don Paolo Scquizzato – Commento al Vangelo del 25 Dicembre 2023

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Il Natale cristiano si cominciรฒ a celebrarlo tardivamente nella Chiesa. Nel 350 un papa, Giulio I, fissa la data del 25 dicembre mutuandola da antichi culti pagani provenienti dalla Siria e poi confluiti nella cultura romana.

Secondo il calendario giuliano il 25 dicembre era il giorno del Solstizio dโ€™inverno, quando il Sole pareva andasse a morire allโ€™estremo orizzonte toccando il punto piรน basso del suo percorso, per poi risorgere il giorno seguente tornando ad illuminare, scaldare e donare vita.

Traslare la metafora su Gesรน Cristo fu cosa semplice, egli il โ€˜Sol dโ€™Orienteโ€™, la โ€˜Luce del mondoโ€™, che andรฒ a morire in un sepolcro un venerdรฌ santo per poi tornare alla luce il giorno di Pasqua illuminando cosรฌ il mondo intero โ€œdโ€™inizio in inizio attraverso inizi che non hanno mai fineโ€ (Gregorio di Nissa).

รˆ curioso che nellโ€™iconografia dellโ€™Oriente cristiano, sullโ€™icona della Nativitร , alle spalle della scena della nascita, compare sempre un sepolcro vuoto e scuoro.

Nascita-morte e rinascita sono momenti inscindibili dellโ€™unico Mistero.

Il Natale ci ricorda cosรฌ la cifra esistenziale del nostro stare al mondo: venire alla luce di noi stessi.

Partoriti una volta alla vita, venire alla luce di noi stessi continuamente.

In che modo? Morendo a noi stessi. Splendore del paradosso.

Levigando lโ€™io e il mio, staccandoci dai nostri attaccamenti, espropriandoci delle proprie appropriazioni, rinunciando al proprio punto di vista come assoluto, in quel vuoto verginale vertiginoso venutosi a creare, la Luce del mondo puรฒ finalmente darsi al mondo illuminandolo.

Lโ€™Amore รจ sempre sul punto di venire alla luce, ha solo bisogno di qualcuno che gli dia la possibilitร  di farlo.

Dio attende da noi che lo si partorisca. Il resto della creazione lโ€™ha giร  fatto. Per questo il Natale รจ la memoria del nostro ultimo destino: dare carne al Verbo. Partorire lโ€™Amore. Senza qualcuno che lo metta al mondo lโ€™Amore, la Luce, Dio se vogliamo, rimane pura potenzialitร .

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Ma in che modo partorire lโ€™Amore? Amando. Semplicemente amando.

Ma lโ€™amore non รจ da farsi, รจ giร  dato. รˆ la nostra matrice, il nostro Sรฉ autentico. Il nostro elemento costitutivo.

Occorre solo far decantare in noi ciรฒ che amore non รจ, ed emergerร  come luminosa e vitale necessitร .

Perciรฒ, care amiche e cari amici, auguri di Luce. E buona rinascita!

Per gentile concessione di don Paolo Scquizzato

FONTE
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