don Andrea Vena – Commento al Vangelo di domenica 17 Marzo 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 12, 20-33

Data:

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Siamo giunti alla V domenica di Quaresima, ultima tappa del nostro cammino prima di introdurci nellaย  Settimana Santa attraverso quel solenne Portale che รจ la domenica della Passione, detta delle Palme,ย  che celebreremo domenica prossima.

In questa quinta domenica ci viene presentata la V alleanza tra Dioย  e il suo popolo (la I alleanza con Noรจ, la II con Abramo, la III con Mosรจ, la IV attraverso il re Ciro), ma questa voltaย  potremmo dire che Dio supera se stesso. โ€œConcluderรฒ unโ€™alleanza nuova – scrive il profeta Geremia -. Nonย  come lโ€™alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dallโ€™Egitto, alleanzaย  che essi hanno infrantoโ€ฆ: porrรฒ la mia legge dentro di loro, la scriverรฒ sul loro cuore. Non dovranno piรนย  istruirsi lโ€™un lโ€™altroโ€ฆ perchรฉ tutti mi conosceranno, dal piรน piccolo al piรน grandeโ€.ย ย 

Dunque non ci saranno piรน le โ€œ10 Paroleโ€ scritte su tavole (non perchรฉ Gesรน le abbia abolite, ma ne ha portato a  compimento lo spirito, cfr Mt 5,17-20), ma una legge scritta sul cuore di ciascuno, una legge che non verrร  piรน  proposta dallโ€™esterno e alla quale si dovrร  aderire, ma una alleanza che sgorgherร  dai cuori. Ciรฒ evidenzia, una volta per tutte, che il vero culto non รจ quello esteriore, fatto per โ€œcomandamentoโ€, ma quello fatto  con cuore, per amore. Una โ€œconoscenzaโ€ intima, ci suggerisce Geremia, non solo intellettuale (cfr Gb 42,5:  โ€œTi conoscevo per sentito direโ€ฆoggi ti conosco perchรฉ ti ho incontrato/ho fatto esperienza di Teโ€), unโ€™esperienza capace  di coinvolgere tutta lโ€™intera esistenza.  

v. 20: โ€œTra quelli saliti per il culto durante la festa cโ€™erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a  Filippo, che era di Betsaida di Galilea, e domandarono: โ€œSignore, vogliamo vedere Gesรนโ€: interessante  notare che i Greci non vanno verso il Tempio, ma โ€œcercano Gesรนโ€, si sentono da Lui attratti, seppur  pagani. I pagani sono vicini alla salvezza e cercano la vera adorazione in โ€œspirito e veritร โ€ (4,33). Accostano  Filippo di Betsaida, un discepolo dal nome greco, e chiedono di โ€œvedereโ€: non tanto una curiositร  (cfr Erode  Lc 23,8) quanto un desiderio di pienezza. Giovanni pone in risalto questa frase, centrata sul verbo vedere,  che nel vocabolario dellโ€™evangelista significa โ€œcredere inโ€, andare oltre le apparenze per cogliere il mistero  di una persona, arrivare fino al suo cuore. A Giovanni sta a cuore sottolineare non tanto la presenza dei  โ€œgreciโ€, quanto lโ€™universalitร  della salvezza rivolta a tutti coloro che vogliono vedere Gesรน.  

v. 22: โ€œFilippo andรฒ a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesรนโ€: Filippo consulta  un altro discepolo, Andrea, e poi insieme vanno da Gesรน. Entrambi hanno un nome greco e hanno origini  dalla Galilea, terra aperta ai pagani. Questo puรฒ aver spinto i greci a rivolgersi a loro per arrivare a Gesรน.  v. 23: Gesรน rispose: โ€œรจ venuta lโ€™ora che il Figlio dellโ€™uomo sia glorificato..:โ€: la reazione di Gesรน sembra  che non cโ€™entri con questa richiesta, che stia sviando dal rispondere ai discepoli, ma in realtร  sta facendo  capire qual รจ lโ€™unico modo per โ€œmostrarsiโ€, per manifestarsi fino in fondo per quello che Egli รจ, Amore di  Dio donato allโ€™umanitร . I greci, seppur pagani, cercano questa pienezza e in cuor loro si sentono attratti  da Gesรน. Intuiscono che รจ Lui quella โ€œpienezzaโ€ che stanno cercando.  

v. 24: โ€œSe il chicco di grano, caduto in terra, non muore rimane solo; se invece muore, produce molto  fruttoโ€: il chicco di grano, finchรฉ non marcisce, non puรฒ portare alla pianta. Cosรฌ Gesรน, per essere โ€œvistoโ€  deve morire come il chicco di grano; solo cosรฌ potrร  diventare sorgente di vita per molti, potrร  dare quella  โ€œpienezzaโ€ desiderata e cercata dai greci. San Paolo recupererร  questa immagine quando scrive: โ€œCiรฒ che  tu semini non prende vita, se prima non muoreโ€ (1Cor 15,36). 

