Commento al Vangelo di domenica 2 Maggio 2021 – mons. Giuseppe Mani

712

Io sono la vite, voi i tralci

Link al video

Gesù è ancora in mezzo a noi fino alla Sua Ascensione al Padre per dimostrarci che è vivo ed è presente sempre. Settimana per settimana la lezione che Lui ci dà diventa sempre più interessante. Oggi ci dice che è presente dentro ciascuno di noi, se crediamo in Lui. Siamo abitati da Lui. Porta come esempio un’immagine molto chiara e significativa: “Io sono la vite e voi siete i tralci”, cioè “Io sono unito a voi come un tralcio è unito alla vite”.

Il giorno del nostro battesimo è avvenuto l’innesto e la vita di Cristo ha cominciato a scorrere nella nostra vita per cui, come è stato giustamente detto, il cristiano è corpo, anima e Spirito Santo. L’ideale del cristiano è lasciarsi prendere totalmente da questa presenza divina, fino a poter dire come san Paolo: “Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”.

La presenza di Cristo è viva in coloro che credono in Lui. È vivere “nascosti con Cristo in Dio”. E Cristo rinnova in ciascuno la sua esperienza di salvezza, attraverso la persona che gli offre ospitalità. La presenza di Cristo nella vita dei cristiani è la prima rivelazione che Paolo ricevette sulla via di Damasco quando, chiedendo a chi lo aveva folgorato: “Chi sei?”, La voce misteriosa rispose: “Sono quel Gesù che tu perseguiti”. Gesù è presente in ogni cristiano.

Cristo è presente in ogni cristiano, perché vuol essere presente nel mondo. Sant’Agostino parlando della presenza di Cristo ha detto è “intimior intimo meo et superior summo meo”. E’ nella mia più profonda intimità e nella mia massima altezza. Ed è così che l’uomo porta Dio nel mondo e Dio intende arrivare nel mondo attraverso l’uomo. E’ l’uomo che porta Dio. Dio non si introduce nel mondo in maniera diretta; non agisce nei fenomeni fisici o sul corso della storia, anche se potrebbe benissimo farlo. Ma si dà al mondo attraverso le frontiere dell’intimità e l’elevazione dell’anima umana. Dio è presente nel mondo, in quanto lo è nell’anima dei fedeli.

Il credente è un “Alter Christus”; suppone una unione misteriosa tra il Creatore e la Creatura. La vita di un tale cristiano, nel senso più profondo, è un fermento di trasformazione del cosmo: il suo agire e la sua Parola concorrono a restituire al mondo l’ordine conforme al piano di Dio. Salvare il mondo appartiene alla responsabilità del cristiano. Il non credente non ha la possibilità di assumersene la responsabilità. Le energie necessarie per guidare il potere dell’uomo non dipendono né dalla scienza né dalla tecnica e tanto meno da un’etica individuale autonoma o dalla razionalità sovrana dello Stato. Le vere condizioni della salvezza sono nella coscienza dell’uomo, che è nella comunione vivente con Dio. Così sia la fede che la non credenza sono fattori decisivi della storia.

Il vangelo di oggi richiama la coscienza della responsabilità dei credenti. Non serve a niente la salvezza attraverso la politica, troppo superficiale; né il progresso tecnico, troppo ambivalente e cieco. E’ l’uomo libero che , dal profondo del suo essere, consente a Dio di entrare attraverso di Lui nel mondo intero. E’ la libertà individuale l’unica via d’entrata di Dio nel mondo.

Se Dio cambia il mondo attraverso l’uomo è chiaro che il centro dell’uomo e della storia è l’Eucarestia, che è la sorgente attraverso cui Dio prende progressivamente possesso del cuore dell’uomo. La liturgia trasforma l’uomo e attraverso di lui il mondo.

Fonte