Capitolo 2
Maggio 2035. L’umanità attraversa una crisi durissima. Si è instaurato attraverso l’istruzione, i media, un potere che ha spogliato la gente di tutto: di una liberamente scelta formazione, fin dalla scuola, nella identità ricercata e nell’allora autentico scambio con le altre, sostituendola con solidarismo omologante che in nome del reciproco rispetto spegne la ricerca dei giovani e rende la gente soggetta alla manipolazione da parte di una cultura, di una informazione, asservite ai potenti della finanza e di internet.
Il popolo è stato defraudato dei propri risparmi per ripianare i giochini finanziari di banche troppo grandi, si dice, per poter fallire. Il lavoro precarizzato e schiavizzato, le libere professioni, le piccole e medie imprese, le famiglie, schiacciate dalle tasse e da leggi assurde. E ormai incapaci di aiutare come in passato i figli disoccupati a sopravvivere. I sinceri cercatori della verità perseguitati come criminali e gli obiettori di coscienza pro domo imperii esaltati come eroi. La Chiesa vive una crisi profonda. Tra le gerarchie vescovi che hanno ritenuto di accordarsi col potere tendono a far nominare altri vescovi della loro opinione. Una minoranza di vescovi è preda di gruppi in conflitto con l’apparato dominante ma che ambiscono solo a sostituire quella manipolazione con la propria.
Anche alcune piccole realtà dell’informazione più aperte al vero sono guidate da persone che temono di perdere il controllo della loro opera. Pochissimi i gruppi che comprendono che non accogliendo i contributi della gente, di tante persone preparatissime ma fuori dalle logiche del sistema non fanno che alimentare gli interessi del potere. Impedendo la formazione di reti di comunicazione e riducendosi a piccole confraternite. Al punto da divenire di fatto innocui canali di sfogo di qualcuno. Pandemie impediscono alla gente di vedersi dal vivo, di sviluppare forme di riflessione e di attività più adeguate.
Virus affrontati sotto l’egida di quei poteri che alla loro diffusione appaiono chiaramente interessati. Gli uomini ridotti a computer subiscono sempre più la competizione delle macchine invece di poter sviluppare una feconda complementarietà. Uno scatafascio in ogni cosa. Pericoli veri o inventati da chi davvero comanda ingabbiano le persone, le opere. La società della ragione astratta, della tecnica, sviluppa sempre più le sue conseguenze. Filosofi hanno predetto questa china drammatica ma descrivendola come irreversibile perché restando essi stessi nell’ottica di questa cultura.
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