Gesรน, Pastore buono
In questa quarta domenica di Pasqua, presentandoci il capitolo 10 del Vangelo di Giovanni, la liturgia ci invita a riflettere su Gesรน, pastore buono, e sullโimpegno che a noi deriva di conoscerlo e di seguirlo. Il tema del pastore รจ presente spesso nella Bibbia, sia nellโAntico che nel Nuovo Testamento. Nei testi dellโAntico Testamento i motivi piรน sottolineati sono la grandezza dellโamore di Dio, la scelta, la conoscenza reciproca, la comunanza di vita, la preoccupazione di Dio per il suo popolo, la condanna dei falsi profeti, lโimpegno da parte di Dio di riunire il suo popolo disperso, specialmente a causa dellโesilio, e quello di dargli un pastore secondo il suo cuore. Questi motivi sono ripresi anche da Gesรน che si proclama lโunico pastore, il pastore buono.
Gesรน รจ il vero pastore soprattutto perchรฉ รจ pronto a dare la vita per il suo gregge, a farsi agnello solidale che prende su di sรฉ i peccati o il peccato del mondo per annullarlo nel suo sangue. Egli รจ anche il pastore vero perchรฉ conosce le sue pecore, le chiama a una ad una ed esse sanno riconoscere la sua voce: ยซe le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perchรฉ conoscono la sua voceยป. Gesรน non si rivela soltanto come il pastore unico e legittimo, ma anche come la porta attraverso la quale si puรฒ uscire e trovare pascoli ubertosi. Egli dichiara di essere venuto perchรฉ gli uomini ยซabbiano la vita e lโabbiano in abbondanzaยป.
Il Signore, dunque, come recita il salmo 22, ยซรจ il mio pastoreยป e pertanto va innanzi a noi, ci indica la strada da percorrere, ยซad acque tranquilleยป ci conduce e ยซsu pascoli erbosiยป ci fa riposare. Gesรน, pastore buono, ci riempie di fiducia e di speranza, non ci lascia soli in preda alle nostre paure e angosce, anche quando dovessimo camminare ยซper una valle oscuraยป
Il brano del Vangelo ci presenta inoltre il nostro rapporto con Gesรน: la sequela, che presuppone una chiamata da parte del Pastore, anzi, un possesso da parte sua che implica, da parte nostra, un rifiuto di tutti gli altri pastori, perchรฉ Cristo รจ lโunico ed esclusivo pastore. Questo comporta che dobbiamo fidarci ciecamente non degli uomini ma solo ed esclusivamente di Dio perchรฉ fidandoci degli uomini non facciamo altro che riempirci di fumo e di vuoto. Lโapostolo Pietro, infatti, nella sua prima lettera, ci ricorda: ยซeravate erranti come pecore, ma ora siete stati ricondotti al pastore e custode delle vostre animeยป.
Ebbene, chiediamoci se siamo realmente ritornati al Signore Gesรน con unโadesione piena e totale, senza riserve, senza rimpianti di alcun genere. Chiediamoci se, fra tanti messaggi che ci giungono da molte e svariate parti e che ci stordiscono, sappiamo riconoscere la voce del Signore, perchรฉ conoscere la sua voce รจ condizione essenziale per appartenere a lui. Infine chiediamoci se ci fidiamo fino in fondo di questo Pastore che cammina sempre innanzi a noi, con il suo bastone e il suo vincastro nei momenti di scoraggiamento, dolore, sfiducia.
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Rinnoviamo in questa celebrazione dellโeucaristia, mentre il buon Pastore ci nutre con la sua parola e con il suo corpo e il suo sangue, la nostra riconoscenza al Signore che ha dato la vita per noi. Rinnoviamo con gioia la nostra disponibilitร a lasciarci guidare da lui che รจ la ยซvia, la veritร e la vitaยป cf Gv 14, 6) che ci conduce al Padre suo e Padre nostro che รจ nei cieli.
Don Lucio D’Abbraccio
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