“Chi è mio prossimo?”
Non è stata la teologia del sacerdote, nè la cura per il culto di Dio del levita che li hanno spinti a soccorrere l’uomo assalito dai briganti, ma la sensibilità umana e la compassione del buon samaritano, un uomo che non sapeva granchè nè di teologia, nè di liturgia. L’atteggiamento del buon samaritano mette continuamente alla prova chiunque si considera credente. A volte ci sono dei prossimi “istituzionali” di cui ci si occupa. Delle categorie di persone considerate più di altre povere, socialmente a rischio, deboli. Ma ci sono dei prossimi “on the road”, di quelli che si incontrano per caso, senza particolari etichette, o perchè sfuggono a determinate logiche e interessi.
Sono dei prossimi poco emergenti perchè non soffrono di particolari disagi, ma hanno ugualmente bisogno di gesti di umanità , di solidarietà , di accoglienza. A volte non si possono conoscere le lotte interiori, i momenti di solitudine o di smarrimento che l’altro può vivere. Anche il collega, il confratello, il marito o la moglie che hai sempre a fianco con il sorriso smagliante. Forse un complimento, un gesto di attenzione non gli offriranno la risposta che cerca, ma lo aiuteranno a superare un momento particolare che sta vivendo perchè si è sentito amato e accolto. Sai già chi puoi far diventare il tuo prossimo?
In breve
Non ci sono delle categorie di prossimo istituite. Il tuo prossimo può diventare chiunque. Dipende solo dalla tua sensibilità , dall’amore con cui vuoi metterti in gioco. Sai già chi può diventare il tuo prossimo?
Di don Vincenzo Marinelli anche il libretto:
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Commento a cura di don Vincenzo Marinelli
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