La morte inganna, Dio non mente
Ogni domenica, alla fine del Credo, ripetiamo: ยซAspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrร ยป. Non รจ un mero atto di fede rituale:ย รจ la convinzione profonda su cui costruiamo la nostra esistenza.ย Non si tratta di fuggire dalla vita terrena, ma di guardare oltre, di confidare nella promessa di Dio, che offre piรน di quanto la nostra esperienza limitata possa immaginare.
In questo contesto, il problema piรน grande della vita umana,ย la morte, assume una luce nuova. La morte non รจ semplicemente una chiusura: รจ anche apertura, non una fine definitiva ma un passaggio verso la vita piena. I primi cristiani la definivanoย dies natalis, il giorno della nuova nascita. Questa prospettiva cambia radicalmente il modo in cui comprendiamo la vita terrena: non piรน come storia principale, con lโaldilร come appendice, ma comeย prefazione che introduce alla storia fondamentale dellโesistenza, che si compie in Dio.
Dio non vuole la morte: Egli ha sempre lottato contro di essa. La risurrezione di Cristo ne รจ la prova definitiva, lโatto cheย ha forzato le porte della morteย e ha rivelato Dio come amante della vita. In questa luce, le espressioni che talvolta leggiamo nei necrologi โ โDio ce lo ha dato, Dio ce lo ha toltoโ โ appaionoย fraintese.
Dio non riprende la vita:ย Egli la custodisce, la rinnova, la libera dalla morte.ย I cristiani, partecipando alla risurrezione di Cristo, possono affrontare la morte senza paura, con la certezza che essa non รจ lโultima parola. […] CONTINUA SU FAMIGLIA CRISTIANA
