Commento al Vangelo di domenica 12 luglio 2009 – Paolo Curtaz

Data:

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Gesรน manda i dodiciXV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (12/07/2009)
Vangelo: Mc 6,7-13

Inviati a dire

Sรฌ: il prezioso tesoro del Regno di Dio รจ affidato alle nostre fragili mani, come vasi di creta.
E questo suscita ancora stupore, come lo stupore dellโ€™incredulitร  dei concittadini che non riconoscono nel figlio di Giuseppe lโ€™atteso e lo stupore del Maestro davanti alla durezza dei loro e dei nostri cuori.
Che burlone Dio che affida lโ€™annuncio del Regno a persone balbuzienti!
Ma, si sa, Dio รจ sempre diverso da come ce lo aspettiamo e cosรฌ, oggi, siamo chiamati a riflettere sullo stile con cui annunciare la Parola.
Come Amos, ognuno di noi รจ strappato alla sua quotidianitร  per diventare profeta.
Senza scandalizzarci per il nostro limite, che non limita Dio, ma lo manifesta, vogliamo confrontare il nostro annuncio, la nostra pastorale, la nostra organizzazione parrocchiale con le precise direttive che Gesรน dร  ai discepoli.

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Avanti
Gesรน manda i dodici avanti a sรฉ, per preparagli la strada, annota nel brano parallelo lโ€™evangelista Matteo. Siamo mandati a preparare la venuta del Signore, non a sostituirlo, a testimoniare la sua presenza, attraverso la nostra esperienza.
La Chiesa รจ sempre e solo preparazione allโ€™incontro con Dio, รจ a totale servizio del Regno, lo accoglie e, per quanto riesce, lo realizza.
Non siamo inviati a vendere un prodotto, ma ad annunciare e a suscitare una salvezza: la nostra.
Vedendo che viviamo da salvati, uomini e donne in cerca di risposte e di speranza si interrogano e chiedono ragione della speranza che รจ in noi.

Condizioni: comunione
Marco pone delle condizioni allโ€™annuncio, una sintesi per ricordare ai discepoli con quale stile sono chiamati ad annunciare il Regno.
I discepoli sono mandati ad annunciare il Regno a due a due.
Non esistono navigatori solitari tra i credenti, tutta la credibilitร  dellโ€™annuncio si gioca nella sfida del poter costruire comunitร .
Gesรน preferisce al geniale guru solitario il faticoso percorso della condivisione far anime: รจ lโ€™amore che abbiamo far di noi che annuncia, non la dialettica spettacolare.
Parlare della comunitร  in termini astratti รจ bello e poetico. Vivere nella mia comunitร , con quel membro del gruppo, con quel viceparroco, con quel cantore, รจ un altro affare.
Non ci sentiremmo forse piรน a nostro agio da soli o, al limite, in compagnia di qualcuno a noi affine?
Gesรน ci tiene alla scommessa della convivenza, fatta per amore al Vangelo.
Al di sopra delle simpatie e dei caratteri, Gesรน ci invita ad andare allโ€™essenziale, a non fermarci alle sensazioni di pelle, a credere che la testimonianza della comunione, nonostante noi, puรฒ davvero spalancare i cuori.
La Chiesa non รจ il club dei bravi ragazzi, non ci siamo scelti, Gesรน ci ha scelto per avere potere sugli spiriti immondi.
La Parola che professiamo e viviamo caccia la mondezza dai cuori, la parte tenebrosa che ci abita.
Fare comunione pone un limite alle ombre che abitano in ciascuno di noi: senza eliminarle, la luce che porta il vangelo ci illumina e, cosรฌ facendo, ci rende luminosi gli uni per gli altri.

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Essenzialitร 
Gesรน chiede ai suoi di essere essenziali: la Chiesa non รจ unโ€™azienda che studia strategie di marketing adatte ai bisogni del mercato, non una holding del sacro che tenta di mantenere il potere (quale?), la Chiesa vive in relazione e in funzione del suo Maestro e Signore, attenta a occuparsi del compito affidatole: costruire il Regno in attesa del ritorno del Risorto.
Lโ€™organizzazione che si รจ venuta a creare in questi secoli รจ funzionale allโ€™annuncio del Regno e tale deve restare.
Affrontare la Chiesa con logica e sguardo mondano uccide lo Spirito: รจ giusto ripensare la freschezza del linguaggio e tutto ciรฒ che รจ utile allโ€™annuncio, stando perรฒ attenti a non lasciarci soffocare dalla logica dellโ€™organizzazione e della conservazione.
Il cristianesimo porta in sรฉ una scandalosa fragilitร  (poichรฉ i cristiani sono fragili) che puรฒ spalancare i cuori perchรฉ testimonianza della grandezza di Dio.

Dimorare
Lโ€™ultima indicazione riguarda il rimanere, il condividere.
Il cristiano non รจ qualcuno di appartato, di particolare, vive le stesse gioie e gli stessi dolori di ogni uomo, solo รจ abitato nel cuore da una speranza incorruttibile.
Il cristiano รจ anzitutto uomo e di unโ€™umanitร  piena e dirompente, irrequieta e profonda, come ci ha insegnato la storia (anche se non sempre, a dire il vero). Gesรน chiede di stare, di vivere con, di appartenere a questo mondo, fecondandolo e facendolo crescere come fa il lievito con la pasta.
Cosa siamo chiamati ad annunciare?
In Marco, prima della resurrezione, i discepoli sono chiamati ad invitare a conversione, non ad annunciare il Vangelo. Bisogna che noi per primi passiamo per il crogiolo della Passione morte e resurrezione di Gesรน prima di potere dire la pienezza del Vangelo.
Fino ad allora, possiamo invitare a conversione, convertendo i nostri ruoli, cioรจ volgendoli in maniera ostinata verso la Parola del Signore.
Ci รจ affidato il Regno, ci รจ consegnato lโ€™annuncio: lasciamolo emergere nelle nostre comunitร , nei nostri movimenti, nelle nostre associazioni, interroghiamoci con semplicitร  su quanto il Signore ci chiede di vivere.

Paolo Curtaz

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