La porta รจ stretta, ma non รจ chiusa a chiave
ยซSignore, sono pochi quelli che si salvano?ยป Una domanda che attraversa i secoli e arriva fino a noi. Quante volte, davanti alle tragedie del mondo, ai conflitti, alle ingiustizie, ci siamo chiesti anche noi: ยซMa alla fine, chi ce la farร ? Ci sarร posto anche per me?ยป
Gesรน, perรฒ, non risponde con statistiche o percentuali. Non dice: ยซSรฌ, sono pochiยป o ยซNo, sono tantiยป. La sua risposta รจ sorprendente: ยซSforzatevi di entrare per la porta strettaยป. ร come se un ragazzo chiedesse al suo allenatore: ยซMister, quanti della mia squadra andranno alle Olimpiadi?ยป. E lโallenatore rispondesse: ยซNon pensare agli altri, concentrati sul tuo allenamento!ยป.
Attenzione: Gesรน non dice che la porta รจ chiusa, non dice che รจ per pochi eletti. Dice che รจ stretta. E questo cambia tutto. Una porta stretta non รจ invalicabile, ma richiede decisione, sforzo personale, un modo preciso di attraversarla.
Pensate a un alpinista che vuole scalare lโEverest: non puรฒ portarsi dietro il frigorifero, il divano e la televisione. Deve alleggerirsi, scegliere solo lโessenziale. La porta stretta รจ lโinvito a liberarci da ciรฒ che appesantisce il cuore: lโegoismo, lโindifferenza, la superficialitร .
E la porta stretta nella vita quotidiana? ร la porta della pazienza quando vorremmo esplodere di rabbia con un figlio che non ascolta o con un collega che ci provoca. ร molto piรน larga e comoda la porta dellโinsulto, vero? ร la porta della fedeltร al nostro sposo o alla nostra sposa, anche quando la routine appesantisce il cuore e altre porte piรน larghe e apparentemente piรน eccitanti sembrano aprirsi attorno a noi. ร la porta dellโonestร , quando potremmo facilmente guadagnare qualcosa in piรน con una piccola furbizia, senza che nessuno se ne accorga. ร la porta del perdono, quando tutto il nostro orgoglio grida vendetta. La porta larga รจ il rancore, che ci fa sentire potenti per un istante, ma ci avvelena lโanima.
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SantโAgostino diceva: ยซDio ha sete che noi abbiamo sete di luiยป. Ma spesso siamo come quei turisti che visitano la Cappella Sistina guardando solo il cellulare per fare selfie, perdendosi la bellezza che hanno davanti agli occhi. Viviamo accanto a Gesรน senza vederlo davvero, parliamo di lui senza ascoltarlo, lo nominiamo senza conoscerlo.
Nel Vangelo alcuni si vantano: ยซAbbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze!ยป. ร lโillusione di chi pensa che basti la vicinanza esteriore. ร come quello studente che si siede sempre in prima fila ma non studia mai, convinto che la prossimitร al professore basti per superare lโesame. O come chi pensa di essere un grande cuoco solo perchรฉ guarda tutti i programmi televisivi di cucina, senza mai accendere i fornelli.
San Giovanni Crisostomo ci ricorda: ยซNon basta chiamare Cristo โSignoreโ se poi non si fa la volontร del Padreยป. Quante volte diciamo ยซCerto, Signore!ยป e poi facciamo di testa nostra? ร come quel figlio che dice sempre ยซSรฌ, mammaยป ma poi non muove un dito per aiutare in casa.
Gesรน ci avverte: verrร un giorno in cui il padrone di casa si alzerร e chiuderร la porta. E allora, da fuori, alcuni busseranno dicendo: ยซSignore, aprici!ยป. E si sentiranno rispondere: ยซNon so di dove sieteยป. Terribile! Ma la cosa piรน scioccante รจ la loro protesta: ยซAbbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazzeยป. Che tradotto significa: ยซSignore, ma come? Sono sempre venuto a Messa, ho fatto la comunione, ho il Vangelo in casa, ho anche condiviso le tue frasi su Facebook!ยป.
Gesรน ci dice che non basta una religiositร di facciata. ร come avere cinquemila amici sui social ma nessuno con cui parlare quando siamo tristi. Conoscere Gesรน non รจ sapere cose su di lui, ma avere una relazione viva con lui. Possiamo sedere allo stesso tavolo ogni giorno con una persona e rimanere un perfetto sconosciuto se non le apriamo mai il cuore.
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Ecco allora il colpo di scena: ยซVerranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimiยป. Quante volte la cronaca ci stupisce! Il grande manager che ruba milioni e la donna delle pulizie che restituisce il portafoglio trovato. Il sacerdote che scandalizza e il carcerato che si converte. Dio ha una matematica diversa, una logica che capovolge.
Non รจ una minaccia, ma una promessa: nessuno รจ escluso per sempre, ma nessuno puรฒ sentirsi arrivato per sempre. ร come una maratona: conta piรน la costanza che la velocitร iniziale. Ho visto corridori partire come razzi e fermarsi al primo chilometro, e altri iniziare piano e tagliare il traguardo con il sorriso.
La bellezza del cristianesimo รจ questa: non รจ un club per perfetti, ma un ospedale per feriti in cammino. San Girolamo scriveva: ยซil giusto cade sette volte al giorno, ma si rialzaยป. Ciรฒ che conta non รจ non cadere mai, ma rialzarsi sempre.
Vedete, la vita cristiana non รจ una comoda passeggiata in un ampio viale, ma un sentiero che richiede scelta e sforzo. SantโAgostino lo dice bene: ยซColui che ti ha creato senza di te, non ti salverร senza di teยป. Dio non ci trascina a forza. Attende il nostro passo, il nostro sforzo dโamore.
E quando le forze mancano, quando la porta sembra troppo stretta, ricordiamoci che non siamo soli. Maria รจ la Porta del Cielo, la porta attraverso la quale Dio รจ entrato nel mondo. Lei ha percorso per prima la via stretta dellโamore, dicendo โsรฌโ anche senza capire tutto, camminando nel buio fidandosi della luce. Come mamma che prende per mano i suoi figli, ci accompagna anche lei, per aiutarci a passare attraverso la porta che non conduce alla fine, ma allโinizio della vera vita.
La porta รจ stretta, ma รจ aperta. E dallโaltra parte cโรจ Qualcuno che ci aspetta con le braccia spalancate. Amen!
Per gentile concessione di don Lucio, dal suo blog.
Chi รจ Don Lucio D’Abbraccio?
Don Lucio D’Abbraccio
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