ยซIl gesto amorevole di Cristo, che si accosta ai lebbrosi confortandoli e guarendoli, ha la sua piena e misteriosa espressione nella passione. ร dalle piaghe del corpo straziato di Gesรน e dalla potenza della sua risurrezione, che sgorga la vita e la speranza per tutti gli uomini colpiti dal male e dalle infermitร ยป. (Paolo IV)
Ammirare e imitare possono ben essere le nostre reazioni dinanzi alla pericope di questa domenica.
Ora, per sentirci il cuore colmo di un giusto sentimento di ammirazione, siamo invitati a cogliere il senso considerevole di questa pagina di Vangelo: non ci troviamo, infatti, davanti a una delle โordinarieโ guarigioni compiute da Gesรน, perchรฉ, questa volta, colui che gli domanda di essere guarito รจ una persona lebbrosa.
Se questa persona รจ affetta da lebbra, siamo tenuti ad ampliare la comprensione di questo scenario. La persona lebbrosa, quindi, non รจ semplicemente un infermo; bensรฌ รจ un morto civile, che non ha piรน diritto allโesistenza, in quanto รจ considerato un essere intoccabile. Il libro del Levitico dedica diverse pagine a questa triste condizione umana; infatti, la torah proibisce alla gente di toccare il lebbroso, perchรฉ รจ un essere impuro, pertanto deve restare solo, lontano da tutti, fuori della cittร . Non possiamo nemmeno immaginare questa situazione psicologica, che in altre culture, ancorโoggi, puรฒ far morire, proprio perchรฉ รจ impossibile resistere a tale umiliazione, giacchรฉ annullati dal gruppo degli esseri viventi.
Nella coscienza di Israele la lebbra, per di piรน, รจ legata ad un oscuro senso di colpa. Della lebbra si asserisce che Dio รจ irato, e, se non รจ strettamente inteso che il lebbroso sia il peccatore, in ogni caso egli porta in sรฉ il segno dellโira di Dio. Ve n’รจ piรน che a sufficienza per distruggere l’identitร di una persona innocente; per questo dinanzi alla propria malattia il lebbroso si pone, con piena angoscia, questi interrogativi:
– Che cosa ho fatto per meritare questo male?
– Perchรฉ proprio a me?
Il lebbroso, dunque, rappresenta ben piรน che un caso patologico: incarna ciรฒ che, per quei tempi, era lo stato della peggiore condizione umana, l’individuo derelitto e solo, isolato da tutti, privato anche del dono della compassione da parte dei suoi simili.
Questa vicenda assume, pertanto, dimensioni molto ampie e significative, perchรฉ si รจ davanti a questa persona ridotta nella peggiore condizione possibile, purtuttavia Gesรน decide di esprimere la Sua somma misericordia: quando vede la persona malata che lo supplica e chiede la guarigione, si lascia pienamente raggiungere dal suo messaggio disperato.
Lโevangelista Marco nota infatti che Gesรน ยซne ebbe compassioneยป – cioรจ mosso dal cuore, poichรฉ il movimento di Dio verso la nostra tragedia umana comincia dal cuore – ยซtese la mano, lo toccรฒ e gli disse: ยซLo voglio, sii purificato!ยปยป; al di lร di ogni proibizione della Legge, perchรฉ l’amore รจ piรน grande della Legge.
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La via a cui รจ ora invitata la persona sanata รจ quella della croce e non del trionfo. In questa luce, si intuisce come la tradizione cristiana non si sia lasciata prendere dall’evento clamoroso in sรฉ, bensรฌ dalla sua espressione simbolica. La guarigione della persona lebbrosa รจ stata, cosรฌ, intesa come un segno dellโassoluzione dalla lebbra del peccato.
Tenendo presente questo scenario storico e teologico dell’Antico Testamento, riusciamo a far splendere in pienezza lo scenario evangelico, dove Gesรน stabilisce una relazione nuova con i lebbrosi. Infatti, Gesรน non li si sottrae, come stabiliva il Levitico, bensรฌ ยซNe ebbe compassioneยป, letteralmente ebbe tenerezza nei confronti dell’afflizione disperata di un malato di lebbra.
La liturgia di questa domenica diventa, allora, in questa ridefinizione della vicenda della persona affetta da lebbra, un invito a sperare nel Salvatore dal male, a affidarsi a Lui, mettendo nelle Sue mani la propria lebbra interiore. ร questa la condizione umana: una specie di malattia globale che in un modo o nell’altro ci travaglia tutti.
Nel Nuovo Testamento, continuamente, il Signore ribadisce questo Suo cuore compassionevole: ยซIo sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perchรฉ senza di me non potete fare nullaยป. Ma anche senza il tralcio la vite non dร frutto; cioรจ, senza la nostra cooperazione Gesรน non vuole operare nel mondo.
ร un pensiero grande, anche terribile nella sua grandezza, tuttavia รจ vero. Gesรน ci puรฒ chiedere se veramente noi siamo una parte viva di Lui, se Egli parla con la nostra bocca, guarda con i nostri occhi, tocca con la nostra mano. A questa osservazione cosรฌ elementare dal punto di vista biblico, dobbiamo ancora rispondere che anche se giร viviamo in qualche misura questa esperienza, potremmo viverla molto meglio se sempre ricordassimo che Egli vuole parlare, vedere, toccare attraverso di noi, e che ogni nostro atto deve rispecchiare il Suo.
Siamo in un cammino di perfezione cui non dobbiamo rinunciare, perchรฉ รจ questa la costruzione dell’essere umano che offriremo al Padre. Costruiamoci, dunque, secondo il suo progetto, lasciamoci anche noi muovere a compassione, stendiamo anche noi la mano a toccare il malato di lebbra, ben sapendo che ogni volta che, respingiamo qualcuno, passiamo oltre o cerchiamo di usarlo per il nostro vantaggio, lo umiliamo e lo mortifichiamo – secondo uno stile di prepotenza o di egoismo – facendo di lui un lebbroso.
Rimane, comunque, in questo scenario il valore altissimo del ยซcompatireยป dolce e forte di Gesรน nei confronti del mondo degli ultimi. Oggi, forse, la nuova lebbra puรฒ prendere nomi diversi, puรฒ chiamarsi verosimilmente droga, puรฒ rivestire i mille volti dell’emarginazione.
Il cristiano autentico deve, allora, proseguire a camminare come il suo Signore sulle vie dei lebbrosi, provando ยซcompassioneยป autentica, stendendo le loro mani, toccando le loro piaghe esterne ed interne, e implorando dall’Unico che puรฒ salvare la guarigione e la liberazione.
