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don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 9 Maggio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 16, 16-20

“Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete”.

Non si può comprendere nulla del Vangelo di oggi se dimentichiamo che ci troviamo al capitolo 16 del Vangelo di Giovanni, che per intenderci è il punto focale di tutto il racconto della passione di Gesù. Le ore qui raccontate sono le poche che separano Gesù dalla sua fine.

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Il non vederlo è riferito alla sua morte e sepoltura, il rivederlo è riferito alla sua resurrezione, ma questo i discepoli giustamente non riescono a capirlo. Esattamente come è difficile per ciascuno di noi capire qual è il senso del buio che tante volte siamo costretti a vivere.

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Nel cuore di ogni nostro venerdì santo regna la confusione, la paura, lo smarrimento. Quando si soffre, quando si è in croce non si comprende mai il perché di tutto ciò. Come può Dio permetterlo, e dove in realtà ci sta conducendo?

Sono domande che quando le si pronuncia nel cuore di una sofferenza sono destinate a rimanere senza risposta. È così che capita anche a Gesù. Ma Egli ci insegna che in simili ore non bisogna rimanere ostaggio dei ragionamenti, ma bisogna imparare ad affidarsi.

«State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».

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Il mondo a cui si riferisce Gesù è il mondo basato sull’odio, il male e l’egoismo. C’è un momento in cui la croce sembra la vittoria schiacciante del male. Ma questa gioia è destinata a finire. C’è infatti qualcosa che nessuno sa, e cioè l’imprevisto della resurrezione.

Credo che è questa fede semplice e rocciosa che ha animato i pastorelli di Fatima di cui oggi ricorre l’anniversario della prima apparizione. Avevano tutto contro, e due di loro morirono quasi subito, eppure avevano ragione a sperare e a fidarsi di Maria.

A noi molto spesso manca questa fiducia, questo affidamento al di là di ogni perché a cui non riusciamo a rispondere.

Fonte


Autore: don Luigi Maria Epicoco
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