Capitolo 4
Ma ecco appunto che la gente tende a prendere il buono di queste tendenze: si orienta verso una spiritualità (dallo spiritualismo) in cammino sereno, a misura della specifica persona (dal pragmatismo), verso e grazie ai riferimenti della fede (dal razionalismo delle risposte prefabbricate, dalla dottrina). Uno sviluppo graduale, talora lentissimo perché poco supportato dall’alto. Ma nel crollo generale di tutto la speranza di un recupero dell’umano semplice in Dio.
Non ha detto Maria che alla fine il suo cuore immacolato trionferà? Poche densissime parole che sembrano indicare proprio la strada del cuore semplice che accoglie la Luce serena, a misura, nella quale esiste e che, proprio accolta, gli viene con delicatezza sempre più donata. Anche quel “alla fine” sembra riferirsi al lungo cammino, al fallimento delle proprie vie che talora bisogna sperimentare per divenire poveri bisognosi dell’aiuto di Dio e degli altri.
Una Chiesa decimata, con i giovani spesso lontani, è drammaticamente costretta a cercare altre strade se non vuole del tutto sparire. La speranza ancora una volta viene dal basso, dal popolo, dal sempre nuovo, più profondo, ritorno al Gesù dei vangeli. Vicino a ciascuno, attento con discrezione ad aiutare ciascuno, se lo vuole, ad aprire il cuore per le proprie autentiche, graduali, vie e non con risposte meccaniche.
Attento ai bisogni concreti, specifici, ai dolori, alle speranze. In un mondo che si distrugge si diffonde il bisogno di questo.
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