Commento alle letture del 8 Ottobre 2018 – Dehoniane

Il commento alle letture del 8 Ottobre 2018 a cura del sito Dehoniane.

XXVII settimana del tempo ordinario II settimana del salterio

Vedere, compatire, farsi vicino

La parabola del buon samaritano che oggi la liturgia ci propone, non ha bisogno di una spiegazione; attorno a essa non dobbiamo costruire teorie o riflessioni teologiche sofisticate. Di fronte   a questa parabola, che ci presenta una situazione concreta e tutt’altro che ideale, dobbiamo semplicemente seguire l’esempio del samaritano, quell’esempio che Gesù pone di fronte allo scriba dicendo: «Va’ e anche tu fa’ così» (Lc 10,37). L’atteggiamento corretto di fronte a questa parabola è proprio questo: dopo averla ascoltata, non c’è altro da fare che riprendere il cammino e fare ogni giorno, a partire dalle situazioni concrete che la vita ci fa incontrare, quello che ha fatto il samaritano: «… passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui» (10,33-34). Ciò che il samaritano ci insegna a fare è nient’altro che amare, vivere quella compassione che ci apre senza riserve e senza difese all’altro  e che fa entrare l’altro nel profondo del nostro cuore, come un dono prezioso da custodire e di cui prendersi cura. Questo è il segreto della parabola che Gesù ci racconta.

Allora possiamo brevemente soffermarci sui gesti compiuti dal samaritano verso l’uomo ferito. In tre versetti (cf. 10,33-35) abbiamo una cascata di verbi che ci presentano sette azioni che sono la conseguenza della scelta di non passare al lato opposto, ma di accostarsi all’uomo ferito, e che sembrano scaturire da quell’atteggiamento che le custodisce tutte: «Ne ebbe compassione». Sottolineiamo solo tre azioni compiute dal samaritano: vedere, aver compassione e farsi vicino. La prima azione che il samaritano compie è quella di posare il suo sguardo sull’uomo ferito: «passandogli accanto, vide» (10,33). Ed è l’unica azione che lo accomuna al sacerdote e al levita. Anch’essi vedono l’uomo ferito. Ciò che appare ai loro occhi è la stessa persona: un uomo che giace tutto insanguinato ai bordi di una strada. Ma proprio a partire da questo sguardo scatta un differente modo di reagire nei confronti dell’uomo ferito: i due passano dalla parte opposta della strada, mentre il samaritano si avvicina all’uomo ferito. Lo sguardo è come il punto discriminante dell’atteggiamento di questi uomini. E questo ci rivela un aspetto molto importante: non basta vedere la sofferenza, il bisogno dell’uomo. È necessario vigilare sulla qualità dello sguardo, come guardare. Di qui parte poi il cammino della misericordia.

«Ne ebbe compassione. Gli si fece vicino» (10,33-34). I due verbi, nella parabola, sono presentati come due azioni successive    e legate tra di loro. Diventano come il punto di partenza da cui scaturiscono tutti i gesti successivi compiuti dal samaritano nei confronti dell’uomo ferito. Ma possiamo coglierli anche come due angolature complementari attraverso cui guardare la misericordia. «Aver compassione» indica il luogo nascosto, la radice da   cui scaturisce e prende forma la misericordia. Essa non è una semplice reazione emotiva e istintiva di fronte a una situazione di sofferenza; è una realtà che fa parte integrante di un cuore che sa condividere la sofferenza dell’altro, un sentimento stabile che è custodito nel luogo più profondo e vero della persona e che produce un movimento verso l’esterno. Questo movimento è rappresentato dal verbo «farsi vicino». Se compassione è condividere  la sofferenza dell’altro, «farsi vicino» è il modo più vero con cui questa condivisione si esprime. Non si può dire di avere compassione di qualcuno, se non si fa la scelta di avvicinarsi a lui, fare  un passo verso di lui, farsi prossimo. Tra l’aver compassione e       il farsi vicino c’è come una circolarità: la compassione mi spinge verso l’altro e accorcia le distanze, e l’altro viene accolto nel luogo dove dimora la compassione, nella mia vita e nel mio cuore.

C’è una sola distanza che deve rimanere: quella del rispetto, del timore, della consapevolezza che l’altro resta sempre un mistero, da accogliere certamente, ma non da assimilare a sé. Questo è   il vangelo che abbiamo ricevuto «per rivelazione di Gesù Cristo» (Gal 1,12) e che dobbiamo incarnare nella nostra vita.

Signore Gesù, sul cammino della nostra vita incontriamo tanti uomini e donne feriti, abbandonati dalla nostra indifferenza, emarginati dal nostro egoismo. La paura ci allontana da loro e ci fa passare dall’altra parte della strada. Libera il nostro sguardo e il nostro cuore da ogni paura e indifferenza, e donaci occhi per vedere e cuore per amare la nostra umanità ferita e condurla a te che sei il Samaritano ricco di misericordia.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Lc 10, 25-37
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Fonte: LaSacraBibbia.net

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