Siamo nel cuore dellโestate, momento conosciuto con il termine di โferragostoโ (ferie/riposo di Ottaviano Augusto, primo imperatore romano da cui prende il nome il mese corrente. Siamo nel 18 a.C.). E seppur il calendario ci porti a pensare a questo tempo come il momento dello svago per eccellenza, la liturgia non cessa di educarci alle cose grandi della vita, quasi a suggerirci che ogni tempo della vita chiede di non perdere di vista il perchรฉ ci si รจ messi in viaggio e il verso dove ci stiamo incamminando.
Un cammino di semplificazione per imparare a puntare a ciรฒ che conta, allโessenziale: vivere con Dio e per Dio. Perchรฉ sarร questa consapevolezza ad aiutare ad affrontare smarrimenti e fragilitร , lotte e contrarietร , come ci ricorda il profeta Geremia: โSi metta a morte Geremia, perchรฉ egli scoraggia i guerrieri che sono rimasti in questa cittร โฆโ.
Ma chi confida nel Signore โ come Geremia – non resta confuso, come fanno bene capire le parole del salmo: โHo sperato nel Signore ed egli su di me si รจ chinatoโฆ Io sono povero e bisognoso: di me ha cura il Signoreโ. Ed รจ quanto fa capire il Signore Gesรน nel vangelo: โSono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse giร acceso! Ho un battesimo nel quale sarรฒ battezzato, e come sono angosciato finchรฉ non sia compiuto!โ.
Il testo del vangelo si apre con una frase dura, lapidaria e incomprensibile di primo acchito. Il fuoco che Gesรน รจ venuto a portare รจ quello di Dio, รจ la vita nuova. Un fuoco che verrร acceso solo nel momento in cui Gesรน stesso si lascerร immergere nel battesimo di sangue (la crocifissione) per tirare fuori lโumanitร dalla morte.
NellโAntico Testamento, lโimmagine del fuoco รจ la presenza stessa di Dio. Pensiamo allโuscita di Israele dallโEgitto: il popolo in cammino era guidato da Dio stesso, che camminava alla sua testa. E il popolo lo poteva vedere come una colonna di fuoco, durante la notte, e come una nube durante il giorno (Es 13, 21s).
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Il fuoco che Gesรน รจ venuto a portare รจ quello dellโamore: un fuoco che riscalda, che rassicura, che illumina, che purifica. In questo fuoco possiamo vedere il simbolo dello Spirito Santo, annunciato da Giovanni Battista come forza e presenza: โbattesimo in Spirito Santo e fuocoโ (cfr Lc 3,16).
ร lo stesso fuoco che scende nel Cenacolo sui discepoli e sulla beata Vergine Maria (*cfr At 2,1-11*). Ma questo dono non potrร essere dato finchรฉ Gesรน non passa per il battesimo di fuoco, la passione e morte in croce: โNon cโรจ amore piรน grande che dare la vita per i propri amiciโ (*Gv 15,12-17*).
Ecco il desiderio e il timore di Gesรน, affinchรฉ questo avvenga presto: โCome sono angosciato finchรฉ non sia compiutoโ. Questo fuoco dโamore che Gesรน รจ venuto a portare in terra dovrร ardere nei cuori per poter accendere il mondo intero, reagendo alle contrarietร del mondo stesso: ยซMi dicevo: โNon penserรฒ piรน a Lui, non parlerรฒ piรน in suo nome!โ. Ma nel mio cuore cโera come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevoยป (Ger 20,9).
La paura va vinta proprio con la forza di questo fuoco, come cโinsegnano anche i due discepoli di Emmaus: โNon ci ardeva il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino?… e partirono senza indugio verso Gerusalemmeโ (Lc 24,32).
ร questo fuoco dโamore che infonde coraggio e rende capaci di tornare sui propri passi, di affrontare le contrarietร della vita. Ecco perchรฉ รจ importante tornare sempre al momento โdel primo amoreโ, a quella scintilla che ha acceso la gioia della vita.
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ร quel momento primordiale, รจ in quellโinnamoramento della prima ora che troviamo e troveremo sempre la ragione della nostra fede, del nostro amore per Lui, del nostro stare dietro a Lui. Si tratta di recuperare la fiamma viva dโamore che Dio ha acceso in noi, e che ora si trova sotto la cenere dei nostri sensi di colpa, della nostra stanchezza, delle nostre debolezze, della nostra sfiducia.
Non badiamo alla cenere, torniamo alla fiamma viva di Gesรน! La โfiamma viva dโamoreโ chiede di essere alimentata dalla preghiera, quel parlare a tu per Tu con lโAmico Dio, confidandogli ogni giorno le gioie e le speranze, le debolezze e i sogni. E poi i sacramenti: dalla riconciliazione allโeucaristia, solo per citarne alcuni.
Sapendo che Dio รจ venuto a portare la sua pace che non dร pace! โPensate che sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. Dโora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro treโฆโ.
Anche queste parole appaiono paradossali nella bocca di Gesรน. Di solito noi pensiamo che Lui sia colui che mette tutto a posto, ma non รจ cosรฌ. La pace che Gesรน รจ venuto a portare non รจ quellโesperienza sdolcinata alla quale siamo spesso abituati.
La pace รจ Gesรน stesso: un dono che chiede di essere accolto ma che porta in sรฉ anche la libertร di essere rifiutato. Da qui nascono le incomprensioni, le fratture. Accogliere Gesรน รจ accogliere il suo fuoco dโamore che crea, illumina, brucia, purifica.
Quanto oggi Gesรน cโinsegna, dunque, รจ che solo lโaver questo fuoco acceso in noi renderร capaci di affrontare la vita anche con le sue contrarietร , e questo fuoco chiede di essere alimentato nella preghiera, nei sacramentiโฆ custodendolo dai venti contrari che puntano solo a farlo spegnere.
Perchรฉ ieri come oggi i profeti, coloro che svelano la veritร , danno fastidio.
Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.
