settembre 2023

689

Dove ci sono veri cristiani lร  c’รจ Dio

Nel capitolo 18 del vangelo secondo Matteo leggiamo diversi insegnamenti di Gesรน riguardanti la vita della sua comunitร , la comunitร  cristiana. Lโ€™evangelista li raccoglie e li raduna qui per consegnare ai cristiani degli orientamenti in unโ€™ora giร  segnata dalla fatica della vita ecclesiale tra fratelli e sorelle in conflitto, da rivalitร  e patologie di rapporti tra autoritร  e credenti. Il messaggio centrale di questa pagina indica la misericordia come decisiva, assolutamente necessaria nei rapporti tra fratelli e sorelle.

I pochi versetti proclamati in questa domenica vogliono indicare la necessitร  della riconciliazione sia nel vivere quotidiano sia nella preghiera rivolta al Signore vivente. Ecco allora la prima parola di Gesรน: โ€œSe tuo fratello pecca (contro di te), vaโ€™ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterร , avrai guadagnato tuo fratelloโ€. In veritร  questa sentenza di Gesรน รจ attestata nei manoscritti in due forme: quella breve, che parla di un fratello che pecca (cioรจ che compie un peccato contro le esigenze cristiane), e quella lunga, che specifica โ€œcontro di teโ€, ipotizzando unโ€™offesa personale.

Nel primo caso la direttiva sarebbe ecclesiale, e dunque si tratterebbe di un preciso comportamento da viversi come chiesa; nel secondo caso Gesรน si riferirebbe alla riconciliazione fraterna in caso di dissidio o offesa. La traduzione italiana ufficiale opta per questa seconda lettura, ma sia lโ€™una sia lโ€™altra versione sono accentuazioni diverse di unโ€™unica veritร , perchรฉ il peccato intravisto รจ comunque un peccato grave che impedisce la comunione fraterna.

Gesรน chiede la correzione e la riconciliazione tra quanti sono in conflitto, tra lโ€™offeso e lโ€™offensore, ma le richiede anche a livello comunitario, quando un membro della comunitร  mediante il suo peccato contamina tutto il corpo, diventa soggetto di scandalo, di ostacolo alla vita cristiana, che รจ e deve essere sempre comunione tra diversitร  riconciliate e dunque sinfoniche. La comunione esige un serio impegno, anche una fatica, ed รจ questione di essere responsabili e custodi anche dellโ€™altro.

Si faccia attenzione a non leggere in queste parole di Gesรน una procedura giuridica cristiana, da osservare come una legge! Certo, Gesรน si ispira a quanto si legge nel Levitico: โ€œNon coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, cosรฌ non ti caricherai di un suo peccatoโ€ (Lv 19,17; cf. anche Sir 19,13-17). Ma non dร  una nuova legge capace di risolvere i conflitti e di eliminare i peccati, bensรฌ chiede che in mezzo alle tensioni, ai conflitti, alle contese e alle offese che inevitabilmente avvengono in ogni comunitร  permanga il desiderio di comunione, la volontร  di edificazione comune, la responsabilitร  intelligente di ciascuno verso tutti. Quando avviene il peccato grave e manifesto, nella comunitร  cristiana occorre operare con creativitร , sapienza, pazienza e, soprattutto, misericordia.

Che cosa dunque deve fare il cristiano maturo? Ammonire il peccatore, certo, ma con molta caritร . Lo ammonisca nellโ€™ora opportuna, lo ammonisca con umiltร  e chiarezza, lo ammonisca coprendo la sua vergogna, non svelandola agli altri, dunque da solo a solo. Chi compie la correzione, deve avere il cuore di Gesรน che perdona, non disprezza e non si nutre di pregiudizi. Deve farlo con lo spirito del buon pastore che, nella parabola raccontata subito prima da Gesรน, va a cercare la pecora che si รจ perduta (cf. Mt 18,12-14).

Deve farlo non perchรฉ la legge รจ stata infranta, ma perchรฉ chi ha peccato ha fatto del male a se stesso, ha scelto la via della morte e non quella della vita. In ogni caso, chi corregge non puรฒ pensare di dover sradicare la zizzania e salvare il buon grano (cf. Mt 13,24-30)! Va dunque tentato tutto il possibile affinchรฉ chi si รจ smarrito ritrovi la strada della vita e chi ha offeso il fratello ritrovi la via della riconciliazione. Gesรน richiede semplicemente questo, eppure constatiamo quanto sia difficile nelle comunitร  cristiane questo semplice passo verso la comunione. Sembra che lโ€™arte di ammonire e correggere lโ€™altro, arte certo delicata e difficile, non sia possibile e lasci invece posto allโ€™indifferenza da parte di chi รจ troppo preoccupato di se stesso e della propria salvezza per pensare agli altri.

Ma nel vangelo si testimonia anche la possibilitร  che la correzione fraterna abbia un esito negativo: il fratello che ha peccato puรฒ non voler essere corretto nรฉ tanto meno cambiare atteggiamento, convertendosi dalla strada intrapresa in contraddizione con il Vangelo. Che fare in questo caso? Accettando senza rancore il rifiuto opposto dal fratello, occorrerร  cercare una via ulteriore rispetto a quella percorsa, magari ricorrendo allโ€™aiuto di altri fratelli e sorelle della comunitร : โ€œSe non ascolterร , prendi ancora con te una o due persone, perchรฉ โ€˜ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoniโ€™ (Dt 19,15)โ€.

