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don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 3 Dicembre 2023

Commento al brano del Vangelo di: โœ Mc 13, 33-37

Vegliare e pregare per sperare

Dal libro del profeta Isaรฌaย Is 63,16-17.19; 64,2-7

Se tu squarciassi i cieli e scendessi!

Tu, Signore, sei nostro padre,

da sempre ti chiami nostro redentore.

Perchรฉ, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie

e lasci indurire il nostro cuore, cosi che non ti tema?

Ritorna per amore dei tuoi servi,

per amore delle tribรน, tua ereditร .

Se tu squarciassi i cieli e scendessi!

Davanti a te sussulterebbero i monti.

Quando tu compivi cose terribili che non attendevamo,

tu scendesti e davanti a te sussultarono i monti.

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Mai si udรฌ parlare da tempi lontani,

orecchio non ha sentito,

occhio non ha visto

che un Dio, fuori di te,

abbia fatto tanto per chi confida in lui.

Tu vai incontro a quelli che praticano con gioia la giustizia

e si ricordano delle tue vie.

Ecco, tu sei adirato perchรฉ abbiamo peccato

contro di te da lungo tempo e siamo stati ribelli.

Siamo divenuti tutti come una cosa impura,

e come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia;

tutti siamo avvizziti come foglie,

le nostre iniquitร  ci hanno portato via come il vento.

Nessuno invocava il tuo nome,

nessuno si risvegliava per stringersi a te;

perchรฉ tu avevi nascosto da noi il tuo volto,

ci avevi messo in balรฌa della nostra iniquitร .

Ma, Signore, tu sei nostro padre;

noi siamo argilla e tu colui che ci plasma,

tutti noi siamo opera delle tue mani.

La memoria tiene viva la speranza

La preghiera di lamentazione รจ generata da una condizione di profonda sofferenza causata dalla distruzione delle cittร  e del tempio, che รจ divorato dal fuoco. Alla desertificazione del panorama esteriore fa riscontro la desolazione dellโ€™anima che si sente abbandonata da colui che credeva fosse suo ยซpadreยป. La lamentazione velatamente accusa Dio di tollerare il male e domanda conto del fatto che Egli sembra che aspetti troppo prima di intervenire. Il suo silenzio sembra unโ€™imbarazzante accondiscendenza al male. Colui che prega rimane scandalizzato dellโ€™indifferenza e della reticenza di Dio. Da qui la supplica affinchรฉ Dio non si trattenga nel suo silenzio e inattivitร , ma scenda nelle vicende umane per ristorarle e risanarle con la sua Parola.

Lโ€™argomento portato per convincere Dio ad intervenire con la sua provvidenza, di solito, era poggiato sullโ€™appartenenza alla famiglia di Abramo e Israele, ricordando lโ€™alleanza che Egli aveva stipulato con loro. Questo argomento non regge piรน perchรฉ chi parla a nome del popolo riconosce che non ha meriti o diritti da reclamare. Non rimane altro che lโ€™argomento di sangue per cui Dio รจ chiamato ยซPadreยป.

Invocando Dio il popolo ricorda a sรฉ la sua paternitร . Facendone memoria attiva la speranza che il Signore possa ricordare di essere Padre dโ€™Israele per rinnovare le opere a suo favore. Il profeta intercede per la sua comunitร  chiedendo a Dio di non ricordare il peccato del popolo ma la sua misericordia. In tal modo, lโ€™accento non รจ posto sulla colpevolezza del popolo ma sulla benevolenza di Dio. Il ricordo di essa alimenta la speranza della salvezza e stimola alla conversione. Sicchรฉ, la venuta del Signore non รจ temuta ma desiderata perchรฉ la salvezza risiede solo nellโ€™abitare con il Signore nella sua casa.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corรฌnziย 1Cor 1,3-9

Aspettiamo la manifestazione del Signore nostro Gesรน Cristo.

Fratelli, grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesรน Cristo!

Rendo grazie continuamente al mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi รจ stata data in Cristo Gesรน, perchรฉ in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della conoscenza.

La testimonianza di Cristo si รจ stabilita tra voi cosรฌ saldamente che non manca piรน alcun carisma a voi, che aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesรน Cristo. Egli vi renderร  saldi sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesรน Cristo. Degno di fede รจ Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesรน Cristo, Signore nostro!

Illuminati dalla grazia di Dio diventiamo segni luminosi della sua presenza

Aprendo la lettera indirizzata alle comunitร  cristiane di Corinto, Paolo fa memoria grata dellโ€™opera di Dio per quella Chiesa. Il rendimento di grazie รจ la benedizione rivolta a Dio e ai Corinti. Essi sono indirettamente esortati ad unirsi alla sua preghiera per assumere la consapevolezza di essere destinatari dellโ€™amore gratuito di Dio che li ha benedetti con i carismi, di cui sono stati abbondantemente arricchiti.

I doni di grazia sono il segno eloquente che Dio intende stabilire una relazione stabile con loro affinchรฉ anchโ€™essi possano intessere legami affettivi sempre piรน intensi col Signore Gesรน e unirsi a lui nel dono della sua vita a vantaggio di tuta la Chiesa. Mediante lo Spirito Gesรน si manifesta facendo risplendere la sua gloria nella nostra esistenza. Nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, Dio viene in nostro aiuto affinchรฉ anche noi, toccati dalla misericordia di Dio possiamo diventare, per gli altri, manifestazione del suo amore.

โœ Dal Vangelo secondo Marcoย Mc 13,33-37

Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerร .

In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:

33Fate attenzione, vegliate, perchรฉ non sapete quando รจ il momento. 34รˆ come un uomo, che รจ partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. 35Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerร , se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; 36fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. 37Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!”.

LECTIO

Contesto

Il capitolo13 raccoglie alcuni detti di Gesรน in forma di discorso, che รจ il piรน lungo nel vangelo di Marco. Dopo lโ€™introduzione (vv. 1-4), nella quale i discepoli domandano a Gesรน lumi sugli eventi degli ultimi tempi, egli risponde mettendo in discussione indirettamente la loro pretesa di conoscere in anticipo il ยซquandoยป e i ยซsegniยป della fine (vv. 5-23). Nel cuore del discorso il Maestro propone il grande segno della venuta gloriosa del Figlio dellโ€™uomo (vv. 24-27), mentre la conclusione รจ affidata a due immagini simboliche portatrici del pressante invito alla vigilanza (vv. 28-37).

Come la prima parte del discorso (vv.5-23) anche la terza (vv.28-37) si presenta come un dittico nel quale si susseguono due parabole, quella del fico (vv.28-32) e dei servi vigilanti (vv.33-37). Il contenuto del discorso riguarda il compimento del โ€œtempoโ€ nel quale accade il Regno di Dio. Si nota un collegamento tra la proclamazione del vangelo di Gesรน in Mc 1, 14-15 e il discorso escatologico. Nel primo e nel secondo caso cโ€™รจ il passaggio dallโ€™indicativo (presente o futuro) allโ€™imperativo. Quello che comunemente รจ inteso come il tempo della fine รจ in realtร  il tempo finale, o il fine ultimo del tempo. Lโ€™avvento del Regno di Dio coincide con la venuta del Figlio dellโ€™uomo e lโ€™invito alla conversione e al credere nel Vangelo si traduce nel vegliare per accogliere la volontร  di Dio per metterla in pratica.

Lโ€™attenzione, che inizialmente si era posata sullโ€™evento della distruzione del tempio, alla fine del discorso si concentra sulla venuta del Figlio dellโ€™uomo, ovvero sullโ€™instaurazione del regno messianico nel quale sono invitati tutti gli uomini. Il v.10 riveste un ruolo fondamentale nel discorso di Gesรน perchรฉ fornisce la chiave di lettura del suo annuncio: ยซPrima รจ necessario che il Vangelo sia proclamato a tutte le nazioni. Lโ€™avvento del Figlio dellโ€™uomo che viene ad inaugurare il regno di Dio, quello che non avrร  mai fine, รจ il fine della storia. Il Vangelo di Dio รจ stato proclamato da Gesรน a partire dal battesimo al fiume Giordano: ยซIl tempo รจ compiuto ed รจ giunto Regno di Dio. Le azioni terapeutiche e liberatorie fatte da Gesรน hanno reso testimonianza che le sue parole erano credibili. Chi ha creduto in lui ha sperimentato la potenza di Dio che perdona, dร  la vita, libera, risana; tutto questo accade affinchรฉ chi incontra il Signore, e da Lui si lascia toccare il cuore, possa mettersi a servizio della volontร  divina diventando a sua volta apostolo e testimone della misericordia.

