Commento al Vangelo di domenica 10 Febbraio 2019 – Paolo Curtaz

Il commento al Vangelo di domenica 10 Febbraio (il brano del Vangelo è a fine articolo) – Anno C, a cura di Paolo Curtaz. Qui di seguito il testo ed il video.

Pescatori di umanità

La folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio.

Perché siamo assetati di parole divine, di parole che costruiscono, illuminano, orientano, incoraggiano, svelano, scuotono, riempiono.

Ascoltano le riflessioni dei rabbini, dei guaritori, degli scribi e quelle severe e credibili dei farisei, ma nessuna parola rimanda a Dio come quelle del Nazareno.

Nessuna accarezza l’anima. La accende. La provoca. Nessuna.

Allora fanno ressa, si accalcano, sgomitano per stargli accanto. Hanno camminato per ore, attirati dalle notizie che giungono dal lago e, infine, siedono, assetati.

E Gesù li disseta.

Quando qualcuno con le sue parole di smuove e ci spinge verso un mondo nuovo tutto, in noi, fiorisce.

Certo, alcuni ci manipolano, ci blandiscono, sono dei piazzisti, abili nel sedurre.

Allora le loro parole prima accendono ma, ben presto, si affievoliscono e non lasciano traccia.

Altri invece, colpiscono come un pugno in pieno volto.

E ci cambiano la vita.

Gesù è così. Perché proferisce le parole stesse di Dio.

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Delusioni

Mentre parla vede, con la coda dell’occhio, quei tali che stanno riassettando le reti.

Sono stanchi, si vede dai gesti affaticati. Sono delusi, lo immagina, vedendo le ceste tristemente vuote di pesci. Tacciono. In cuor loro, probabilmente, stanno giudicando quel perditempo che arringa le folle. E le folle che non hanno di meglio da fare del gettare il loro tempo ascoltando un idiota.

E decide di coinvolgerli. Ha bisogno della loro barca.

Quella vuota.

 Lo pregò di scostarsi un poco da terra.

Gesù prega Simone. È gentile. Rispetta il suo dolore.

Non irrompe nella sua vita sguaiatamente. Sa che in certi momenti della vita le parole hanno un peso. E possono definitivamente incrinare e distruggere.

Così fa con noi, il Signore.

Ci raggiunge alla fine della notte. Quando le ceste sono vuote. E davanti abbiamo ancora una lunghissima giornata da portare a compimento.

Sale sulla mia barca vota, in secca. Colma solo di fallimenti, di giudizi negativi, di peccato, di delusione, di amarezza. Come spesso accade. Anche se siamo discepoli. Anche se lo siamo da lunga data. Anche se, generosamente, abbiamo donato la nostra vita al Signore, spendendola per il Vangelo.

E, con garbo, pregando, ci invita scostarci dalla secca. Un poco, all’inizio.

Quella minima distanza necessaria a poter udire le sue parole divine e non il sordo brusio del nostro scoraggiamento e delle nostre lamentele.

Poi, quando Pietro, e noi, cominciamo a fidarci, osa.

Prendi il largo.

Non ha senso. Non ne hai la forza. Forse non lo vuoi nemmeno.

Ma l’invito è troppo gentile.

E vai.

Sulla tua parola.

Perché le tue parole mi hanno scosso.

Stupori

Pescano, ovvio.

La nave quasi affonda, serve aiuto.

Tutti sono indaffarati ed eccitati dalla pesca inattesa e sovrabbondante.

Tutti, eccetto Pietro.

È scosso. Invaso dallo stupore.

Stupito e stordito. Le emozioni debordano. Invadono ogni angolo della sua mente.

Gesù ha chiesto una barca vuota. La restituisce colma.

Anche il cuore di Pietro è colmo.

Spaventato.

Dunque è così? Dio ti prega di aiutarlo? Anche quando sei ko? Anche quando non hai né forza né desiderio?

Sì, certo.

Pietro, ora, vede la sua ombra, davanti a tutta quella luce. Un’ombra cui, pure, Gesù non ha fatto nemmeno cenno. Di cui non ha tenuto conto. Ha visto la barca vuota. Ha visto il suo volto deluso. Ha visto il suo limite.

Ma non si è fermato.

Si butta in ginocchio, ora, Pietro.

Allontanati da me, sono un peccatore.

Sì, lo è. E allora?

Essere consapevole dei propri limiti è la condizione migliore per avvicinare dei fratelli e delle sorelle, per diventare pescatore di umanità.

Siamo noi che vorremo essere puri e perfetti. Siamo noi che vorremmo essere lindi e immacolati. E sempre in forma. E coerenti. E credibili. Ed ammirevoli. Ed esemplari.

A Dio serve una barca. Meglio se vuota. Se sgombra da tutte le nostre ansie e da tutti i nostri sogni di gloria.

Questo è il vero miracolo.

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

QUINTA SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 10 Febbraio 2019 anche qui.

Lc 5,1-11 Lasciarono tutto e lo seguirono.

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.

Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

C: Parola del Signore. A: Lode a Te o Cristo.

Fonte: La Sacra Bibbia

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