50 giorni dopo Pasqua si celebra la solennitร della Pentecoste, il dono dello Spirito Santo. Gesรน, ormai ascesoย al Padre (nel 40ยฐ giorno dopo Pasqua), dona lo Spirito santo: ยซIl Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderร ย nel mio nome, lui vi insegnerร ogni cosaยป (Gv 14,26).ย
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La festa di Pentecoste รจ giร presente nellโAntico Testamento: per gli ebrei era ed รจ la festa del dono dellaย Torah/della legge: ยซIl terzo giorno, sul far del mattino, vi furono tuoni e lampi, una nube densa sul monte e unย suono fortissimo di corno: tutto il popolo che era nellโaccampamento fu scosso da tremoreโฆ Mosรจ parlava e Dioย gli rispondeva con una voceยป (Es 19,16ss). A questa premessa, seguirร la consegna della Torah, i comandamenti. Festa che dava e dร inizio alla mietitura del grano: si chiama anche ยซFesta delle Settimaneยป (cfr Tobiaย 2,1; 2 Mac 12,31-32). Il suo scopo era ringraziare Dio per i frutti della terra e, successivamente, per il donoย della Legge sul Monte Sinai. Il testo degli Atti recupera lo stesso linguaggio e contesto descritto in Esodo:ย ยซStava compiendosi il giorno della Pentecosteโฆ venne allโimprovviso dal cielo un fragore, quasi un vento che siย abbatte impetuoso, e riempรฌ tutta la casaโฆ Apparvero lingue come di fuocoโฆยป (At 2,1ss, I lettura).ย ย
Se un tempo Dio ha consegnato la Legge a Mosรจ, ora รจ il tempo di rinascere dallโalto ยซSe uno non nasce da acqua e Spirito, non puรฒ entrare nel regno di Dioโฆ Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene nรฉ dove va: cosรฌ รจ chiunque รจ nato dallo Spiritoยป (cfr Gv 3,1-21). Questo รจ lโora in cui la Legge dellโamore viene incisa nei cuori: ยซCredimi, donna, viene lโora in cui nรฉ su questo monte nรฉ a Gerusalemme adorerete il Padreโฆ. Ma viene lโora in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e veritร ยป (Gv 4,23): ecco perchรฉ con le parole del salmo lo invochiamo: ยซManda il tuo spirito, Signore, a rinnovare la terraยป, a rinnovare il mio animo, la mia vita. Perchรฉ lo Spirito รจ dono di Dio, come bene emerge dalle parole del Vangelo.
v. 19-21: ยซLa sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei giudei, venne Gesรน, stette in mezzo e disse loro: โPace a voi!ยป. Lโevangelista Giovanni situa il dono dello Spirito santo non dopo 50 giorni, ma la sera stessa di Pasqua: ยซLa sera di quel giornoยป. Sono dunque passati tre giorni dalla crocifissione e morte di Gesรน, e tutto sembra finito per i discepoli. In quella situazione di paura, di chiusura e di sofferenza, Gesรน ยซvieneยป, si fa loro presente nel suo corpo glorioso, ferito dai segni indelebili alle mani, ai piedi e al costato. Non cโรจ una parola di rimprovero da parte di Gesรน, ma un farsi vicino con parole di ยซpaceยป, di ยซperdonoยป.
vv. 21-22: ยซโCome il Padre ha mandato me, anchโio mando voiโ. Detto questo soffiรฒ e disse loro: โRicevete lo Spirito Santoโยป.