Il regno di Dio cresce tra sofferenze e tribolazioni. Quello che agli occhi dellโ€™uomo comune potrebbe sembrare il fallimento di una impresa di un โ€œvisionarioโ€, in realtร  รจ il compimento del progetto di Dio. Il suo potere, diversamente da quello esercitato dai governanti della terra, non si estende sui popoli per sottometterli, impossessandosi delle loro ricchezze, ma la sua autoritร  mira a radunare tutti gli uomini in unโ€™unica famiglia.

Spiegazione del testo

I verbi allโ€™imperativo strutturano il testo. I verbi ยซGuardate con attenzione, vigilateยป del v. 33 introducono la piccola parabola del v. 34 che si conclude con il compito dato ai servi di vegliare, a cui seguono i vv. 35-37 nei quali risuona due volte lโ€™esortazione a ยซvegliareยป. Nella prima e nella terza parte la vigilanza รจ la condizione grazie alla quale poter conoscere il ยซkairosยป, il ยซtempo opportunoยป nel quale viene il padrone di casa per bussare alla porta della sua dimora.

I personaggi sono Gesรน che parla ai suoi discepoli con i quali entra in dialogo. Il racconto della piccola parabola presenta la figura di un uomo ricco, proprietario di una casa e padrone di servi. Lโ€™attenzione รจ posta sul tempo dellโ€™assenza del padrone il quale, lascia la sua casa non prima di aver istruito i suoi servi. Essi partecipano dellโ€™autoritร  del padrone sulla sua casa pur non essendo i proprietari. Il titolo di proprietร  rimane in capo al padrone ma la sua autoritร  passa a loro che sono chiamati ad amministrarla con la stessa cura del proprietario. Un particolare compito รจ affidato al portiere, il quale sembra essere collegato alla figura del Figlio dellโ€™uomo che รจ nellโ€™imminenza di manifestarsi ยซstando alle porteยป. Il portiere รจ lโ€™uomo della ยซsogliaยป lรฌ dove Gesรน nella giornata inaugurale della sua missione accoglieva tutti i malati e gli indemoniati molti dei quali aveva guarito e liberato.

Dal contesto si comprende che Gesรน sโ€™identifica con il padrone di casa il quale, prima di intraprendere il viaggio che inaugurerร  il tempo della sua assenza, istruisce i suoi servi sul loro compito per prepararsi e preparare lโ€™evento del suo ritorno. I servi sono la controfigura dei discepoli che nel tempo della prova, scandita dalle quattro veglie notturne, devono assumere un atteggiamento attento e vigilante. Se il fico รจ il primo albero a fruttificare nel tempo della raccolta, il mandorlo รจ il primo a fiorire. La visione del profeta Geremia gioca sulle parole ยซmandorloยป e ยซvigilareยป che in ebraico si assomigliano. Il profeta ha la visione di un ramo di mandorlo che รจ spiegata da Dio in questi termini: ยซIo vigilo sulla mia parola per realizzarlaยป (Ger 1,12).

Come Gesรน, anche i discepoli sono chiamati vivere il tempo della vita come ยซkairosยป, tempo nel quale vigilare sulla Parola per realizzarla. In tal modo, essi partecipano alla missione di Gesรน ed esercitano la sua autoritร  manifestando nel presente il Regno di Dio.

I maestri dโ€™Israele insegnavano che, nella storia del mondo, cโ€™erano state quattro grandi notti. La prima al momento della creazione quando Dio disse โ€œSia la luce!โ€ (Gn 1,3). Ci fu una seconda notte, quella in cui Dio stipulรฒ lโ€™alleanza con Abramo (Gn 15). Poi una terza, la madre di tutte le notti, quella della liberazione dโ€™Israele dallโ€™Egitto, fu ยซnotte di veglia per il Signore, notte di veglia per tutti gli israeliti, di generazione in generazioneยป (Es 12,42).

