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Per questo vivere continuo
“Non sia turbato il vostro cuore
continuate a credere in Dio e a credere in me”
Eppure anche tu,
per esperienza di vero uomo
sai
che la grandezza di un cuore
si misura
nella vastità dei suoi turbamenti.
E che difficile,
non è credere,
salpare,
come nave,
il mare aperto è più affascinante di qualsiasi porto,
no,
neppure amare è difficile, lo sai.
Amiamo,
questo tramonto,
il profumo della terra interrogata dai semi,
lo sguardo candido del cane,
e il silenzio,
come fai a non credere a
questa forza
che ingravida ogni cosa?
Difficile non è credere,
difficile è continuare,
quello sì: continuare.
Ad amare nasciamo
abilitati
ma chi osa proseguire?
Il valore della pena
non vale
il nostro spremerci
e interrogarci
correndo dentro a un tempo
che sa solo ripetersi,
senza attenderci.
Come fare a continuare
quando niente di ciò che amiamo sopravvive?
Io,
se vuoi,
se me lo concedi,
ti prego
di accontentarti.
Io quello che posso
sperare
è di averti intuito:
Te: visibile
Dio: invisibile.
Solo questa sostituzione
chiedo
a concessione
del mio smarrimento.
Io ti giuro che
nel visibile credo
in questo tavolo, sgabello, legno, pietra
in questo cielo, nuvola, formica e montagna.
Ho fede cieca
e totale,
fede continua
feroce
affamata
innamorata
per tutto ciò che canta
e colora e occupa,
non per sempre,
uno spazio.
E poi,
lo sai,
a me non basta mai
ciò che non vedo.
A te,
se vuoi,
di chiamarla fede,
se credi.
Io so che amo
e non mi basta.
Per questo scongiuro
l’invisibile
dalle cose,
viandante bisognoso di storie,
trafitto da nostalgie,
incapace di credere
che questo
sia
Tutto.
Chiedo alla Strada
e alle Verità dei volti
per questo,
Vivere,
continuo.
AUTORE: don Alessandro Dehò
FONTE: Sito personale
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