don Francesco Pedrazzi – Commento al Vangelo di domenica 8 Ottobre 2023

Un Dio sempre a braccia aperte 

Ancora una parabola di Gesù: una “pro-vocazione” rivolta a ognuno di noi. La prima cosa da non fare dinanzi a una parabola è pensare che non riguardi noi, che si riferisca ad altri. Se vogliamo che il vangelo porti guarigione e pace nei nostri cuori è necessario che ognuno si senta destinatario di queste parole del Signore. 

Si parla di “vignaioli omicidi”, persone che arrivano a uccidere il figlio del proprietario della vigna per impossessarsi della sua eredità. La vigna è un’immagine della nostra vita, o meglio: della vita che Dio ci ha donato, perché divenga il “campo dell’amore”, il campo in cui produrre frutti di servizio, condivisione, solidarietà, bontà. Dio manda a noi suo Figlio perché uniti a Lui possiamo portare frutto (cfr. Gv 15,4), ma il nostro orgoglio ci può portare a ritenere che non abbiamo bisogno di Dio, che non sappiamo che farcene di suo Figlio

I vignaioli «lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero». Similmente noi possiamo decidere “cacciare fuori Gesù dalla nostra vita”, che equivale a ucciderlo. Presumiamo, così, di stare meglio, ma in realtà facciamo il gioco del nemico, colui che è «omicida fin da principio» (Gv 8,44), e perdiamo del tutto la pace del cuore. 

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Ma la buona notizia è che il nostro Dio ha sempre le braccia aperte per accoglierci, anche dopo che l’abbiamo messo in croce. Perciò, consegniamo a Lui i pesi della nostra vita ed egli ci darà ristoro, come ci invita a fare san Paolo nella seconda lettura: «Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio custodirà i vostri cuori…».

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