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don Domenico Bruno – Commento al Vangelo del 26 Gennaio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mc 1, 21-28

Per chi ci segue da tempo, sa che abbiamo già commentato questa Parola, ma ogni volta il Vangelo ci offre spunti nuovi, benché la Scrittura sia la stessa.

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Abbiamo parlato di come Gesù sia autorevole e non autoritario, ossia il suo potere lo svolge in modo da attirare le persone perché anzitutto gli viene da Dio, e poi ciò che opera è per il bene. Chiunque sta con Lui si sente attirato perché avverte l’amore, l’attenzione, la cura che Gesù ha per tutti. Questo lo rende autorevole: sa e opera a favore di tutti, senza indispettire o trascurare nessuno. La persona autoritaria, invece, ha un potere e pretende che tutti glielo riconoscano pena l’imposizione di regole che non tengono conto dei reali bisogni di chi gli è intorno. L’autoritario non si occupa del bene, ma di esercitare il proprio potere suscitando timore.

L’opera di Gesù è per la libertà e la pienezza di vita dei suoi seguaci, di chiunque abbia scelto di seguirlo, e se lo seguono è perché la Sua Parola è avvertita come benefica e non irrazionale, come coerente con il suo stile di vita e non come comando che prescinde da chi lo esercita.

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Il secondo aspetto riguarda l’azione liberatrice e liberante nei confronti di un posseduto che parla per screditare Gesù e rovinare la sua opera di salvezza: “che vuoi? Sei venuto a rovinarci?”. Gesù mette a tacere questa bugia, perché Lui è vita, non può volere il male e il suo esempio di vita è coerente con quell’insegnamento.

Notiamo come liberarsi dal male, quando ormai è diventato un’abitudine (cattiva), è doloroso, infatti, dopo l’ordine di Gesù “taci, esci da lui”, l’uomo posseduto inizia a soffrire, a disintossicarsi, e a gridare.

Quante volte anche noi alziamo la voce di fronte a chi sta palesemente smascherando le nostre malefatte, o agiamo in modo meschino per spuntarla con le nostre presunte verità. Tacere è fondamentale per permettere al Signore di entrare nella nostra vita e far uscire ciò che c’è di mondano. Tacere è l’azione del saggio che si mette in posizione di ascolto del mondo e solo nel silenzio riesce a valutare ciò che è bene e ciò che è male.

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Siamo sempre meno abituati al silenzio, infatti guardiamo con sospetto chi è più taciturno, confondendolo come asociale, come spia, ecc. Sono le insinuazioni che la tentazione ci mette nel cuore. Saggio è colui che tace, libero è colui che ascolta senza voler per forza dire la propria, ma parlando al momento giusto e per edificare.

Oggi assistiamo a tanti leoni da tastiera che commentano tutto sui social come fosse grandi esperti, tutti tuttologi, ma pochissimi sanno edificare, ossia dare vita e speranza a chi ha voglia di ascoltare. Ma la voce non basta, è importante che quelle parole trovino una coerenza di vita per essere autorevoli. Altrimenti saranno solo autoritarie. Pensiamo al fatto che Gesù per i suoi primi trent’anni di vita non abbia insegnato, ma solo ascoltato la Parola del Padre. Solo dopo ha iniziato a predicare e a operare… riuscendoci abbastanza bene considerando la diffusione che ha avuto il suo Messaggio nel tempo.

Saper attirare, significa saper amare. Il male affascina e distrugge, l’amore attira ed edifica.

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