don Lucio D’Abbraccio – Commento al Vangelo del 6 Gennaio 2024

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Prostratisi lo adorarono!

San Matteo nel suo Vangelo scrive: ยซEntrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adoraronoยป. Il cammino esteriore di quegli uomini era finito. Erano giunti alla meta. Ma a questo punto per loro comincia un nuovo cammino, un pellegrinaggio interiore che cambia tutta la loro vita. Poichรฉ sicuramente avevano immaginato questo Re neonato in modo diverso. Si erano appunto fermati a Gerusalemme per raccogliere presso il Re locale notizie sul promesso Re che era nato.

Sapevano che il mondo era in disordine, e per questo il loro cuore era inquieto. Erano certi che Dio esisteva e che era un Dio giusto e benigno. E forse avevano anche sentito parlare delle grandi profezie in cui i profeti dโ€™Israele annunciavano un Re che sarebbe stato in intima armonia con Dio, e che a nome e per conto di Lui avrebbe ristabilito il mondo nel suo ordine.

Per cercare questo Re si erano messi in cammino: dal profondo del loro intimo erano alla ricerca del diritto, della giustizia che doveva venire da Dio, e volevano servire quel Re, prostrarsi ai suoi piedi e cosรฌ servire essi stessi al rinnovamento del mondo. Appartenevano a quel genere di persone ยซche hanno fame e sete della giustiziaยป (cf Mt 5,6). Questa fame e questa sete avevano seguito nel loro pellegrinaggio โ€“ si erano fatti pellegrini in cerca della giustizia che aspettavano da Dio, per potersi mettere al servizio di essa.

Anche se gli altri uomini, quelli rimasti a casa, li ritenevano forse utopisti e sognatori โ€“ essi invece erano persone con i piedi sulla terra, e sapevano che per cambiare il mondo bisogna disporre del potere. Per questo non potevano cercare il bambino della promessa se non nel palazzo del Re. Ora perรฒ sโ€™inchinano davanti a un bimbo di povera gente, e ben presto vengono a sapere che Erode โ€“ quel Re dal quale si erano recati โ€“ con il suo potere intendeva insidiarlo, cosรฌ che alla famiglia non sarebbe restata che la fuga e lโ€™esilio.

Il nuovo Re, davanti al quale si erano prostrati in adorazione, si differenziava molto dalla loro attesa. Cosรฌ dovevano imparare che Dio รจ diverso da come noi di solito lo immaginiamo. Qui cominciรฒ il loro cammino interiore. Cominciรฒ nello stesso momento in cui si prostrarono davanti a questo bambino e lo riconobbero come il Re promesso. Ma questi gesti gioiosi essi dovevano ancora raggiungerli interiormente.

Dovevano cambiare la loro idea sul potere, su Dio e sullโ€™uomo e, facendo questo, dovevano anche cambiare se stessi. Ora vedevano: il potere di Dio รจ diverso dal potere dei potenti del mondo. Il modo di agire di Dio รจ diverso da come noi lo immaginiamo e da come vorremmo imporlo anche a Lui. Dio in questo mondo non entra in concorrenza con le forme terrene del potere. Non contrappone le sue divisioni ad altre divisioni.

A Gesรน, nellโ€™Orto degli ulivi, Dio non manda dodici legioni di angeli per aiutarlo (cf Mtย 26,53). Egli contrappone al potere rumoroso e prepotente di questo mondo il potere inerme dellโ€™amore, che sulla Croce โ€“ e poi sempre di nuovo nel corso della storia โ€“ soccombe, e tuttavia costituisce la cosa nuova, divina, che poi si oppone allโ€™ingiustizia e instaura il Regno di Dio. Dio รจ diverso โ€“ รจ questo che ora riconoscono. E ciรฒ significa che ora essi stessi devono diventare diversi, devono imparare lo stile di Dio.

