Paolo Curtaz – Commento al Vangelo di domenica 5 Novembre 2023

Commento al brano del Vangelo di: โœ Mt 22,15-21

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Ditemi che non รจ vero

Chiedo per un amico: รจ possibile saltare questo Vangelo e passare alla prossima domenica?

Cioรจ, sul serio dobbiamo meditare questa pagina? No dai, ditemi che non รจ vero, per favore.

Ditemi che questo Vangelo non รจ per me. Non ora, non oggi.

Che riguarda i non credenti. I tiepidi. I lontani. I peccatori. I cativi.

Quelli che guardo con aria di benevola sufficienza dallโ€™alto della mia umiltร  e della mia splendente dimensione spirituale.

Invece no, cavolo.

Matteo รจ preciso e diretto: Gesรน si rivolse alla folla e ai suoi discepoli.

Cioรจ esattamente e precisamente a me. 

Allora facciamo cosรฌ, amici, ve lo devo. Se oggi siete di malumore fermatevi qui.

Se invece osate lasciarvi mettere in discussione, andiamo avanti a leggere.

Ma se lo fate, se lo facciamo, per favore, evitiamo di accampare scuse, di pensare โ€œse lo leggesse il mio parroco!โ€, di giustificarci.

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Lasciamoci tagliare dentro dalla Parola. Una volta tanto!

Lasciamo agire lo Spirito, lasciamo che questo Vangelo scardini le nostre devote e pie certezze, anche se brucia.

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Dicono e non fanno

Forse sono anchโ€™io uno di quelli che dice e non fa. Nel mio caso che scrive e non fa.

Grandi applausi, decine di libri pubblicati e tradotti, migliaia di persone ad ascoltare le mie lectio, la fila come dal salumiere per una stretta di mano.

Grandioso, magnifico. Ma io ascolto ciรฒ che dico? Lo vivo? Si incarna nella mia contraddizione, nella mia ricerca, nel mio vagare? Sono onesto con Dio e con me stesso prima che con voi?

Una cosa sola Gesรน non sopporta in noi discepoli: lโ€™ipocrisia.

Non il senso del limite, e nemmeno il peccato. Ma lโ€™illusione di avere una facciata.

Santa, nel nostro caso.

Quanto danno al Vangelo fanno le nostre incoerenze! Quanta gente allontana il nostro apparire sicuri, i nostri giudizi (santi e timorati nelle nostre intenzioni!). Quanta pessima pubblicitร  facciamo a Dio quando rispettiamo in apparenza i comandamenti salvo poi negarli in ufficio, in casa, in condominio!

Portare grandi croci al collo senza farle risuonare nelle scelte.

E frequentare messe e novene senza convertire le parole e i pensieri.

Come annota giustamente Papa Francesco: per comportarsi in questo modo รจ meglio dirsi atei, almeno non offendiamo il Vangelo.

Intendiamoci: Gesรน non รจ morto per la coerenza e il legalismo imperante non ha nulla a che vedere col Vangelo. Ma non possiamo nemmeno nasconderci dietro questa affermazione per vivere come dei senza Dio.

Fanno di tutto per essere ammirati

Lo so bene per me, narcisista ed egocentrico. Che ho anche avuto in sorte e in dono innumerevoli capacitร . Capacitร  che, stoltamente, a volte mi attribuisco, come se fosse roba mia.

Certo, mentirei se non dicessi che sono colmo di gioia e di soddisfazione quando un mio pensiero, le mie parole, sono prese da Dio per aprirgli i cuori. Ma รจ grazie. รˆ dono. รˆ lo Spirito.

Quando qualche anima tenera mi ringrazia con entusiasmo, mi schernisco e declino ogni responsabilitร . Sembra una battuta ma รจ vero. Se avessi la capacitร  di convertire i cuori farei il dittatore.

Ma รจ una lotta. Se uno รจ piรน apprezzato di me rosico. Mi dร  fastidio se qualcuno vede le mie fragilitร . Temo il giudizio degli altri mentre trascuro quello di Dio che, sempre, รจ solo misericordia pura e feconda.

รˆ bello essere amati. 

Essere ammirati รจ unโ€™altra cosa e rischia di farci scivolare verso lโ€™esterioritร  o verso la depressione.

Siamo amati da Dio a prescindere e questo amore ci mette le ali, e Dio non ci giudica, lascia tempo alla nostra conversione, ci accompagna, ci lascia fiorire.

Chiediamoci, con onestร , se talora i nostri comportamenti non siano finalizzati allโ€™essere ammirati, riconosciuti, premiati.

Fare i bravi bambini, comportarci come gli altri si aspettano che ci comportiamo. Scordandoci di essere noi stessi.

Impongono pesanti fardelli

Quando appesantisco gli altri con assurde richieste, con manifestazioni di potere.

Se mi ami, devi.

Sono tuo padre, quindi.

Se intendi davvero collaborare, dovresti.

Modi subdoli di manipolare, di controllare, di suscitare e gestire sensi di colpa.

La Chiesa non dovrebbe fare cosรฌ. Noi discepoli non dovremmo fare cosรฌ perchรฉ cosรฌ facendo offendiamo il volto di Dio che i pesi li carica sulle proprie spalle.

Gesรน ha vissuto ciรฒ che ha detto.

รˆ stato autentico fino a rendersi odioso.

Ha portato il fardello della tenebra fino ad inchiodarlo alla croce, liberandocene.

E ci ha insegnato la strada.

Nessun Maestro se non Dio.

Nessun guru. Nessun capo.

Liberi fratelli alla ricerca dellโ€™unico Padre.

Servi gli uni della felicitร  degli altri.

Sรฌ, ci sto.

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Mt 23, 1-12 | Paolo Curtaz 17 kb 27 downloads

Trentunesima domenica durante lโ€™anno – Ml 1,14-2,10/ 1Ts 2,7-13/ Mt 23,1-12 …

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