Il gesto del ยซsoffiareยป ricorda lโatto creativo di Dio che dopo aver plasmato lโuomo con polvere ยซSoffiรฒ nelleย sue narici un alito di vita e lโuomo divenne un essere viventeยป (Gen 2,7). Gesรน ยซsoffiaยป su quegli uomini per ri crearli, per infondere in loro la vita nuova, animata dallo Spirito di Dio e con loro fa nascere la nuova chiesa,ย suo corpo vivente. Gesรน rende partecipi i discepoli, seppur fragili e deboli: partecipi della stessa missione ricevuta dal Padre: ยซCome il Padreโฆ cosรฌ anchโio mando voiยป. Lo Spirito santo rende possibile tale missione.ย Come con i discepoli, ora il Signore ยซsoffiaยป su ciascuno di noi e in questo modo ci accoglie, ci rende partecipiย della famiglia di Dio, della sua stessa missione. Attraverso ogni sacramento Dio soffia su di noi, ci dona il suoย Spirito e ci rende membri della sua Chiesa: il nostro essere ed operare, quindi, non รจ un atto volontaristico oย di chissร quale abilitร o progetto pastorale. LโEssere Chiesa รจ dono che viene dallโalto, da Dio. ร Lui che ci faย nuove creature, ci fa Chiesa, famiglia che raccoglie popoli ยซdi ogni nazione che รจ sotto il cieloยป (At 2,5, primaย lettura).ย
v. 23: ยซA coloro a cui perdonerete i peccati saranno perdonati, a coloro a cui non perdonerete, non sa ranno perdonati!ยป.
Tratto caratteristico di questo dono รจ il ยซperdonoยป, cioรจ liberazione da tutto ciรฒ che divide, ostacola, non rende capaci di ascoltarsi: ยซErano stupiti… per la meraviglia: โTutti costoro che parlanoโฆ come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa?ยป (Atti, I lettura). Il dono dello Spirito colma la divisione creata con la presunzione di voler fare da soli, conosciuta come il peccato della torre di Babele: (ยซTutta la terra aveva unโunica lingua e uniche paroleโฆ Si dissero lโun lโaltro: โVenite, facciamoci mattoni e cuciniamoli al fuocoโฆ Costruiamoci una cittร e una torre, la cui cima tocchi il cieloโฆ Il Signore li disperseโฆ Per questo la si chiamรฒ Babele, perchรฉ lร il Signore confuse la lingua di tutta la terraยป (Gen 11,1-8). Il dono dello Spirito riporta ogni cosa allโorigine, cosรฌ come Dio aveva pensato. E lo fa senza attraverso la grazia del suo perdono. Al cuore della missione cโรจ dunque il ยซperdonoยป. Nientโaltro. Ricevere lo Spirito di Dio e vivere secondo lo Spirito รจ portare a tutti ยซpace e perdonoยป, come ha fatto Gesรน.
La vita nuova che i discepoli ricevono dallo Spirito santo, e che oggi riceviamo noi, รจ vita misericordiata che sola permette di divenire misericordiosi, direbbe papa Francesco. Perchรฉ lโunico modo di vincere รจ perdo nare, ci ha insegnato Gesรน morendo in Croce. Ecco perchรฉ รจ annuncio di gioia, di pace, di speranza: ยซDio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perchรฉ il mondo sia salvato per mezzo di luiโ (Gv 3,17). Questa รจ la missione che abbiamo ricevuto e che siamo chiamati a portare con la vita e la parola.
Carissimi, come un tempo Gesรน ha raggiunto i suoi discepoli nel chiuso del cenacolo, cosรฌ in ogni momento Gesรน raggiunge ciascuno di noi lรฌ dove siamo, anche e ancor di piรน se impauriti per la nostra fragilitร e fatica. Lui viene e mette a soqquadro le nostre certezze e resistenze; non ci rimprovera nรฉ ci umilia, ma ci rilancia rendendoci prolungatori della sua stessa missione e donandoci il dono dello Spirito santo (cfr i 7 doni dello Spirito, Gal 5) e aiutandoci a far sรฌ che il dono ricevuto diventino poi frutti nella nostra vita (Gal 5,22). Per imparare a parlare lโunica lingua da tutti conosciuta e compresa, quella dellโamore.
Il commento al Vangelo di domenica 28 maggio 2023 curato da don Andrea Vena. Canale YouTube.