d. Giampaolo Centofanti – Commento al Vangelo del 12 Maggio 2023

✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Gv 15,12-17

Gesù dona gradualmente ai suoi discepoli la grazia della crescita. Per esempio parla dell’amore ai nemici ma al termine della sua vita rivela un altro mistero meraviglioso: nessuno ha un amore più grande di questo, dare la vita per i propri amici. Parlare di nemici significa ancora nel profondo vederli così. Invece per Gesù ciascuno è il suo amico del cuore. Ed in lui anche noi, ordinariamente in un lungo cammino, possiamo venire portati in questo amore vicino a ciascuno, nel profondo senza preferenze e parzialità.

La grazia di Dio può attutire tanti sentimenti negativi ma anche un santo può provare anche grandi sofferenze causate da altri. Non bisogna pensare che il santo non sperimenti sentimenti negativi, magari non di rado con più leggerezza, ma non bisogna farsi modellini astratti. Ma al di là di ciò lo Spirito più entra nel cuore più giustifica, guarda con simpatia, ogni persona.

Comprende che senza la grazia nessuno può fare nulla, non si ritiene migliore di nessuno. Nel profondo lo Spirito può portare ad amare ciascuno come l’amico del cuore. Vi ho chiamato amici, è una rivelazione sconvolgente e meravigliosa del mistero della grazia. E in questo mistero non può condurci il “dobbiamo” ma solo la grazia di Gesù. Piccoli e semplici cerchiamo di vivere il bene che possiamo e Gesù vedendo che lo accogliamo viene sempre più.

Si tratta dunque del donarsi ma anche dell’accogliere, del saper ricevere, del lasciarsi amare, del reciproco aprirsi, proprio dell’amicizia. Certo è un atteggiamento profondo, che va coniugato nella pratica con buonsenso. Talora questo del ricevere può rivelarsi l’aspetto più difficile perché senza la grazia le nostre ferite ci mettono paura, ci chiudono, ci bloccano alla minima difficoltà, anche facendoci perdere in un bicchier d’acqua.

Saper ricevere con fiducia e benevolenza, se necessario e possibile nel dialogo chiaritore, è un dono di grande generosità e che impedisce di perdersi il bene di tanti e molti regali.

Fonte: il blog di don Giampaolo Centofanti


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