Anche in questa opzione non si legga un procedimento giuridico rigido da parte di Gesรน! Si colga invece lo spirito di tali ingiunzioni, che vogliono salvare il fratello o la sorella, non rendere pura la comunitร , percorrendo vie di esclusione. Chiedere lโ€™aiuto di altri fratelli significa cercare il terzo che aiuti la riconciliazione quando non cโ€™รจ possibilitร  di accordo nel faccia a faccia, significa cercare la parola autorevole di altri, che aiuti a discernere meglio quale sia la strada della conversione.

Se poi anche questa via risulta insufficiente, allora โ€“ dice Gesรน โ€“ si puรฒ chiedere allโ€™assemblea, alla chiesa (ekklesรญa) di intervenire perchรฉ il conflitto sia risolto e il richiamo alla conversione sia espresso con la massima autorevolezza. Ma anche questโ€™ultimo tentativo puรฒ non avere successo, e allora? Non si dimentichi che comunque lโ€™assemblea non รจ un tribunale di ultima istanza, ma unโ€™occasione per ascoltare la voce dei fratelli e delle sorelle nel corpo di Cristo, la chiesa: โ€œSe non ascolterร  neanche la comunitร , la chiesa, sia per te come il pagano e il pubblicano (ho ethnikรฒs kaรฌ ho telรณnes)โ€.

Questo atteggiamento, assunto da chi รจ stato offeso o ha visto il peccato, ha corretto e non รจ stato ascoltato, non รจ la scomunica, parola usata con accezioni o interpretazioni fantasiose. No! Gesรน dice che, se vengono esauriti tutti i tentativi di correzione fraterna e di riconciliazione, allora occorre prendere le distanze per conservare la pace e non incattivire il fratello, occorre considerarlo come se fosse un appartenente alle genti (un pagano) o un pubblicano. Cioรจ uno che Gesรน amava ed era disponibile a incontrare (cf. Mt 9,11; 11,19), un malato che abbisogna di essere guarito, un peccatore che necessita di perdono.

- Pubblicitร  -

A questo punto il cristiano assume su di sรฉ due responsabilitร , quella di perdonare il peccato oppure di non perdonarlo: โ€œTutto quello che legherete sulla terra sarร  legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarร  sciolto in cieloโ€. Il potere del legare e dello sciogliere, conferito da Gesรน a Pietro (cf. Mt 16,19), รจ dato anche a ogni cristiano affinchรฉ eserciti il ministero della riconciliazione, sempre e con autorevolezza.

Questo potere รจ dato ai discepoli come lโ€™ha avuto Gesรน stesso, โ€œnon per giudicare ma per salvare il mondoโ€ (cf. Gv 3,17). Nella suaย Regolaย san Benedetto legifera su queste patologie vissute talvolta dalla comunitร  e sa che, esaurita ogni possibilitร  di correzione di un fratello che continua a dimorare nel peccato grave, non resta che pregare, rimettendo lโ€™altro alla misericordia del Signore e alla potenza della grazia, lโ€™amore che non va mai meritato (cf.ย RBenย 23-28). Anche la scomunica monastica prevista da Benedetto per il fratello peccatore che non si pente รจ solo medicina: esclusione dalla tavola e dalla preghiera comune, ma mai esclusione totale del fratello.ย 

Il โ€œsalvataggioโ€ di un fratello, di una sorella, รจ opera delicata, faticosa, che richiede pazienza e deve essere ispirata solo dalla misericordia. Perchรฉ tutti siamo deboli, tutti cadiamo e abbiamo bisogno di essere aiutati e perdonati: nella comunitร  cristiana non ci sono puri che aiutano gli impuri o sani che curano i malati! Prima o poi conosciamo il peccato e abbiamo bisogno di un aiuto intelligente e veramente misericordioso, lโ€™aiuto che verrebbe da Dio. Occorre infatti salvarsi insieme, come scrive ancora Benedetto nella Regola: โ€œCristo ci conduca tutti insieme alla vita eterna (nos pariter ad vitam aeternam perducat)โ€ (RBen 72,12). Nessuno si salva da solo: che salvezza sarebbe quella che riguarda solo me stesso, senza gli altri? Che regno di Dio sarebbe quello in cui si entra da soli, mentre gli altri restano fuori? Che solitudine, che tristezzaโ€ฆ

Proprio per questo Gesรน chiede ai i suoi discepoli che, quando pregano, siano in comunione. Non basta pregare gli uni accanto agli altri, giustapposti, non basta pregare con le stesse formule o compiere gli stessi gesti. Affinchรฉ la preghiera sia autentica e la liturgia gradita di Dio, occorre soprattutto accordarsi (verbo sรฝn-phonรฉo) nella caritร , essere comunione. Allora la preghiera viene esaudita, perchรฉ dove cโ€™รจ sinfonia dei cuori, lร  cโ€™รจ lo Spirito santo, il dono dei doni, sempre concesso a chi lo invoca (cf. Lc 11,13). E bastano pochi, due o tre che pregano nella fede di Cristo Signore, perchรฉ Cristo stesso sia presente. Dicevano i rabbini: โ€œQuando due o tre sono insieme e tra loro risuonano le parole della Torah, allora la Shekinah, la Presenza di Dio, รจ in mezzo a loroโ€ (Pirqรฉ Abot 3,3). Analogamente, Gesรน dice che, quando anche solo due o tre fratelli o sorelle si riuniscono nel suo Nome, nella caritร  reciproca, allora egli รจ presente. Sรฌ, Gesรน รจ presente lร  dove si vive lโ€™amore, la caritร  tra i fratelli, tra le sorelle.

Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi