don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo di oggi 28 Luglio 2019

La preghiera del Giusto giunge fino al Cielo

Domenica scorsa la figura delle due sorelle Marta e Maria, in parallelo alla coppia Abramo e Sara, ci invitava a praticare l’ospitalità e l’accoglienza ascoltando la parola di Dio come discepoli e a metterla in pratica attraverso il servizio ai fratelli per renderli liberi.

Questa domenica ritorna la figura di Abramo che si pone davanti a Dio come intercessore affinché tutti gli abitanti di Sodoma non siano puniti a causa della malvagità di molti. L’idea, sottesa alla narrazione ed espressa a più riprese dal patriarca, è che Dio fa giustizia ponendo fine al male attraverso la distruzione. Abramo fa appello ad una giustizia superiore. Dio è giudice giusto non solo perché punisce i malvagi, affinché non continuino a fare il male, ma soprattutto perdona per salvare tutti, giusti e peccatori.

La preghiera di Abramo mira ad attirare lo sguardo di Dio sui giusti perché si mostri misericordioso distogliendo l’attenzione dal peccato dei malvagi che attiverebbe l’ira. L’oggetto dello sguardo determina la rabbia o la misericordia. La preghiera insistente di Abramo induce Dio a cercare i giusti. La storia continua purtroppo con la constatazione che in quella città non vi fosse trovato nemmeno un giusto sicché il destino fu drammaticamente segnato dalla distruzione.

Se nessun uomo è giusto e da solo non può salvarsi dalle conseguenze disastrose del male che compie, Dio stesso si fa uomo, dona suo figlio perché grazie a Lui, tutti gli uomini possano salvarsi. La preghiera di Abramo trova compimento in quella di Gesù. L’evangelista Luca spesso presenta Gesù in preghiera; per esempio al Giordano dove, dopo essere stato battezzato, avviene la discesa dello Spirito Santo e la rivelazione del Padre (3, 21s.), e sul monte della trasfigurazione (9, 28s.).

Il terzo evangelista riporta le parole della preghiera nel Getzemani (22, 39 s.) rivolte al Padre e l’invito rivolto due volte ai suoi discepoli di pregare per non entrare in tentazione. A differenza di Marco e Matteo, Luca non pone sulle labbra del Crocifisso le parole strazianti del Salmo 22, ma una preghiera d’intercessione: “Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno” (23,34) e di fiducia: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” (23,46). Gesù prega nel momento drammatico della “distruzione” del suo corpo e del trionfo del male e della morte.

La sua preghiera, di fiducia e di intercessione è quella del giusto. Infatti il centurione “visto ciò che era accaduto dava gloria a Dio dicendo: quest’uomo era giusto” (23,47). Il giusto, non è semplicemente colui che osserva le norme della legge, ma colui che rivela il vero volto di Dio “lento all’ira e ricco di misericordia”. La preghiera tira fuori Dio dalle nicchie della giustizia retributiva nella quale spesso lo chiudiamo.

La preghiera di Abramo è anticipazione di quella di Gesù perché si rapporta a Dio non semplicemente come un servo che chiede un favore o un creditore che vanta dei meriti per essere esaudito, ma come un figlio che si fa servo mendicante d’amore. Ci sono figli che pretendono la loro parte di eredità in anticipo e poi la dissipano, figli che sono sottomessi al padre, e al tempo stesso covano sentimenti di avversione nei suoi confronti (cf. Lc 15) e figli, come Gesù, che “osano” rivolgersi a Dio chiamandolo Padre per chiedergli di mostrare in loro il suo volto di misericordia.

Gesù, insegnando a pregare, indica innanzitutto la postura spirituale da avere. La preghiera è propria dei figli che sono liberi nella propria casa. La libertà dei figli è quella che mette in grado di “osare” trovando la spinta per farlo non nei propri meriti, ma nella fiducia riposta in Lui. Un figlio si pone come tale davanti a suo Padre quando riconosce che non basta a se stesso e ha bisogno del suo amore. “Sia santificato il tuo nome” e “venga il tuo regno” sono due richieste che vanno lette alla luce della preghiera di Abramo: “mostrati, o Padre, per quello che sei; agisci in base a quello che ti dice il cuore di Padre”.

Gesù chiede di pregare non solo come lui prega ma insieme con lui. Nell’ora della morte Gesù chiede al Padre di perdonare i peccatori, di mostrarsi paziente e misericordioso. La risposta del Padre non tarderà, non solo per Gesù, ma anche per quel malfattore che sulla croce gli chiede di essere con lui nel suo regno. “Oggi sarai con me nel Paradiso”; ogni giorno il Padre ci dà la vita, il pane che dà la vita eterna (letteralmente: pane dalla sostanza “superiore”). Attraverso Gesù, nostro fratello, ci rivolgiamo al Padre per chiedergli, come il buon ladrone la salvezza, la vita eterna.

Il perdono che chiediamo per noi non è semplice cancellazione di una colpa, ma è il dono che, purificandoci, ci permette di essere canali di misericordia per i fratelli che hanno un debito nei nostri confronti. Il perdono che invochiamo è il dono della trasformazione del modo di vedere noi stessi e gli altri, non come dei debitori da cui esigere il dovuto, ma come fratelli e sorelle deboli e fragili come noi, bisognosi di amore. Gesù prega il Padre da figlio e Dio lo riconosce come tale.

Gesù continua a pregare da figlio perché il Padre, guardandoci, riconosca lui in noi ed apra il cuore ad accoglierci e perdonarci. La preghiera è la condizione per la quale possiamo realizzare l’impegno di guardarci con gli stessi occhi di Dio per non attardarci a cogliere tutte le sfumature del male, ma per contemplare negli occhi dei fratelli il volto dell’unico Padre.

Commento a cura di don Pasquale Giordano

FonteMater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]

Letture della
XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Non sia adiri il mio Signore, se parlo.

Dal libro della Gènesi
Gen 18, 20-32

In quei giorni, disse il Signore: «Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!».
Quegli uomini partirono di là e andarono verso Sòdoma, mentre Abramo stava ancora alla presenza del Signore.
Abramo gli si avvicinò e gli disse: «Davvero sterminerai il giusto con l’empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? Lontano da te il far morire il giusto con l’empio, così che il giusto sia trattato come l’empio; lontano da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?». Rispose il Signore: «Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell’ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutto quel luogo».
Abramo riprese e disse: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere: forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città?». Rispose: «Non la distruggerò, se ve ne troverò quarantacinque».
Abramo riprese ancora a parlargli e disse: «Forse là se ne troveranno quaranta». Rispose: «Non lo farò, per riguardo a quei quaranta». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta». Rispose: «Non lo farò, se ve ne troverò trenta». Riprese: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei venti». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola: forse là se ne troveranno dieci». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci».
Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 137 (138)
R. Nel giorno in cui ti ho invocato mi hai risposto.Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo. R.
 
Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza. R.
 
Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l’umile;
il superbo invece lo riconosce da lontano.
Se cammino in mezzo al pericolo, tu mi ridoni vita;
contro la collera dei miei avversari stendi la tua mano. R.
 
La tua destra mi salva.
Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani. R.

Seconda Lettura

Con lui Dio ha dato vita anche a voi, perdonando tutte le colpe.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Col 2,12-14


Fratelli, con Cristo sepolti nel battesimo, con lui siete anche risorti mediante la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti.
 
Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti a causa delle colpe e della non circoncisione della vostra carne, perdonandoci tutte le colpe e annullando il documento scritto contro di noi che, con le prescrizioni, ci era contrario: lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce.

Parola di Dio

Vangelo

Chiedete e vi sarà dato.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11, 1-13

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
“Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione”».
 
Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
 
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
 
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

Parola di Dio

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