don Francesco Pedrazzi – Commento al Vangelo del giorno – 11 Febbraio 2022

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LA SORDITÀ CHE PROVOCA DIVISIONE

Mettiamoci in ascolto di un bel commento di Benedetto XVI al vangelo odierno del sordomuto guarito da Gesù.

«Al centro del Vangelo di oggi (Mc 7,31-37) – scrive Benedetto – c’è una piccola parola, molto importante. Una parola che – nel suo senso profondo – riassume tutto il messaggio e tutta l’opera di Cristo. L’evangelista Marco la riporta nella lingua stessa di Gesù, in cui Gesù la pronunciò, così che la sentiamo ancora più viva. Questa parola è “effatà”, che significa: “apriti”. … quel sordomuto, grazie all’intervento di Gesù, “si aprì”; prima era chiuso, isolato, per lui era molto difficile comunicare; la guarigione fu per lui un’”apertura” agli altri e al mondo, un’apertura che, partendo dagli organi dell’udito e della parola, coinvolgeva tutta la sua persona e la sua vita: finalmente poteva comunicare e quindi relazionarsi in modo nuovo. Ma tutti sappiamo che la chiusura dell’uomo, il suo isolamento, non dipende solo dagli organi di senso. C’è una chiusura interiore, che riguarda il nucleo profondo della persona, quello che la Bibbia chiama il “cuore”. È questo che Gesù è venuto ad “aprire”, a liberare, per renderci capaci di vivere pienamente la relazione con Dio e con gli altri. Ecco perché dicevo che questa piccola parola, “effatà – apriti”, riassume in sé tutta la missione di Cristo. Egli si è fatto uomo perché l’uomo, reso interiormente sordo e muto dal peccato, diventi capace di ascoltare la voce di Dio, la voce dell’Amore che parla al suo cuore, e così impari a parlare a sua volta il linguaggio dell’amore, a comunicare con Dio e con gli altri. Per questo motivo la parola e il gesto dell’«effatà» sono stati inseriti nel Rito del Battesimo, come uno dei segni che ne spiegano il significato…  Mediante il Battesimo, la persona umana inizia, per così dire, a «respirare» lo Spirito Santo, quello che Gesù aveva invocato dal Padre con quel profondo sospiro, per guarire il sordomuto…» (Angelus, 9 settembre 2012).

L’apertura del cuore porta alla comunione con Dio e con i fratelli, mentre la chiusura, la sordità spirituale, la cocciuta disobbedienza porta alla divisione. Ne è prova quanto è accaduto al Regno di Israele, a causa della chiusura del cuore di Salomone, che a un certo punto della sua vita non ascolta più la Parola di Dio e abbandona il sentiero dell’obbedienza: la sua religiosità diviene perciò falsa, idolatrica. Come si legge nella prima lettura, questo porta alla divisione del suo regno. Dieci delle dodici tribù vanno a Geroboamo, che era stato servitore di Salomone, e due al figlio Roboamo.

Anche il Salmo odierno ci mostra che la disobbedienza a Dio ha come conseguenza il cuore indurito e sordo. Si legge:«Ascolta, popolo mio, non ci sia in mezzo a te un dio estraneo… Ma il mio popolo non ha ascoltato la mia voce, Israele non mi ha obbedito: l’ho abbandonato perciò alla durezza del suo cuore…».


Chiediamo alla Madonna di Lourdes il dono di un cuore costantemente aperto alla Parola di Dio.

Ecco la conclusione di Benedetto XVI nella meditazione citata: «A motivo del suo singolare rapporto con il Verbo Incarnato, Maria è pienamente “aperta” all’amore del Signore, il suo cuore è costantemente in ascolto della sua Parola. La sua materna intercessione ci ottenga di sperimentare ogni giorno, nella fede, il miracolo dell’“effatà”, per vivere in comunione con Dio e con i fratelli». Amen.

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