don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 2 Novembre 2023

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La morte รจ il grande muro contro cui tutti noi ci scontriamo. In essa non sperimentiamo semplicemente lโ€™idea che la nostra vita finisca in maniera definitiva, ma anche il realizzarsi della nostra piรน grande paura: restare soli in maniera radicale.

Gesรน nel Vangelo di oggi usa unโ€™immagine significativa proprio riguardo a questo: non perdere nulla di ciรฒ che tiene stretto tra le sue mani.

โ€œE questa รจ la volontร  di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell’ultimo giornoโ€.

La fede รจ sentirsi nella mani di Qualcuno di cui si ha fiducia che non mollerร  la presa soprattutto quando tutto il resto verrร  meno. Prima ancora che credere nella resurrezione ognuno di noi deve poter credere che nel momento stesso della morte non siamo soli.

Gesรน รจ entrato nella storia perchรฉ nessuno possa piรน dirsi solo, anche nellโ€™ultimo istante della propria vita. La resurrezione รจ ricordarci che il nostro destino non รจ la morte ma la vita, ma una vita completamente diversa da quella che abbiamo conosciuto.

Cosรฌ come il chicco di grano muore e dร  vita alla spiga cosรฌ la nostra vita che finisce dร  inizio a qualcosa di inimmaginabile rispetto a ciรฒ che conosciamo della vita stessa. Non serve esercitarci con la fantasia, ma serve coltivare una grande fiducia nel mistero di questo destino che giร  si muove dentro di noi.

Infatti la vita eterna non inizia dopo ma รจ giร  allโ€™opera dentro di noi. Si tratta di capire se la stiamo assecondando oppure no.

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La strana atmosfera che attraversa la giornata di oggi รจ fatta di nostalgia e gratitudine. Non si puรฒ capire nulla del mistero della morte finchรฉ non si perde qualcuno che si ama seriamente. Sapere che la morte esiste non ci tocca veramente, ma quando viene a mancare qualcuno che si ama allora la morte assume un peso specifico completamente diverso. Ed รจ proprio in questo secondo caso che si apre in noi il dramma della morte: come puรฒ sussistere lโ€™amore e lโ€™assenza? La ferita di abbandono รจ la ferita che ci terrifica di piรน perchรฉ contempla lโ€™essere lasciati proprio da chi ci ama. Forse รจ proprio per questo che tra i Vangeli di questa giornata Gesรน dice esplicitamente: โ€œE questa รจ la volontร  di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell’ultimo giornoโ€. Nulla andrร  perduto perchรฉ ogni cosa รจ nelle mani di Gesรน. […] Continua a leggere qui.


Autore: don Luigi Maria Epicoco
Commento al brano del Vangelo di: โœ Gv 6,37-40
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