Non facciamoci ingannare da una lettura superficiale di questa parabola. Gesù non racconta questa parabola per lodare la disonestà, ma per apprezzare la scaltrezza.
L’amministratore, riducendo il debito ai debitori, in realtà non sta impoverendo il padrone o solo il padrone, ma sta rinunciando anche e soprattutto al suo compenso.
La sua scaltrezza non sta nel prendere in giro il padrone… ma a rinunciare al suo guadagno pur di salvarsi il futuro.
Gesù vuole fare capire ai suoi discepoli due concetti fondamentali:
1- la vita di fede va vissuta applicandosi con ogni capacità… con ogni dono che Dio ci ha dato. Essere credenti non significa delegare a Dio… non significa non preoccuparsi delle cose della propria vita perché “tanto ci pensa Dio”… non significa rinchiudersi in un astratto spiritualismo… ma dare il meglio di noi stessi… applicarci al meglio nelle cose della nostra quotidianità… sapendo che Dio ci ha dato dei doni… ci ha messo in un determinato contesto… dentro alcune relazioni… sapendo che Dio “si serve” di noi per raggiungere altri…
2- Occorre essere capaci mettersi in discussione… di capire quali sono veramente le priorità… di sapere rinunciare a qualcosa… di vivere il qui ed ora in funzione anche del proprio futuro. Non semplicemente vivere alla giornata… ma pensare che quello che saremo domani dipende da ciò che facciamo oggi!
AUTORE: Don Antonio Mancuso PAGINA FACEBOOK
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