Dario Reda – Il commendario. Un invito alla felicità

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Tra tante teorie per il successo, per la felicità, la motivazione, la crescita personale e le relazioni, il Vangelo rimane la lettura più attuale che tratti questi temi. Brevi commenti al Vangelo della domenica adatti a tutti, dai ragazzi ai nonni, dalle zie ai genitori, per rileggere l’esistenza con una luce nuova e che cambia la vita.

Qui puoi trovare tutti i commenti al Vangelo di Dario.

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Introduzione

«Che palle, un altro libro che parla di Vangelo», avrai pensato.

«Tutte le volte che ho ascoltato, letto o sentito qualcuno che par- lava di questo tema mi è sempre sembrato di perdere del tempo», dicono i miei alunni a scuola e le persone che incontro in giro per l’Italia. So anch’io che “usare” uno strumento così straordinario per dire che Gesù ti vuole bene, che andrai in paradiso, che la Madonna è vergine, che Gesù è risorto, che la Trinità è un mistero, eccetera, eccetera, non serve a nulla. Sono però profondamente convinto che lo stesso Vangelo, guardato da un altro punto di vista, ti possa cambiare la vita.

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In un tempo in cui i best seller tra i libri trattano tutti temi che hanno a che fare con il mindset, la motivazione e la crescita personale, in cui i trend topic sui social affrontano gli stessi argo- menti e i miei alunni, a scuola, chiedono a modo loro una “bus- sola” da seguire per la felicità, vorrei offrire degli spunti pratici che trattano gli stessi temi, ma da una prospettiva “altra”.

Le volte che incontro gruppi di ragazzi per parlare loro del Vangelo, sembrano stupiti quando realizzano che ciascun brano risulta essere un vero e proprio manuale per la loro quotidianità, fatta di insufficienze a scuola, delusioni amorose, attriti in famiglia e sogni nel cassetto.

«Ah, ma quindi è un libro per ragazzi?», ti starai chiedendo, vero? Anche se hai l’età di un genitore, se sei una catechista, un parroco, uno studente universitario, una persona in carriera, una nonna in pensione o altro, siamo tutti accomunati dall’essere in cammino. Perciò, se la delusione di un ragazzo a scuola può prendere le sembianze di un voto negativo, a trent’anni può far rima con un lavoro che non piace, a cinquant’anni con un matrimonio che va avanti per abitudine e da parroco può esplicitarsi nell’incapacità di far arrivare la parola di Gesù agli altri. Stiamo parlando sempre di delusione, declinata, però, in vari modi. E questo vale per tutti gli altri aspetti del cammino in cui ti trovi. Ora riesci a cogliere quanto possano essere trasversali questi spunti che vorrei offrirti? La delusione è delusione, la gioia è gioia, l’invidia è invidia, la gratitudine è gratitudine, semplicemente manifestate in maniera diversa. Quando a dieci anni dicevo: «Io amo quella bambina», quello era amore; così quando l’ho ripetuto a quattordici anni e anche a venti. Guardandomi indietro, sicuramente ora potrei dire: «Quell’amore era immaturo», ma mentre c’ero dentro era totalizzante.

Io posso scrivere pensando ai miei alunni e alle loro dinamiche, ai miei genitori e alle loro imperfezioni e alle mie relazioni con alti e bassi, ma tu, qualunque sia il tuo ruolo sociale e la tua posizione, leggerai della tua vita in queste pagine, ne sono sicuro. E anche per te che sei lontano dalla Chiesa perché sei stato ferito, perché ti definisci non credente, perché non ti interessa o perché, semplicemente, professi un’altra religione, questo libro è rivolto anche a te per un semplice motivo: pure tu cerchi la mia stessa felicità. Queste pagine sono solo uno strumento da usare, un mezzo efficace che porta alla meta che entrambi condividiamo. Usando una metafora calcistica, potrei dire che è come non tifare una determinata squadra, ma riconoscerne comunque il valore, riconoscere che funziona al di là dei propri schieramenti personali. Ti torna? Puoi non condividere le idee della Chiesa, le istituzioni, il parroco o quello che ti pare, ma il Vangelo, come strumento pratico, è un mezzo efficace che può portarti dove vuoi arrivare.

Tutti noi abbiamo lo stesso obiettivo: trovare la vera felicità e non soffrire. O sbaglio? Anche alcuni dei miei alunni che fumano canne tutto il giorno lo fanno perché pensano che questo li possa rendere felici. Anche chi sceglie di rimanere in una relazione che lo fa soffrire crede che quella sia la strada per la felicità. No? Il concetto che vorrei usare è quello del funziona? Mi spiego: se fumare le canne rendesse davvero felici le persone che le fumano, lo farei pure io perché funziona. Se passare da una relazione all’altra, cambiando partner prima ancora di aver lasciato quello prima mi rendesse felice, lo farei pure io perché funziona.

Fino a oggi ho cercato (e continuo a farlo) in tantissime tra- dizioni religiose e filosofiche la loro proposta di felicità perché, alla fine, si parla di quello; tuttavia, non ho trovato nulla che funzioni come funziona il Vangelo. Ti chiedo quindi di essere curioso e di provare questa proposta con me, come io ho provato le altre proposte ricevute. Alla peggio, avrai perso un po’ di tempo, nulla di grave. Ma se dovesse funzionare, allora vedrai la vita con occhi nuovi.

Prima di parlare di un qualsiasi concetto, è bene chiarire quello che significa per ciascuno, altrimenti si rischia di riferirsi a due cose diverse. In questo libro, la parola Felicità è intesa con la F maiuscola e sarà quindi molto diversa dalla felicità con la f minuscola. Esempio: sono felice se prendo sette in matematica, sarò felice quando mi laureerò, quando avrò un figlio o quando i miei figli si comporteranno bene. Ma funziona anche al passato: se il mio ragazzo non mi avesse lasciato, se non fossi stato bocciato, se mio figlio non avesse detto, se non mi fossi sposata, eccetera.

Insomma, rischiamo di far dipendere la nostra felicità da fattori esterni. La felicità che vorrei proporti, invece, non è quella che dipende da come ti vanno le cose, ma l’unica degna di essere chiamata in questo modo.

E, se hai notato, si tratta di un “invito”. Non posso costringere nessuno con la forza e nemmeno lo desidero; voglio solo farti una proposta.

Quindi, se ti va, iniziamo questo tratto di strada assieme. Ogni tanto sarai avanti tu, ogni tanto lo sarò io, ma, in ogni caso, resteremo sempre a vista l’uno dell’altro. Ci risentiamo alla fine del libro per una sosta, per sentire com’è andata.

Buona Strada.

P.S.: questo non è un libro da leggere per forza in ordine e dalla prima all’ultima pagina, ma un manuale da utilizzare “al bisogno”, un po’ come una medicina – anche se mi auguro che venga usato come prevenzione, e non come cura! –. Pertanto, all’inizio di ogni capitolo troverai dei tag che anticiperanno gli argomenti trattati. Sii libero di saltare da un capitolo all’altro, di tornare indietro e di sottolineare. Ti consiglio solo di avere sempre a portata di mano il brano del Vangelo a cui fa riferimento il capitolo, per una chiarezza maggiore.

P.P.S.: questo libro non dà risposte. Ti fa delle domande.