v. 25: โ€œChi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverร โ€ฆโ€: โ€œOdiareโ€ la propria vita รจ una espressione forte e paradossale, che ben sottolinea la radicale totalitร  cheย  deve contraddistinguere chi segue Cristo e si pone, per suo amore, al servizio dei fratelli. La via della gloriaย passa per la via della croce, fa capire Gesรน. Lโ€™attaccamento a se stessi diventa perciรฒ un ostacolo. Nonย  esiste altra via per sperimentare la gioia e la vera feconditร  dellโ€™Amore: la via del darsi, del donarsi, delย  perdersi per trovarsi.ย 

v. 26: โ€œSe uno mi vuole servire, mi seguaโ€ฆSe uno serve me, il Padre lo onorerร โ€: le parole di Gesรน fanno  capire che non basta la โ€œsequelaโ€, lo stare dietro a Lui, ma richiede identitร  di vedute e di ideali con Lui,  partecipazione alla sua stessa missione. Certi che questa โ€œscelta di fondoโ€, questo orientamento di vita  ha una ricompensa garantita: dimorare nel Padre (cfr 14,3), ricevere la sua gloria.  

v. 27: โ€œAdesso lโ€™anima mia รจ turbata; che cosa dirรฒ? Padre, salvami da questโ€™ora? Ma proprio per  questo sono giunto a questโ€™ora! Padre, glorifica il tuo nomeโ€: Gesรน cambia radicalmente tono. Cita il  salmo 6 โ€œAdesso la mia anima รจ turbataโ€, il testo dice โ€œtremoreโ€, lโ€™anima mia trema. Ma la sua adesione  al disegno del Padre qui non viene meno โ€œPadre, glorifica il tuo nomeโ€, come non verrร  meno nel  Getsemani: โ€œTuttavia, non la mia, ma la tua volontร โ€ (Lc 22,42b). Come a dire:โ€œAccetto la croceโ€, accetto la  grandezza del tuo Amore. Il Figlio di Dio non ha affrontato a cuor leggero la sua morte, la sua fine. Gli  โ€œtremano i polsiโ€, โ€œil cuoreโ€โ€ฆ tutto trema in lui per la paura. Ma Gesรน conferma il suo proposito di  manifestare lโ€™amore del Padre, anche a costo della tortura, anche a costo della sua vita.  

Dice โ€œproprio per questo sono giunto a questโ€™ora e dirรฒ: Padre glorifica il tuo nomeโ€, cioรจ manifesta il tuo  amore. In quel momento, scrive lโ€™evangelista, โ€œvenne una voce dal cieloโ€, cioรจ da Dio, che dice โ€œlโ€™ho  glorificatoโ€. Il Padre ha glorificato Gesรน nel Battesimo (Mt 4,17) e ora si appresta nuovamente a glorificarlo  in croce, quando il Figlio morirร  per amore dellโ€™uomo e per amore del Padre suo. Incomprensibile.  Ineffabile. Lโ€™ora della passione, perciรฒ, diviene lโ€™ora della gloria (Gv12,23), lโ€™ora della rivelazione piena della  veritร , cioรจ dellโ€™amore di Dio: un amore cosรฌ grande e forte da poter trasformare la morte in vita, la fine  in un nuovo inizio. Gesรน sarร  โ€œinnalzatoโ€ (Gv 12, 32): unโ€™unica parola per dire sia la croce sia la gloria, perchรฉ  croce e gloria sono da ora in poi inseparabili. E da questo innalzamento nascerร  un popolo nuovo, a  cui tutti possono aderire: โ€œ E io, quando sarรฒ innalzato da terra, attirerรฒ tutti a meโ€ (Gv 12,32). Un  traguardo raggiunto perchรฉ nella โ€œsua vita terrena offrรฌ preghiere e supplicheโ€ฆa Dio che poteva salvarlo da  morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. Pur essendo Figlio imparรฒ lโ€™obbedienza da ciรฒ che  patรฌ e divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbedisconoโ€ (seconda lettura). 

Dopo la โ€œlieta sostaโ€ di domenica scorsa, dove ho trovato ristoro in Gesรน, Colui che รจ stato  innalzato per me in croce, oggi la liturgia mi proietta verso la Pasqua sempre piรน vicina. Sono cosรฌ invitato  a sintonizzarmi nel condividere lo stato dโ€™animo di Gesรน, non come spettatore estraneo, bensรฌ come  protagonista insieme con Lui. Un cammino che perรฒ chiede di essere raggiunto attraverso lโ€™impervio  percorso della Settimana Santa. Un cammino che chiede non tanto โ€œconoscenzeโ€, quanto โ€œamoreโ€:  chiede di essere affrontato con cuore, cuore a cuore con Gesรน, sapendo che spesso il cuore ha ragioni che  la ragione non comprende.  