La quarta notte รจ quella attesa da Israele nella quale Dio interverrร  per creare il mondo nuovo e dare inizio al suo regno.

Questa quarta notte รจ accuratamente suddivisa da Marco, secondo il computo popolare romano, in quattro parti, puntualmente richiamate: la sera, la mezzanotte, il canto del gallo, il mattino (v.35). Anche il racconto della passione รจ scandito dalle stesse quattro ore: lโ€™ultima cena si svolge ยซdi seraยป (14,17), Gesรน viene arrestato ยซdi notteยป (14,30), rinnegato ยซal canto del galloยป (14,68.72) e ยซallโ€™albaยป viene consegnato nelle mani di chi ne decreterร  la morte (15,1) e sarร  annunciato come risorto (16, 1-8).

Dunque, il tempo nel quale il Signore viene รจ quello della prova nella quale รจ messa in crisi la fede e ci si sente soli e abbandonati. Lโ€™invito di Gesรน a vegliare nella notte trova riscontro nel racconto degli eventi nel Getsรจmani prima dellโ€™arresto (14, 32-42). Gesรน porta con sรฉ tre dei suoi discepoli nel podere dove di solito si ritirava a pregare. Quella notte egli รจ preso dalla paura e supplica il Padre con animo angosciato. Da una parte chiede di essere liberato dal pericolo della morte e dallโ€™altro si consegna fiducioso nelle sue mani. Gesรน chiede il sostegno dei discepoli e li invita a unirsi alla sua preghiera. Ma essi si addormentano lasciandolo ancora piรน solo. Trovatili addormentati li esorta a vegliare e pregare ยซper non entrare nella tentazioneยป (14,38).

Siccome ยซlo spirito รจ pronto ma la carne รจ deboleยป, la tentazione di ripiegarsi su sรฉ stessi รจ forte. Fondamentale รจ la preghiera con la quale si tiene accesa la luce della speranza per cercare il volto di Dio e invocarne lโ€™aiuto.

MEDITATIO

Vegliare รจ prendersi cura delle relazioni fraterne

Gesรน promette di ritornare. Il suo arrivo sarร  improvviso ma non imprevisto. Non sappiamo lโ€™ora ma conosciamo lโ€™oggi. Non siamo signori del tempo, ma custodi del presente. Oggi รจ il tempo della responsabilitร  nel custodire sรฉ stessi e i fratelli e le sorelle. Lโ€™immagine del portinaio, del guardiano, del custode ricorda la necessitร  di vivere il presente aperti verso il futuro.

Vegliare significa essere consapevoli del fatto che, come dice Gesรน, ยซEgli รจ vicino, รจ alle porteยป (Mc 13,29). Come la sentinella coglie i segni dellโ€™aurora che annunciano lโ€™arrivo del nuovo giorno, cosรฌ Gesรน ci invita ad essere attenti alle tracce di Dio nella nostra vita. Vegliare vuol dire ancora essere consapevole del compito che oggi il Signore mi affida. Non si tratta di un โ€œdovereโ€ da eseguire, ma del senso della propria vita da far diventare esperienza nelle relazioni personali.

Vegliare significa anche svegliarsi dopo essersi addormentati. Il sonno รจ la metafora della condizione nella quale non si รจ piรน in contatto con la realtร , chiusi in sรฉ stessi, arroccati sulle proprie fantasie, interpretazioni o illusioni. Ci si addormenta perchรฉ non si vuole accettare la realtร , fuori o dentro di sรฉ, per non ascoltare il nostro bisogno o perchรฉ si รจ tristi, delusi e stanchi. Addormentarsi non รจ una colpa, ma una situazione nella vita che capita. Gesรน viene a scuoterci e svegliarci.

Tanti sono i modi di vegliare quante sono le situazioni che viviamo e le persone di cui prenderci cura.

La Parola cambia la vita

Sono consapevole di quello che accade nella mia interioritร ? In questo tempo quale emozione provo maggiormente? Cosa significa per me vegliare in questo tempo della mia vita? Quale aspetto della mia vita sento di dover avere maggiore attenzione? Quale responsabilitร  ho consapevolezza di aver ricevuto dal Signore? Quale attenzione avere per le persone affidate alla mia responsabilitร ?

Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร  biblica a Matera

Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna

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