Don Luciano Labanca – Commento al Vangelo del 3 Gennaio 2021

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Guardando alle esperienze religiose dellโ€™umanitร  si coglie come lโ€™uomo abbia sempre cercato di relazionarsi al divino con le proprie forze, con riti di propiziazione e sacrifici, o addirittura pensando di poter raggiungere il mondo divino sfidandolo. La via cristiana รจ completamente diversa: essa si fonda su unโ€™iniziativa divina, secondo la quale Dio ha deciso di avvicinarsi allโ€™uomo, invitandolo a condividere la sua stessa vita e creando unโ€™alleanza nuova, fatta di partecipazione alla sua stessa divinitร .

In altre parole, con il mistero dellโ€™Incarnazione โ€“ che la Chiesa ci invita ad approfondire in questa domenica, mediante la riproposizione del Prologo di Giovanni โ€“ Dio si avvicina allโ€™uomo e lโ€™uomo si avvicina a Dio in Cristo, vero uomo e vero Dio. Lui, la Parola definitiva del Padre allโ€™umanitร , รจ il tramite per accedere a Dio, il Pontefice e Sommo Sacerdote della Nuova Alleanza. Cristo ha reso Dio accessibile allโ€™uomo, perchรจ รจ venuto ad abitare in mezzo a noi, a costruire la sua tenda (eskenosen), come dice il testo originale, cioรจ a porre la sua dimora stabile in mezzo a noi. La via di comunicazione tra Dio e lโ€™uomo, interrotta dal peccato di Adamo, in Cristo viene ripristinata e portata alla sua potenza massima.

Cristo รจ la via a Dio, lโ€™esegeta del Padre, colui che viene a rivelarci il vero volto di Dio. La prima pagina del Vangelo di Giovanni, non รจ solo unโ€™introduzione al suo Vangelo, ma ne rappresenta la chiave di lettura principale. Tutti i segni che Gesรน compirร  nei capitoli successivi, fino al segno massimo del suo passaggio pasquale con la morte e risurrezione, sono uno sviluppo di questa dinamica di rivelazione iniziata con il mistero della sua venuta nel mondo. Guardando a Gesรน, incontrandolo e amandolo, noi siamo introdotti nella vita divina.

Di fronte al desiderio di Filippo โ€œSignore, mostraci il Padre e ci bastaโ€œ, Gesรน risponde: โ€œDa tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padreโ€ (Gv 14, 9). Quante volte questa domanda sorge anche in noi! Il mistero del Natale viene a ricordarci proprio questo: in Gesรน trovano compimento tutte le attese e le speranze dellโ€™uomo, perchรจ Egli รจ la pienezza della vita, della rivelazione e della conoscenza di Dio. Accostandoci a Lui, noi tutti possiamo attingere alla sorgente della grazia, perchรจ la sua presenza diventi nostra forza e nostra luce.

Avvicinarsi a Lui, lasciarsi coinvolgere dalla sua presenza e dalla pienezza della sua grazia, come ci ricorda la Lettera agli Ebrei, รจ la piรน grande delle benedizioni: โ€œVoi invece vi siete accostati al monte Sion, alla cittร  del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, allโ€™adunanza festosa e allโ€™assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesรน, mediatore dellโ€™alleanza nuova, e al sangue purificatore, che รจ piรน eloquente di quello di Abeleโ€ (Eb 12, 22-24).

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Come in una parafrasi luminosa di queste parole, allโ€™inizio del suo ministero come successore di Pietro, il lontano 24 aprile 2005, papa Benedetto con un messaggio sempre attuale sullโ€™amicizia con Cristo, ci ricordava: โ€œSolo in questโ€™amicizia si dischiudono realmente le grandi potenzialitร  della condizione umana. Solo in questโ€™amicizia noi sperimentiamo ciรฒ che รจ bello e ciรฒ che libera. Cosรฌ, oggi, io vorrei, con grande forza e grande convinzione, a partire dallโ€™esperienza di una lunga vita personale, dire a voi, cari giovani: non abbiate paura di Cristo! Egli non toglie nulla, e dona tutto. Chi si dona a lui, riceve il centuplo. Sรฌ, aprite, spalancate le porte a Cristo โ€“ e troverete la vera vita. Amenโ€ (Benedetto XVI, Omelia di inizio pontificato, 24 aprile 2005).


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