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don Antonello Iapicca – Vangelo del giorno – 13 Maggio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 16, 29-33

PIGIATI NEL TORCHIO CON CRISTO

Nelle parole di Gesรน del Vangelo di oggi si ode l’eco dello Shemร : “Ascolta Israele, il Signore รจ il nostro Dio, il Signore รจ uno. Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente, con tutte le tue forze”. Un solo Dio, e un Popolo scelto ed eletto per manifestarlo al โ€œmondoโ€.

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La santitร  di Dio, infatti, il suo essere totalmente altro, “separato” (significato della parola “santo”) si sarebbe manifestata nella santitร  del suo Popolo: “Siate santi, perchรฉ io sono santo (Lv 11,45). Ma, oggi come allora, รจ difficile essere santi, anzi impossibile; come fare allora per essere fedeli a questa missione in un “mondo” occupato e dominato dai pagani? “Un gruppo di farisei proporrร  una soluzione radicale: se si crede nel regno di Dio occorre opporsi fortemente al ยซregno dell’impertinenzaยป.

E la resistenza si organizzerร  proprio in Galilea” (F. Manns), dove Dio, non a caso, si era fatto carne, e nella quale erano stati scelti gli Apostoli. Essa era diventata ormai โ€œla Galilea degli zelanti della leggeโ€ฆ L’insurrezione in Galilea, organizzata dagli zeloti dopo l’anno 50, si radica in una profonda tradizione religiosa: Dio รจ il re d’Israele e il padrone della storia. Il dono della terra รจ il segno dell’alleanza.

Arrogarsi la proprietร  della terra come fanno i romani significa dar prova di un orgoglio smisurato, dell’appartenenza al regno dell’impertinenza. Essendosi i romani imposti con la forza, occorre fare tutto il possibile per liberare la terra. Alla violenza bisogna rispondere con la violenza. La sete di libertร  che animava i rivoltosi scaturiva dal piรน stretto monoteismo.

Era lo zelo della legge a spingerli ad agire” (F. Manns). Occorre tenere presente lโ€™ambiente nel quale erano cresciuti gli Apostoli, e non dimenticare che, nonostante i tre anni passati insieme al Maestro, per loro โ€œil suo parlare era rimasto oscuroโ€. Per questo le parole di Gesรน nel Cenacolo toccano profondamente i loro cuori in attesa del Messia che โ€œavrebbe ristabilito il Regno di Israeleโ€.

Si illudono di capire le sue parole: โ€œecco, adesso parli chiaramente e non fai piรน uso di similitudiniโ€. Sono convinti di โ€œconoscereโ€ Gesรน: โ€œOra conosciamo che sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi”. E โ€œcredonoโ€ che sia Lui โ€œil Santo uscito da Dioโ€ per liberare il Popolo dalla dittatura dei romani. Come noi, che pensiamo di aver capito il Signore e di credere in Lui. Ebbene oggi, allโ€™inizio di questa settimana che ci prepara alla Pentecoste culmine della Pasqua, Gesรน ci inchioda alla Veritร : โ€œAdesso credete?โ€.

No cari fratelli, non crediamo, perchรฉ siamo ancora profondamente “scandalizzati” dalla Croce sulla quale Gesรน ha compiuto lo Shemร  rivelandosi come un Messia completamente diverso da quello atteso da Israele. Siamo “scandalizzati” della โ€œsantitร  di Dioโ€ che non condanna il mondo ma “vince” il suo male per salvarlo; del suo essere โ€œseparatoโ€ dal nostro orgoglio sino a farsi il servo di tutti. Per questo come gli Apostoli, abbiamo “lasciato solo” il Signore.

“E’ arrivata l’ora” del Calvario e siamo scappati: la malattia di nostro figlio, il lato sconosciuto e oscuro del carattere del nostro coniuge, il licenziamento, il tradimento dell’amico, la nostra debolezza che ci fa cadere sempre negli stessi peccati. E il male nel mondo, la sofferenza degli innocenti, le guerre, i terremoti, i disastri, le ingiustizie, il cancro. Sรฌ, la Croce ci ha “dispersi ognuno per conto proprioโ€, a ribellarci lontani da essa.

Come “il mondo” abbiamo bisogno di essere salvati, che cioรจ sia “vinta” in noi la radice del male che ci “scandalizza” e “disperde” nella solitudine. Ma proprio l’abisso della nostra solitudine ha incontrato la solitudine di Cristo, e in essa, la sua intimitร  con il Padre. Lui non era solo! Proprio sulla Croce era inchiodato alla volontร  del Padre; nell’amore che compiva lo Shemร  gli era piรน intimo che mai e ci ha accolti nella loro intimitร .

