don Antonio Savone – Commento al Vangelo del 20 Settembre 2023

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Oltre il pretesto

โ€˜Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!โ€™โ€ฆ

Una scena molto comune, quella evocata da Gesรน: alcuni ragazzi giocano a ridere e a piangere. Dei musici suonano un canto lieto o un brano mesto. Ci si attenderebbe che gli spettatori interagiscano. E invece no. Non gliene va bene una: di fronte a Giovanni che รจ piรน che profeta (Mt 11,9) o di fronte a Gesรน che รจ Messia, questa generazione recalcitra proprio come farebbero dei bambini capricciosi.

Il riferimento รจ a quanti cioรจ stanno nella vitaย come se non... Se lโ€™interazione non accade, รจ segno evidente che la cosa non interessa.
La vita secondo la categoria del pretesto traduce la non volontร  di accogliere il reale come accade. Quando la realtร  (intendendo con questo termine persone, eventi, situazioni) smentisce la propria aspettativa, lโ€™antidoto รจ quello di screditare lโ€™evento interlocutorio:ย Ha un demonioโ€ฆ รจ un mangione e un beone. Eppure la realtร , la storia ha sempre carattere sacramentale. Si tratta di cogliere lโ€™oltre che il velo della realtร  cela.

Dietro il pretesto, il desiderio piรน o meno conscio di essere lasciati in pace: il rifiuto come sistema di vita di fronte ad una proposta o al suo contrario.

Non univoco il linguaggio di Dio: si tratta di riconoscerlo e di sintonizzarsi. Puรฒ accadere, tuttavia, di scoprirsi incapaci di discernere i segni del suo avvento, proprio nel variare dei tempi e dei modi attraverso cui Egli si manifesta.

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Lโ€™incoerenza delle folle รจ pubblica e Gesรน la mette in evidenza: il non riuscire a mettersi al ritmo della musica suonata. Una vera e propria non volontร . Il non voler essere scomodati si traduce, purtroppo, in accusa offensiva: la vita austera del Battista diventa il motivo per muovergli lโ€™accusa di essere un ossesso e quella conviviale di Gesรน con pubblicani e peccatori, diventa lโ€™occasione per accusarlo di essere un fannullone.

Sempre in cerca di certezze e di โ€˜ragionevoliโ€™ dimostrazioni dโ€™evidenza mentre Dio si rende presente con segni discreti mai imposti, sempre da riconoscere.

Lโ€™azione di Dio nella storia trova il riscontro non giร  in una appartenenza identitaria vantata dagli interlocutori (altrove diranno:ย siamo figli di Abramo) ma dai frutti che essa suscita in chi alla predicazione di Giovanni come a quella di Gesรน si รจ convertito.
La vita non come obiezione ma come occasione, non secondo un atteggiamento che esprime riserve su tutto ma nella disponibilitร  ad affidarsi.

Questo tempo รจ un invito a prendere parte alla danza di Dio: beati noi se sapremo interagire al suo ritmo.
Lโ€™invito che vi รจ sotteso รจ quello di imparare a capire questi tempi, a riconoscerli, anzitutto. Capire i tempi significa accogliere lโ€™ora di Dio, riconoscere la sua volontร . I contemporanei del Battista e di Gesรน, non riusciranno affatto a riconoscere i tempi, tanto che vedranno nei prolungati digiuni del primo una manifestazione demoniaca e nel banchettare del secondo il segno che fosse un mangione e un beone.

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