don Fabio Rosini – Commento al Vangelo di domenica 2 Novembre 2025

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Fede e Speranza nella Resurrezione

Don Fabio propone una riflessione teologica sulla commemorazione dei fedeli defunti, evidenziando che non si tratta di una celebrazione triste, bensรฌ della proclamazione della fede nella risurrezione. Esamina le letture liturgiche previste per la giornata, concentrandosi sul discorso di Gesรน a Cafarnao sul pane della vita e sulla lettura dal Libro di Giobbe, in particolare sul passo in cui Giobbe afferma che il suo Redentore รจ vivo.

La speranza della risurrezione viene identificata non nell’uomo stesso o nel suo merito, ma nella volontร  e onnipotenza di Dio Padre, che ha un piano di vita eterna per l’umanitร . Si sottolinea che la morte รจ una soglia verso la meta finale e che i defunti non sono perduti, ma attendono nelle mani di Dio.

Continua dopo il video.

3 Idee Controintuitive sulla Morte per Riscoprire la Speranza

La commemorazione dei nostri cari defunti รจ spesso un momento velato di mestizia. Il dolore per la loro assenza, il pensiero di non poterli piรน abbracciare, รจ un’esperienza umana profonda e oggettiva. รˆ un sentimento che ci unisce nel ricordo. Eppure, proprio in questo giorno, la fede cristiana ci invita a illuminare il cuore con una consolazione radicale. Esiste una prospettiva diversa, una bella notizia capace di trasformare il peso del passato in un passo verso il futuro. E se la morte non fosse la fine della storia, ma l’inizio di un nuovo capitolo?

Prima Veritร : I Nostri Cari Non Sono nel Passato, ma nel Nostro Futuro

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L’istinto ci porta a pensare ai nostri defunti come persone che ci stanno “dietro”, figure relegate alla storia e alla memoria. L’idea cristiana rovescia questa immagine: loro non sono nel nostro passato, ma “davanti a noi”, nel nostro futuro. Hanno fatto un salto piรน avanti. In questa visione, la morte smette di essere un muro invalicabile contro cui la vita si cancella e diventa una “soglia”. รˆ una porta che si varca per raggiungere la meta, per arrivare a bersaglio nella nostra vita. Questa inversione di prospettiva trasforma radicalmente l’esperienza della perdita. Invece di guardare indietro con nostalgia e dolore, siamo invitati a guardare avanti con speranza. Non abbiamo perso qualcuno lungo il cammino, ma abbiamo qualcuno che ci attende al traguardo. Il ricordo diventa attesa, e la separazione si trasforma nella promessa di un ricongiungimento.

Seconda Veritร : La Speranza Non Nasce da Noi, ma da un Altro

Se la speranza della vita eterna dovesse basarsi su noi stessi, sarebbe “piuttosto labile”. L’esperienza quotidiana ci mostra quanto siamo fragili, vulnerabili, una vita “facilmente incrinabile” che si puรฒ spezzare in un attimo. Come potremmo, da soli, produrre un atto capace di superare il limite definitivo della morte? La speranza cristiana non si fonda su di noi, ma su un Altro. La nostra fiducia non รจ riposta nelle nostre capacitร  o nei nostri meriti, ma nell’onnipotenza di Dio. รˆ la sua forza, non la nostra, a essere la garanzia della risurrezione. Questa certezza รจ espressa con una potenza disarmante nel libro di Giobbe, da un uomo che, nel mezzo di una tribolazione inaudita, proclama:

Io so che il mio redentore รจ vivo.

La forza di questa affermazione รจ assoluta. Giobbe non dice “Io sento” o “Io spero”, ma “Io so”. La sua certezza non risiede in un sentimento personale, ma in un fatto esterno e oggettivo: “Lui รจ vivo”. รˆ la vitalitร  e l’onnipotenza di Dio a essere il fondamento della nostra risurrezione, non la nostra fragile esistenza.

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Terza Veritร : Dio Ha un Piano di Vita, Non di Fallimento

Come ci rivela Gesรน nel suo discorso a Cafarnao, la volontร  di Dio รจ una sola: dare la vita eterna. Dio non รจ un creatore che “comincia una sfida per perdere”. Il suo piano per l’uomo รจ un piano di successo, radicato nella sua stessa natura di Padre. La sua paternitร  non รจ un titolo astratto, ma la sua concreta capacitร  di generarci, di darci vita, di farci vivere. Non ci ha chiamati all’esistenza per vederci fallire, ma per condurci al compimento. Questo amore onnipotente ha, paradossalmente, un “limite”: la nostra libertร . Il piano di Dio non รจ un’imposizione, ma una proposta. Davanti a questa offerta di vita eterna, noi possiamo dire “sรฌ” o “no”. Senza questa possibilitร  di scelta, non si tratterebbe di vero amore. Comprendere questo scioglie la disperazione di fronte alla morte. Non siamo creature destinate al nulla, ma figli amati da un Padre che ci tiene nelle sue mani. Siamo nelle mani di Dio, dalle cui mani non si casca, perchรฉ non si lascia sfuggire ciรฒ a cui tiene: noi, i suoi cuccioli, le sue creature.

Conclusione: Guardare Oltre la Soglia

Commemorare i defunti puรฒ diventare cosรฌ una festa di consolazione. Le tre veritร  che abbiamo esplorato โ€” i nostri cari che ci precedono nel futuro, la nostra speranza fondata sull’onnipotenza di Dio e la sua paternitร  che ci genera alla vita โ€” ci offrono una lente nuova per guardare alla fine della vita terrena. Ci invitano a sollevare lo sguardo dal dolore del presente per fissarlo sulla promessa del futuro. Se la morte non รจ un muro contro cui schiantarsi, ma una soglia verso il compimento, come cambia oggi il modo in cui viviamo la nostra vita e ricordiamo chi abbiamo amato?

[testo non di don Fabio]

Qui tutti i commenti di don Fabio Rosini

Commento di don Fabio Rosini al Vangelo di domenica 2 novembre 2025 – Anno C, dai microfoni di Radio Vaticana (dove potete trovare il file audio originale utilizzato nel video).

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