Ti senti solo e sconfitto? Ascolta questo Vangelo e convertiti! Apri il tuo cuore a Cristo perchรฉ vi scenda per “vincere” il demonio che ti sta ingannando. La sua “vittoria sul mondo”, infatti, รจ Lo Shemร  compiuto, la santitร  di Dio incarnata nella tua “dispersione”. Cosรฌ, la Galilea dei Gentili, immagine di questo “mondo” disperso e rancoroso nel quale sei chiamato a vivere, non sarร  piรน il luogo dove sperare un Messia giustiziere, ma quello dove tu possa ritornare ad essere “santo” a immagine e somiglianza di Dio: “Io ho vinto il mondo! significa forse che Cristo รจ contro il mondo?

No, piuttosto il contrario: questo mondo, che scaccia Dio dai cuori, viene restituito da Cristo a Dio e allโ€™uomo come spazio dellโ€™alleanza originaria, che deve essere anche lโ€™alleanza definitiva quando Dio sarร  tutto in tutti”. (Giovanni Paolo II). Non esiste un cristianesimo elitario che disprezza il mondo e i peccatori! Come Pietro e gli Apostoli dobbiamo scoprire che non siamo migliori nรฉ diversi dai figli del “regno dell’impertinenza”. Non del capoufficio, non del vicino di casa, neanche di chi ruba e uccide. Non ti scandalizzare per favore, perchรฉ il Signore ti โ€œdice queste cose perchรฉ tu possa avere pace in Luiโ€ che ti conosce e ti ama cosรฌ come sei.

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Accetta dunque di avere bisogno, come tutti, che, attraverso la Chiesa, Cristo ti “restituisca” il mondo come un luogo dove poter amare e donarti. La prova che Dio ti ama รจ proprio che “avrai tribolazioni nel mondo”, tu che hai sperimentato di non essere capace di accettare la piรน piccola sofferenza. In esse, infatti, una volta salvato e rigenerato dalla Parola di Dio e dai sacramenti, potrai vivere pienamente nella โ€œsantitร โ€ di Dio perchรฉ crocifisso con Cristo si compirร  in te lo Shemร ; nellโ€™amore a Dio con tutto te stesso, il Signore ti fa vittorioso sul male โ€œseparandotiโ€ dal mondo per potergli annunciare la salvezza.

Non si scappa: l’amore autentico รจ soprattutto solitudine, perchรฉ ci fa partecipi della solitudine di Cristo: “nella donazione di sรฉ sulla croce, Gesรน depone, per cosรฌ dire, tutto il peccato del mondo nell’amore di Dio e lo scioglie in esso” (Benedetto XVI). Fratelli, รจ necessaria “la tribolazione”, l’essere “schiacciati, pestati”, secondo il significato del termine greco. Anche oggi, infatti, il male e il peccato saranno deposti nel tino della nostra storia, dove con Cristo saremo schiacciati dall’amore di Dio: โ€œMa ben fecondo รจ questo essere spremuti nel torchio.

Finchรฉ รจ sulla vite, l’uva non subisce pressioni: appare intera, ma niente da essa scaturisce. La si mette nel torchio, la si calpesta e schiaccia; sembra subire un danno, invece questo danno la rende feconda, mentre al contrario, se le si volesse risparmiare ogni danno rimarrebbe sterileโ€ (S. Agostino).

Il trofeo della vittoria di Cristo, infatti, รจ proprio la solitudine che potremo assumere per il mondo che non puรฒ soffrire per amare: “Allora Balaam pronunziรฒ il suo poema e disse: ecco un popolo che dimora solo e tra le nazioni non si annovera. Possa io morire della morte dei giusti e sia la mia fine come la loro. Come sono belle le tue tende, Giacobbe, le tue dimore, Israele!” (cfr. Nm. 23-24). Un popolo che dimora solo, e proprio per questo testimone e vessillo di salvezza. Israele prima, e il Messia che ha compiuto questa profezia, e la Chiesa poi, sino a ciascuno di noi: soli con il Solo, per strappare il mondo alla sua solitudine. Soli nel rifiuto del figlio, per salvarlo.

Soli nella gelosia della moglie, per amarla. Soli ovunque, nell’intimitร  piena con Gesรน, e in Lui con il Padre, per mostrare a tutti la “bellezza” della vita divina nella debole “tenda” della carne dei figli della Chiesa. Perchรฉ ogni uomo possa desiderare la stessa “fine dei giustificati”, ovvero il compimento della vita in Cristo che risplende nei cristiani, frutto della sua “vittoria” sulla morte e il peccato.

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Don Antonello
 

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