don Marco Pozza – Commento al Vangelo di domenica 17 Novembre 2019

Mi vergogno: la mia fede misura “zero-virgola”

Accumulate tutto il buio dell’universo, poi moltiplicatelo all’infinito. Ditemi: è abbastanza per spegnere la flebile luce di una candela? Quando mi si affaccia davanti, quella mamma ha il sorriso scritto in faccia: “Scusa se ti ho disturbato: volevo conoscerti, parlarti un po’”. A Venezia, nel frattempo, l’acqua sale, è alta. “Acqua-alta-a-Venezia”, dalle mie parti, è un modo di dire: incidenti, accidenti, contrattempi.

Questa mamma, però, tiene casa sulla collina: il torrente che sciacqua il paese giù in basso, per quanto s’ingrossi, quassù non spaventa mai. Qui dentro, però, il rischio d’annegarsi è altissimo: c’è lui, un ragazzo stupendo di sedici anni, nel fior-fiore della giovinezza. Aveva undici anni, quella mattina era andato a scuola: felice, allegro, zaino in spalla. E’ tornato, non da solo: lo hanno riportato. In carrozzina: d’allora sta a letto, in stato-vegetativo. Il volto è il fermo-immagine di quel volto bambino.

La guardo mentre lo accarezza, gli parla, lo bacia. Venezia sta annegando, i mosaici sono rosicchiati dal sale, le gondole vanno sotto-sopra: «Non vi terrorizzate (…) Vi saranno terremoti, carestie, pestilenze: vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo». A Venezia il mare-mosso è un fatto terrificante. Qui, in collina, una mamma accanto al suo bambino, è un segno-grandioso: fosse ancora vivo Buonarroti, riaggiornerebbe la sua Pietà. La prima pietà della storia: una Mamma, sotto la Croce, con suo Figlio tra le braccia. «La gente pensa che io sia matta – è confessione di donna, la supplente di Dio – ma io persevero nella speranza: continuo a credere che Lui potrà rimetterlo in forma, com’è partito quella mattina».

Dio, è certa, l’aiuterà. Nel frattempo, lei manco se lo immagina, è lei ad aiutare Dio, a tenergli stretta la mano. Ha detto che, nel frattempo, persevera. La (ri)guardo mentre lo cala dal letto, lo sistema in quella carrozzina-altare, lo tratta come fosse Dio. E’ la tenacia, non il talento, a governare la storia. «Verranno giorni nei quali, di quel che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli apostoli sono tutti maschi: iniziano le rivoluzioni. Maria è una (ma)donna: le porta avanti. D’allora, tutto come allora: cominciare una rivoluzione è facile, portarla avanti è molto difficile. Iniziarla è affare dei maschi, concluderla è faccenda delle donne. Che Dio ci aiuti è materia di teologia, aiutare Dio è professione di vera fede. L’unica garanzia per il fallimento è quella di smettere di provarci.

Una mamma è donna-salvavita: «Guardalo: non ti chiedo risposte, nessun uomo potrà rispondere al posto di Dio. Ho solo voglia di raccontarti». Finora mai nessuno mi aveva fatto sentire così a mio agio. Proteggendomi dal rischio delle insulsaggini: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, “Il tempo è vicino”. Non andateci dietro». Tradotto per me: “Lascia che ti sorpassino, don Marco. Tu vai-piano, stai tranquillo dietro a questa donna”. Che viaggia lenta, col bambino in braccio, con addosso le vesti di chi fa la manutenzione dell’umano. «Qualcuno ha il coraggio di dirmi: “Dio, per il tuo bambino, ha un disegno”».

Se glielo dicono tanto per dire, vale il peso di una bestemmia feroce. Se lo dicono per fede, questo figlio è un quadro impressionista: “Bellissimo. Immagino valga un’iradiddìo. Ma che cosa ha disegnato il pittore?” Vale assai, la sua quotazione è proporzionale all’incapacità d’individuare l’oggetto ritratto. Il Papa, oggi, è moda dargli-addosso. Lei, invece, a Pietro si aggrappa, eccome: «Quando dubito, rileggo la sua lettera». Mi concede il lusso della condivisione: «Cari genitori, di fronte alla sofferenza dei piccoli penso sempre che, se potessi fare un miracolo, li guarirei tutti». Alzo gli occhi le parole ritornano: «Io persevero nella speranza». Molti fallimenti nella vita «sono di persone che non si rendono conto di quanto fossero vicine al successo quando hanno rinunciato» (Th. Edison).

L’aveva detto: «Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita». Cristo, senza che mi accorgessi, oggi mi ha spedito a ripetizione da una mamma con le mani in pasta. Con me adopera sempre mille precauzioni: ha una paura-matta che io mi stanchi ad aspettarlo.

Letture della
XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Sorgerà per voi il sole di giustizia.

Dal libro del profeta Malachìa
Ml 3,19-20a

 
Ecco: sta per venire il giorno rovente come un forno.
 
Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio.
 
Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 97 (98)
R. Il Signore giudicherà il mondo con giustizia.

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore. R.
 
Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene a giudicare la terra. R.
 
Giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine. R.

Seconda Lettura

Chi non vuole lavorare, neppure mangi.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
2 Ts 3,7-2

 
Fratelli, sapete in che modo dovete prenderci a modello: noi infatti non siamo rimasti oziosi in mezzo a voi, né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato duramente, notte e giorno, per non essere di peso ad alcuno di voi.
 
Non che non ne avessimo diritto, ma per darci a voi come modello da imitare. E infatti quando eravamo presso di voi, vi abbiamo sempre dato questa regola: chi non vuole lavorare, neppure mangi.
 
Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione. A questi tali, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità.

Parola di Dio

Vangelo

Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 21,5-19

 
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
 
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
 
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
 
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
 
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
 
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

Parola del Signore

Commento a cura di don Marco Pozza

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