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Questa esperienza, mi ricorda il vangelo odierno, chiede di accettare di morire a se stessi, chiede di โ€œfar  morireโ€ le cose vecchie, di non vivere di nostalgie ma di speranza: โ€œNon ricordate piรน le cose  passateโ€ฆantiche: Ecco, faccio una cosa nuovaโ€ (cfr Is 43,18-19), a costo di permettere al Signore di  mettere a repentaglio la mia vita, le mie abitudini, le mie certezze (cfr purificazione del tempio), per  abbracciare con tutto me stesso Lui, Parola di vita vera. Gesรน mi sta chiedendo di dargli il giusto โ€œonoreโ€,  ossia il giusto valore nella mia vita, e quindi di abbandonarmi in Lui come Lui si รจ abbandonato alla  volontร  del Padre suo, morendo in croce. 

Una vita โ€œpersaโ€ per gli altri (come il chicco di grano) รจ una vita che ama e che si dona, รจ una vita che entraย  in relazione di amore, di servizio: รจ vita che si compie. Come a direโ€ฆ se doni la vita, sei pieno di vita!ย  Consapevoli che, come Gesรน ha tremato, cosรฌ siamo chiamati a volerci bene anche nel mio e nostroย  โ€œtremareโ€, imparando a fidarci del Padre del cielo, in cui abbiamo posto la vita.ย 

La Croce โ€“ che spesso guardiamo con diffidenza – รจ la manifestazione dellโ€™amore di Dio, della sua  solidarietร  con noi: โ€œNessuno ha un amore piรน grande che dare la sua vita per i propri amici (Gv 15,13). Rivela la gloria di Dio, la gloria dellโ€™amore: alla fine, proprio in croce, vince lโ€™Amore. Sapendo che le opere  possono essere vuote dโ€™amore, mentre lโ€™amore sempre si incarna in gesti concreti.  

APPENDICE (il cammino quaresimale) 

[…]

V domenica (Gv 12,20-33): Gesรน si presenta come quel chicco di grano che chiede di essere gettato perย  morire e portare frutto. รˆ la sua โ€œoraโ€ di obbedienza totale al Padre, che lo glorificherร . In questo modo siย  concluderร  lโ€™alleanza nuova e definitiva e Dio non ricorderร  piรน il peccato dellโ€™uomo (I lettura). Imparandoย  lโ€™obbedienza, Gesรน divenne causa di salvezza per tutti, sigillando lโ€™eterna alleanza (II lettura) non su tavole di pietra,ย  ma direttamente nei cuori: โ€œCrea in me o Dio, un cuore puroโ€ (salmo).ย ย 

Domenica di Passione, โ€œPortaleโ€ della settimana santa. Compreso che siamo โ€œdeboliโ€ (Le ceneri),  sempre in lotta tra il bene e il male (I dom), ma senza rinunciare a puntare sempre verso lโ€™alto (II dom), forti della  gioia che il Signore ci ha salvati (IV dom), e consapevoli che tutto questo lo abbiamo ricevuto gratuitamente da  Gesรน (V dom), non resta che accettare di partecipare alla sua โ€œpassioneโ€ (Le palme).  

Si tratta, cioรจ, di accettare di mettersi โ€œdietro a Luiโ€ nel momento piรน cruento, evitando di rinnegare, di tradire, di  scappare. Ne vale la credibilitร  della nostra testimonianza.  

Triduo Pasquale: Lo โ€œstare dietroโ€, comporta entrare nella sua logica.  

Giovedรฌ santo: partecipare al banchetto dove Lui si fa dono: qui impariamo a renderci capaci di farci  noi stessi dono gli uni per gli altri, sapendo comprendere e vivere, come suggeriva don Tonino Bello, la  โ€œgrammatica dellโ€™Eucaristiaโ€, ossia la Messa come la intendiamo; ma anche la โ€œlogica dellโ€™Eucaristiaโ€ che รจ farsi  servizio, espressa nella lavanda dei piedi: โ€œVi ho dato lโ€™esempioโ€ฆperchรฉ lo facciate anche voiโ€.  

Venerdรฌ santo: โ€œstare dietroโ€, che chiede di imparare a seguire Gesรน e, sullโ€™esempio della Vergine Maria,  stare โ€œritti in piediโ€ anche sotto la croce.  

Sabato santo: camminare chiede anche la capacitร  di fermarsi, di attendere, di ritrovarci. Il silenzio di  questo giorno รจ forse il piรน difficile. Vivere nellโ€™attesa.  

La notte tra il sabato e la domenica: Pasqua! Solo chi vive nellโ€™attesa, incontra il Risorto, come la  Maddalena. E, incontrato, non si puรฒ che andare ad annunciare di averLo visto e toccato. รˆ la gioia della  testimonianza della vita. 

Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.

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