don Domenico Bruno – Commento al Vangelo del 1 Marzo 2022

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È questa la prova del nove della fede: lasciare tutto.

Già ieri Gesù lo diceva al tale a cui mancava qualcosa per entrare nel regno dei Cieli: vendi tutto e dallo ai poveri.

Interessante quel “lasciare tutto” che spesso intendiamo solo in senso materiale, quasi che tutti fossimo chiamati a fare come il Poverello di Assisi. No.

Lasciare tutto ha due significati tra loro intersecati:

il primo: lasciare tutto ciò che non ci permette di legarci pienamente a Dio, che ci tiene ancora ancorati all’umanità che non consente di vivere in modo divino. Si pensi all’amore disinteressato e generoso di Dio Padre che sempre ama anche chi non ricambia e che manda il suo Figlio a morire anche per chi non crede, affinché creda e abbia la vita eterna. Scopo di Dio è salvare tutti, perché nessuno si perda. Ci affida la missione di fare altrettanto: salvare le persone che mi mette accanto, ma ci chiede di lasciare tutto…

Secondo significato: per amare in modo disinteressato e inclusivo dobbiamo lasciare ogni tipo di pregiudizio, di ragionamento troppo razionale che possa giustificare quella tentazione del nemico che grida in noi “ma chi te lo fa fare, non ne vale la pena”. E noi sappiamo che l’amore non è ragionevole, ma non razionale, è sempre un atto di follia, è sempre uscire da se stessi, lasciare le proprie stabilità per andare incontro all’altro.

È come camminare: per farlo bisogna avere il coraggio di perdere l’equilibrio per un attimo.

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