Commento al Vangelo di domenica 17 Febbraio 2019 – don Marco Pozza

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Quasi quasi mollo tutto e divento felice

fotografia di don Marco Pozza
don Marco Pozza

L’Uomo รจ partito: ciรฒ che resta, d’ora innanzi, sarร  capire se quell’Uomo รจ un folle oppure un santo. Lui, nel frattempo, dice d’essere Iddio: pressa il tempo e minaccia le fondamenta, alza i tappeti e fruga nei sottoscala, alza gli occhi e il mondo si illumina.

โ€œQuasi quasi mollo tutto e divento feliceโ€: sono giร  molti che, dopo averlo ascoltato, giurano d’essersi incamminati dietro a Lui, alla disperata ricerca della felicitร . Ha un esercito al seguito che quasi l’ostacola,ย ยซda tutta la Giudea, da Gerusalemme, dal litorale di Tiro, di Sidoneยป. Tutta gente che a quel Rabbรฌ chiede lumi circa la felicitร . I vecchi maestri, a scuola, hanno chiesto loro cosa volessero diventare da grandi: โ€œEssere feliciโ€, scrissero i piรน. Li bocciarono dicendo che non avevano capito il compito. Risposero che eran loro, maestri di improvvisazione, a non aver capito come s’accende la vita.

Quando passรฒ Lui, il richiamo fu assordante. S’arrestรฒ improvviso, facendo di un pianoro la cattedra dalla quale pronunciare le parole, quelle per le quali Lui era venuto al mondo.
A Cana Gli batterono tutti le mani: pareva avesse toccato l’apice mutando l’acqua in vino. Qui Gli misero a disposizione tutti i timpani quando avvertirono che stava mutando la povertร  in ricchezza, le lacrime in gioia, che la terra stava per entrare in possesso dei miti, non dei bellicosi: la rivoluzione era arrivata. La folla era tutta in visibilio: la felicitร  era ciรฒ che stava al cuore di tutti quei cuori.

A chi non importa essere felice? ยซHo commesso il peggior peccato che un uomo possa commettere โ€“ scrisse Luis Borges -: non sono stato feliceยป. Al contrario, loro volevano sapere proprio quello: cos’avrebbero dovuto fare per diventarlo. E poi tentare la scalata alla felicitร . Lui, accerchiato da centinaia di occhi che guardavano i suoi occhi, disse di chi sarebbe stata la felicitร . Lo disse dicendo a chi sarebbe toccata quest’immane ereditร  chiamata Regno-dei-cieli: ai poveri, a quelli con la pancia vuota, ai lacrimosi, agli sgraditi.ย ยซBeati!ยปย (cfr Lc 6,17-26)ย Disse ciรฒ che la storia proprio non sopportava: che gli uomini feriti stavano diventando le feritoie attraverso le quali transitava il Regno di lassรน. L’ha ammesso sin dall’inizio, nel modo degli onesti, in modo che nessuno abbia poi nulla da rinfacciargli: il Dio di Cristo ha un debole per la gente guasta, per le storie depresse, per le occhiaie smunte dal pianto.

D’ora innanzi, date tempo al tempo, diventeranno cisterne di eternitร . Faranno la ricchezza del nuovo popolo: ยซSe il PIL del mio paese non รจ elevato โ€“ disse un funzionario del Bhutan โ€“ la FIL (Felicitร  Interna Lorda) invece รจ piรน che soddisfacenteยป. Sul pianoro Cristo prese la storia sottobraccio, dal basso: la ribalta come fosse un carro di fieno. E tutto il mondo capรฌ la pasta di cui era fatto il suo sogno: gli straccioni sarebbero diventati i terreni edificabili del Regno che si stava inaugurando quaggiรน. La povertร  incinta della ricchezza.

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Quell’Uomo รจ cosรฌ paradossale d’essere in eterno Paradosso: ยซE’ pazzo? Difatti รจ, rispetto agli uomini, uno stato di demenza, che pretende e otterrร  dai suoi dilettiยป (F. Mauriac). Col sogno che nulla e nessuno si perda:ย ยซGuaiยปย a voi con le tasche piene, la pancia gonfia, la risata sulle labbra, l’applauso sempre a filo di naso. Nessuna maledizione, state bene attenti: Cristo, a differenza di quel birbone di Lucifero, sa gioire della felicitร  dell’altro. Loro, invece, hanno il cuore-fogna a cielo aperto: โ€œState in guardia, gente. Che non pensiate vi basti questo per ereditare Me, con il mio sogno di civiltร โ€.

Eccolo ilย guaiย di Cristo: piรน carezza ai tempi supplementari che tentativo di malignitร , lancio di un salvagente e non spintone verso il basso, avvisaglia e non condanna. Per tutti quelli che sono sul pianoro sono le parole del Cristo: le scrive tutte nella carne dei cuori, incidendo il marchio negli sguardi di chi le afferra. Da domani sarร  quel che l’uomo vorrร . Resta un fatto, perรฒ: che l’insulto dei cattivi sarร  la consacrazione dei buoni. Per un manifesto di cosรฌ alta fattura, quell’Uomo non poteva che finire com’รจ finito.

don Marco Pozza
(Qui tutti i precedenti commenti al Vangelo di don Marco)

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