don Gabriele Nanni – Commento al Vangelo del 15 Luglio 2021

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SOAVITÀ DEL GIOGO DI CRISTO

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,28-30

Mitezza e umiltà sono le caratteristiche che Gesù ci chiede di imitare sul suo modello.
Leggendo con attenzione i vangeli, leggendo l’interezza della sua vita, non possiamo che rimanere attoniti davanti alla scelta di Dio Padre di inviare il suo Figlio nella debolezza della carne per noi.
Dov’è dunque la potenza di Dio, dove è la vittoria sul male, dove è la giustizia di tanti mali che si abbattono quotidianamente sui giusti, su coloro che temono Dio?

Il mistero della vita di Gesù, vero Dio e vero uomo si rivela e si nasconde allo stesso tempo in questa scelta sacramentale, cioè misteriosa. Il mistero è la presenza di Dio nelle cose, negli uomini, in Gesù lo è in modo strabiliante poiché è Dio in persona, e non solo la sua presenza in un uomo o in un oggetto o in un luogo.
Gesù, dunque, è più di un profeta che porta in sé la parola di Dio, il suo messaggio e la sua potenza. Gesù è la stessa presenza in persona di Dio, ma che si cela dietro l’umanità e l’umiltà dell’esistenza umana.
Quanto più non accettiamo questo fatto tanto più non accettiamo il corso delle cose, del male presente nel mondo e in noi, del bene sopraffatto, della vittoria gaudente dei malvagi, delle malattie e della morte, dei cari strappati prematuramente, delle vittime senza numero della prepotenza.

Gesù è il Cristo, ma il modo in cui intende risolvere il male nel mondo non ci aggrada, perché vorremmo vendetta e giustizia subito.
Gesù invece si sottopone, lui che è Dio, alla povertà, alla fame, alla persecuzione, alla ingiustizia ed alla morte ricevuta in nome della giustizia umana, ma ancor più bruciante per la maschera ipocrita ed istituzionale della sentenza di morte.
Eppure, questa è la via che indica: egli non è venuto per spezzare la canna incrinata e spegnere il lucignolo fumigante. Questo vuol dire che non è venuto con la forza, con la violenza e per il giudizio. È venuto a cercare e recuperare chi è perduto, a bussare ai cuori uno ad uno per essere accolto e accettato.

Il mondo degli uomini reprobo e malvagio comprende solo la ragione della forza, e della costrizione, quella della potenza che affascina, ma che è anche oggetto di ambizione, la si serve per scalarla. Queste ragioni, che provengono dal peccato dell’uomo sono quelle che Gesù, l’Uomo nuovo, puro da peccato, non possiede.
Egli viene dunque a cercare chi è disposto a diventare come lui, mite e umile, come è Dio stesso e salvare dal grande peccato della superbia della vita.

La giustizia praticata da Gesù dà una grande pace, quella di essere graditi a Dio. La coscienza nella pace riposa, e la fatica della lotta è ristorata.
La lotta è contro la tentazione di assimilarsi al mondo e diventare vendicativi, giustizieri, di asservire le spinte dell’ambizione, dell’orgoglio e dell’ira.
La lotta consiste nel non lasciarsi provocare dalle umiliazioni, dalle sofferenze e dalle sconfitte.
Gesù promette altro, una beatitudine che compenserà infinitamente le anime a lui fedeli, quello di buona volontà, che cercano Dio.
L’essere di Gesù tra gli uomini come via e modello, non si limita però all’insegnamento ed all’esempio: Gesù assicura vicinanza e protezione, cura dei nostri mali e ferite, ristoro alle nostre anime, ci avvolge col suo amore, ci tiene nella sua mano potente, ci assicura di essere il vincitore, di essere uomo che patisce, ma in realtà è Signore, che si disvela al momento opportuno.

Ora, però, la sua umiltà e la sua mitezza si devono prolungare nel suo corpo, in noi, sue membra vive sulla terra.
In noi Gesù estende il suo essere e ci trasforma a sua immagine e anticipa ora la stessa pace e beatitudine nella sofferenza, nell’amarezza, nella apparente sconfitta. Tale pace rende il giogo della vita accettato: il suo giogo, leggero e soave.

L’accettazione delle cose che accadono chiede un atto di fede in Gesù, Signore, e un atto di fiducioso abbandono nelle sue mani, con la certezza che il passaggio attraverso la morte, di qualsiasi tipo, è guida verso la luce nella pienezza della vita, la sua, che trasmette a noi.

Dio vi benedica!
Gabriele Nanni

Fonte:  YOUTUBE | SPREAKER