d. Giampaolo Centofanti – Commento al Vangelo del 11 Giugno 2023

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✝️ Commento al brano del Vangelo di:  ✝ Gv 6,51-58 – Corpus Domini

L’uomo viveva nel giardino terrestre in armonia, nella fiducia in Dio e negli altri, nella gioia, nella pace. Si osserva giustamente da varie parti che si parla poco dell’aldilà, del passaggio definitivo al cielo. E quando viene la fede tendenzialmente lo Spirito stesso ci fa intuire che la vita eterna è una gioia, una pace, un amore, che gradualmente riempiono il cuore come non avremmo potuto immaginare. La vita eterna viene già qui sulla terra e ci porta gradualmente, anche attraverso passaggi dove possiamo non sentire più questa gioia, questa pace, verso una pienezza di vita inimmaginabile che sicuramente tutti vivremo in paradiso, se accettiamo la misericordia senza condizioni di Dio, magari passando per il Purgatorio.

Ma nella sequela di Gesù si comincia a sperimentare sempre più già qui sulla Terra e alcuni in questa crescita sono portati addirittura già qui sulla Terra in una felicità sconfinata. Ecco questa è la vita che Cristo ci viene a portare ma è anche la vita che c’era nel giardino terrestre. Di cui anche si parla poco. Lì l’uomo era felice, in armonia con tutti, poi si è impossessato di questo bene, di questa gioia, di questa felicità, ha pensato di gestirsela meglio da solo e lì si è trovato senza la linfa vitale che sola può dare vita a tutto. Perché la vita non è fatta di cose: ho la fidanzata, ho il lavoro, ho questo, ho quell’altro. Perché senza l’amore queste cose si svuotano, muoiono…

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Si comprende che il peccato originale ci ha ripiegato e gradualmente l’umanità si è sempre più allontanata da Dio quasi come se Dio non ci fosse, quasi come se non esistesse questo canale dello Spirito Santo che solo in realtà tocca il cuore e ci mette in contatto con Dio e in lui con gli altri e fa vedere le cose nel modo giusto, nel modo vero, bello. Prima era naturale comunicare nello Spirito Santo, nel paradiso terrestre accogliere questa luce nel cuore che tocca il cuore come non si potrebbe nemmeno immaginare, in un cammino.

Ecco quindi questo adesso fa Cristo: lui si innesta dentro di noi come l’innesto buono nella vite selvatica, che fa rinascere tutta la vite. Viene dentro di noi e ci apre il cuore e ci porta a lui. C’è una storia di una persona che va in paradiso e dice a Dio: vedo le orme della tua vita con me, mi hai sempre accompagnato ma in quel momento di dolore ero solo, in quel momento anche tu mi hai abbandonato perché io vedo solo le mie orme e non più le tue e lui risponde: erano le orme mie perché ti ho preso in braccio. Quella è una immagine dolce, bella ma nemmeno ancora è la pienezza dell’amore di Dio perché invece Gesù dirà: io ero te, sono sempre stato un altro te stesso. Quando tu mi accogli io entro dentro di te e ti porto, ti sostengo, soffro insieme a te, gioisco delle tue gioie e non vedo l’ora di portarti in una vita piena. Dentro di te sto con un amore infinito. Ecco questa è l’Eucarestia, questo è il dono infinito.

La grazia si diffonde in tutta la vite, e va a tutto il mondo, da un innesto. Un dono immenso. Appoggiamoci a questa grazia: Gesù ci ama, non viene da noi perché siamo bravi ma viene da noi per darci vita. Ci ama senza condizioni non è che nell’eucarestia Gesù impazzisce e diventa un cerbero mentre nella vita concreta mangia con noi, sta in mezzo a noi, così come siamo e come vediamo nel vangelo. Non è schizofrenico Gesù, viene e ci sta vicino con tutto il cuore. Sentiamo sempre che lui ci aiuta, che ci sta vicino.

Ecco io ho visto tante storie belle di persone che magari stavano nel momento difficile, vivevano cose sbagliate e non volevano più andare da Gesù perché si sentivano incoerenti e in confessione mi dicevano: io non vengo più in chiesa perché tutti pensano che io sono buono invece sono un ipocrita e io gli dicevo guarda tu fai come ti senti ma Dio ti vuole bene, Dio è commosso che tu vieni da lui anche nel momento della confusione e lui sta solo per aiutarti, noi non andiamo in chiesa perché siamo bravi ma proprio perché abbiamo bisogno dell’aiuto di Dio. E poi magari con l’aiuto di Dio queste persone hanno superato fasi difficilissime, anche peccati. Gesù non è venuto per condannare ma per salvare. Il nome Gesù vuol dire Dio salva, Dio è salute, perché noi siamo figli di Dio, solo in questa vita, in questa strada, in questo Spirito, la nostra vita rinasce anche umanamente.

Fonte: il blog di don Giampaolo Centofanti