don Francesco Pedrazzi – Commento al Vangelo del 17 Gennaio 2022

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IL SACRIFICIO GRADITO A DIO

C’è un filo conduttore in tutti i testi biblici della liturgia di oggi: il sacrificio gradito a Dio.

Gesù ci mette davanti un criterio fondamentale per capire qual è il sacrificio gradito a Dio. Lo fa in rapporto al digiuno, ma vale per ogni altro ambito della religione: come la preghiera, la liturgia e la carità. Il criterio si potrebbe esprimere in questo modo: «Non fare niente per te stesso o seguendo i tuoi ragionamenti personali, ma cerca sempre e soltanto ciò che è gradito a Dio, fai tutto solo per piacere a Lui! Sii pronto a rinnegare te stesso e le tue idee, pur di sottometterti alla sua volontà! Perché ciò che conta agli occhi di Dio non è il sacrificio in quanto tale ma il sacrificio della propria volontà».

È quanto dice a chiare lettere Samuele a Saul nella prima lettura: «Ecco, obbedire – dice il profeta – è meglio del sacrificio, essere docili è meglio del grasso degli arieti». Analogamente, nel salmo 49 (50) si legge: «Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici… ma perché vai ripetendo i miei decreti… tu che hai in odio la disciplina e le mie parole ti getti alle spalle? … Ti rimprovero: pongo davanti a te la mia accusa. Chi offre la lode in sacrificio, questi mi onora; a chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio».

Il sacrificio di lode è l’obbedienza, l’unico culto gradito a Dio, che consiste nel sottoporsi al giogo della vera disciplina che è la docilità a coloro che – come Samuele – sono stati scelti da Dio per parlare in suo nome. Per capire se una persona è un vero profeta bisogna prima di tutto chiedersi se è docile al Santo Padre e ai Vescovi della Chiesa cattolica. Chiunque viene a noi e non parla in comunione con la Chiesa, fosse anche vestito con insegne episcopali, va evitato come la peste: è soltanto un seminatore di confusione, acredine e discordia. Seguendo i falsi profeti, rischiamo di vanificare anche il nostro culto, perché non servono a nulla i sacrifici quando non camminiamo nell’obbedienza.

Ci fa bene riascoltare le parole di sant’Ignazio di Antiochia della seconda lettura dell’Ufficio di ieri: «Fratelli, procurate di operare in perfetta armonia con il volere del vostro vescovo, come già fate. … In tal modo nell’accordo dei vostri sentimenti e nella perfetta armonia del vostro amore fraterno, s’innalzerà un concerto di lodi a Gesù Cristo.. …quanto dovrò stimare felici voi che siete al vescovo strettamente congiunti come la Chiesa a Gesù Cristo e come Gesù Cristo al Padre nell’armonia di una totale unità! Nessuno s’inganni: chi non è all’interno del santuario, resta privo del pane di Dio».

O Maria, Vergine fedele, insegnaci a offrire ogni giorno all’Altissimo un sacrificio di lode, in perfetta comunione con la santa Chiesa di Cristo. Amen.

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