Erano venuti per mettersi a servizio di questo Re, per modellare la loro regalitร  sulla sua. Era questo il significato del loro gesto di ossequio, della loro adorazione. Di essa facevano parte anche i regali โ€“ย oro,ย incensoย eย mirraย โ€“ doni che si offrivano a un Re ritenuto divino. Lโ€™adorazione ha un contenuto e comporta anche un dono. Volendo con il gesto dellโ€™adorazione riconoscere questo bambino come il loro Re al cui servizio intendevano mettere il proprio potere e le proprie possibilitร , gli uomini provenienti dallโ€™Oriente seguivano senzโ€™altro la traccia giusta.

Servendo e seguendo Lui, volevano insieme con Lui servire la causa della giustizia e del bene nel mondo. E in questo avevano ragione. Ora perรฒ imparano che ciรฒ non puรฒ essere realizzato semplicemente per mezzo di comandi e dallโ€™alto di un trono. Ora imparano che devono donare se stessi โ€“ un dono minore di questo non basta per questo Re.

Ora imparano che la loro vita deve conformarsi a questo modo divino di esercitare il potere, a questo modo dโ€™essere di Dio stesso. Devono diventare uomini della veritร , del diritto, della bontร , del perdono, della misericordia. Non domanderanno piรน: Questo a che cosa mi serve? Dovranno invece domandare: Con che cosa servo io la presenza di Dio nel mondo? Devono imparare a perdere se stessi e proprio cosรฌ a trovare se stessi. Andando via da Gerusalemme, devono rimanere sulle orme del vero Re, al seguito di Gesรน.

Ebbene, domandiamoci che cosa tutto questo significhi per noi. Poichรฉ quello che abbiamo appena detto sulla natura diversa di Dio, che deve orientare la nostra vita, suona bello, ma resta piuttosto sfumato e vago. Per questo Dio ci ha donato degli esempi.

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I Magi provenienti dallโ€™Oriente sono soltanto i primi di una lunga processione di uomini e donne che nella loro vita hanno costantemente cercato con lo sguardo la stella di Dio, che hanno cercato quel Dio che a noi, esseri umani, รจ vicino e ci indica la strada. รˆ la grande schiera dei santi โ€“ noti o sconosciuti โ€“ mediante i quali il Signore, lungo la storia, ha aperto davanti a noi il Vangelo e ne ha sfogliato le pagine; questo, Egli sta facendo tuttora. Nelle loro vite, come in un grande libro illustrato, si svela la ricchezza del Vangelo.

Essi sono la scia luminosa di Dio che Egli stesso lungo la storia ha tracciato e traccia ancora. I beati e i santi sono stati persone che non hanno cercato ostinatamente la propria felicitร , ma semplicemente hanno voluto donarsi, perchรฉ sono state raggiunte dalla luce di Cristo. Essi ci indicano cosรฌ la strada per diventare felici, ci mostrano come si riesce ad essere persone veramente umane. Nelle vicende della storia sono stati essi i veri riformatori che tante volte lโ€™hanno risollevata dalle valli oscure nelle quali รจ sempre nuovamente in pericolo di sprofondare; essi lโ€™hanno sempre nuovamente illuminata quanto era necessario per dare la possibilitร  di accettare โ€“ magari nel dolore โ€“ la parola pronunciata da Dio al termine dellโ€™opera della creazione: ยซรˆ cosa buonaยป.

Basta pensare a figure come San Benedetto, San Francesco dโ€™Assisi, Santa Teresa dโ€™Avila, Santโ€™Ignazio di Loyola, San Carlo Borromeo, ai fondatori degli Ordini religiosi dellโ€™Ottocento che hanno animato e orientato il movimento sociale, o ai santi del nostro tempo โ€“ Massimiliano Kolbe, Edith Stein, Madre Teresa, Padre Pio. Contemplando queste figure impariamo che cosa significa ยซadorareยป, e che cosa vuol dire vivere secondo la misura del bambino di Betlemme, secondo la misura di Gesรน Cristo e di Dio stesso.

I santi, abbiamo detto, sono i veri riformatori. Ora vorrei esprimerlo in modo ancora piรน radicale: Solo dai santi, solo da Dio viene la vera rivoluzione, il cambiamento decisivo del mondo. Nel secolo appena passato abbiamo vissuto le rivoluzioni, il cui programma comune era di non attendere piรน lโ€™intervento di Dio, ma di prendere totalmente nelle proprie mani il destino del mondo.

E abbiamo visto che, con ciรฒ, sempre un punto di vista umano e parziale veniva preso come misura assoluta dโ€™orientamento. Lโ€™assolutizzazione di ciรฒ che non รจ assoluto ma relativo si chiama totalitarismo. Non libera lโ€™uomo, ma gli toglie la sua dignitร  e lo schiavizza. Non sono le ideologie che salvano il mondo, ma soltanto il volgersi al Dio vivente, che รจ il nostro creatore, il garante della nostra libertร , il garante di ciรฒ che รจ veramente buono e vero. La rivoluzione vera consiste unicamente nel volgersi senza riserve a Dio che รจ la misura di ciรฒ che รจ giusto e allo stesso tempo รจ lโ€™amore eterno. E che cosa mai potrebbe salvarci se non lโ€™amore?

Sono molti coloro che parlano di Dio; nel nome di Dio si predica anche lโ€™odio e si esercita la violenza. Perciรฒ รจ importante scoprire il vero volto di Dio. I Magi dellโ€™Oriente lโ€™hanno trovato, quando si sono prostrati davanti al bambino di Betlemme. In Gesรน Cristo, che per noi ha permesso che si trafiggesse il suo cuore, in Lui รจ comparso il vero volto di Dio. Lo seguiremo insieme con la grande schiera di coloro che ci hanno preceduto. Allora cammineremo sulla via giusta.

Questo significa che non ci costruiamo un Dio privato, non ci costruiamo un Gesรน privato, ma che crediamo e ci prostriamo davanti a quel Gesรน che ci viene mostrato dalle Sacre Scritture e che nella grande processione dei fedeli chiamata Chiesa si rivela vivente, sempre con noi e al tempo stesso sempre davanti a noi. Si puรฒ criticare molto la Chiesa. Noi lo sappiamo, e il Signore stesso ce lโ€™ha detto: essa รจ una rete con dei pesci buoni e dei pesci cattivi, un campo con il grano e la zizzania. In fondo, รจ consolante il fatto che esista la zizzania nella Chiesa.

Cosรฌ, con tutti i nostri difetti possiamo tuttavia sperare di trovarci ancora nella sequela di Gesรน, che ha chiamato proprio i peccatori. La Chiesa รจ come una famiglia umana, ma รจ anche allo stesso tempo la grande famiglia di Dio, mediante la quale Egli forma uno spazio di comunione e di unitร  attraverso tutti i continenti, le culture e le nazioni. Perciรฒ siamo lieti di appartenere a questa grande famiglia che vediamo qui; siamo lieti di avere fratelli e amici in tutto il mondo.

ยซEntrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adoraronoยป. Ebbene sรฌ. Questa non รจ una storia lontana, avvenuta tanto tempo fa. Questa รจ presenza. Qui nellโ€™Ostia sacra Egli รจ davanti a noi e in mezzo a noi. Come allora, si vela misteriosamente in un santo silenzio e, come allora, proprio cosรฌ svela il vero volto di Dio. Egli per noi si รจ fatto chicco di grano che cade in terra e muore e porta frutto fino alla fine del mondo (cf Gv 12,24). Egli รจ presente come allora in Betlemme. Ci invita a quel pellegrinaggio interiore che si chiama adorazione. Chiediamo prostrati al Re dei re, per intercessione della sua Santissima Madre, di guidarci nel nostro pellegrinaggio terreno. Amen!

Fonte

Don Lucio D’Abbraccio

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